Lewis Hamilton: 10
L’ultima volta che aveva vinto, era un’altra F1: c’era un mondiale in ballo, Jeddah era al debutto in calendario e l’inno era sempre dedicato alla regina, perché Elisabetta II era ancora viva. Mai avrebbe pensato di dover attendere tanto, ma se c’era una pista sulla quale avrebbe voluto scegliere di tornare al successo, avrebbe detto Silverstone, il suo giardino di casa: 12 podi consecutivi negli ultimi 12 GP inglesi, 9 vittorie come nessun altro sullo stesso circuito. Magistrale nelle fasi cruciali, sopraffina l’intuizione di non spingere subito con le soft per non soffrire di graining. Tenacia, testa, piede, cuore: il meglio del repertorio.
Hamilton: "Pensavo di non essere più all'altezza..."
Max Verstappen: 9
Non ne sbaglia una, neanche quando la domenica sembra andargli contro. E’ una dote dei più grandi, quella di saper non buttare via il risultato. Al di là degli episodi nei duelli ravvicinati, unica occasione in cui ogni tanto ricade in tentazione, è uno che ha imparato a ragionare: fa sfilare Norris e Piastri senza opporre resistenza, nella speranza che le dinamiche di gara cambino. Ottimo nella chiamata per le intermedie, aiutato dal team con la scelta della hard: per poco non ce la faceva anche stavolta.
Verstappen: "Non c'era passo, ma ottima la scelta della hard"
Nico Hulkenberg: 8
In relazione al mezzo che guida, sul podio dei più bravi. La Haas gli dà l’unica VF-24 aggiornata disponibile e lui ringrazia portandola al 6° posto, il medesimo piazzamento dell’Austria: punti d’oro per gli americani, che hanno risolto anche la grana delle curve veloci. Per loro il mondiale si fa interessante, perché Racing Bulls sta soffrendo e questo è il momento di approfittarne.