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Hamilton: "Non sono furibondo col team, episodio esagerato"

© LAT/Mercedes F1

In quel "man", via radio, rivolto a Peter Bonnington nel continuo scambio di visioni sul da farsi, c'è tutto il disappunto di Lewis Hamilton per un finale di gara che avrebbe voluto correre diversamente. "Te l'avevo detto, non saremmo dovuti rientrare", poi l'"istinto" da seguire. C'è la foga normale di una fase di gara concitata e i rischio che diventasse decisiva per il mondiale. 

Sterzi a parte: Non è il solito Max, è il solido Max!

Un giro di rassegna stampa, sondare i termometro che indica un "Lewis contro Mercedes" su una decisione del muretto a rimediare su una prima chiamata errata, quella di restare fuori mentre Verstappen e Bottas effettuavano il pit. Non rientra Mercedes al giro 38 perché Bonnington dà un ritorno in pista nel traffico. 

Acque tranquille

Un  giro di rassegna stampa, poi, su Instagram, parla Lewis, ancora. 

"Buongiorno mondo! Ho visto un po' della stampa stamani esagerare un po' troppo l'episodio della gara di ieri, sul quando rientrare ai box. Non è vero dire che sono furibondo con la squadra. Come team lavoriamo sodo per costruire la migliore strategia possibile ma, con l'evolversi della gara, devi compiere decisioni separate mentre ci sono così tanti fattori in costante cambiamento.

Ieri abbiamo preso il rischio di stare fuori, sperando che l'asfalto si asciugasse. Ma non è avvenuto. 

Volevo rischiare quella scelta e provare ad andare al traguardo, ho chiesto io di stare fuori (giro 41 e giro 42, mentre Bonnington chiamava il pit-stop; ndr) e non ha funzionato. Alla fine abbiamo fatto il pit ed è stata la cosa più sicura da fare".

Ordinarie tensioni di gara

Col senno di poi si può ragionare analizzando le proiezioni dei tempi sul giro di Ocon (qui le parole del francese sulla difficoltà dell'arrivare al traguardo), misurare quanto meglio avrebbe potuto fare Hamilton nel gestire la gomma rispetto a un'Alpine, teorizzare dei distacchi al giro 36 e al giro 50. Si può costruire la tesi a difesa dell'una o dell'altra chiamata. Resta una certezza: da Istanbul sarebbe stato folle ripartire puntando su un azzardo assoluto, per l'economia di appena 6 punti, tra un podio tutto da dimostrare nella sua difesa fino al termine e un piazzamento che limita bene i danni.

"Viviamo e impariamo. Vinciamo e perdiamo come una squadra. Non aspettatevi mai che io sia tutto gentile e calmo via radio mentre sto correndo. Siamo tutti molto appassionati e nella foga del momento quella passione può venire fuori, come accade per tutti i piloti.

In pista ci metto cuore e anima, è il fuoco in me che mi ha portato così lontano, ma qualsiasi rabbia è rapidamente dimenticata, ne abbiamo già parlato, proiettandoci alla prossima gara. Oggi è un altro giorno per crescere e farlo come squadra. Sempre più in alto", chiude Lewis, insieme alle polemiche.

L'ordine d'arrivo del GP di Turchia