        La storia dello sport, e quello delle corse non fa eccezione, &egrave; piena di casi in cui un addio si &egrave; trasformato in realt&agrave; in un arrivederci. Un qualcosa che fin qui non &egrave; accaduto a Nico Rosberg, ritiratosi a fine 2016 pochi giorni dopo aver conquistato il suo unico titolo mondiale. Ma pure lui ha dovuto domare una tentazione che si era fatta larga in un momento ben preciso, vale a dire al GP Sakhir 2020. A rivelarlo lo stesso Rosberg nella sua chiacchierata al programma Antenne Bayern.  Maserati, ritorno alle competizioni: sar&agrave; in Formula E nel 2023 Ritorno? No grazie L'occasione per un ritorno sarebbe stata quella del secondo appuntamento in Bahrain nel campionato 2020, alla penultima prova del mondiale. Alla vigilia di quell'appuntamento Lewis Hamilton era risultato positivo al Covid e la Mercedes aveva dovuto pensare ad un sostituto. In quel frangente, a Nico &egrave; venuto in mente di sostituire il vecchio compagno di squadra per un GP, anche se la settimana precedente si era verificato lo spaventoso incidente di Romain Grosjean: "S&igrave;, ci ho pensato - ha ammesso Nico -, Lewis aveva il Covid ed avrebbe saltato la gara, per cui mi sono detto 'Ehi, che figata se mi sedessi di nuovo macchina'".  Un'idea che per&ograve; &egrave; tramontata subito, per un motivo ben preciso: la tenuta fisica. "In realt&agrave; - ha proseguito il tedesco -, mi sono immediatamente reso conto che avrei avuto zero possibilit&agrave;. Non sarei riuscito a fare pi&ugrave; di tre giri. Le mie braccia, i miei avambracci avrebbe ceduto immediatamente.&nbsp;E il collo mi sarebbe caduto tra le gambe in frenata, non sarei riuscito minimamente a trattenerlo. Non mi sono rimasti i muscoli che servono per guidare una F1".  Hamilton, il futuro ed i segnali attesi dall'indagine della Fia Avrei paura di guidare a Monaco! Cinque stagioni fermo ormai sono tante, e Nico non pare avere la minima intenzione di tornare a correre. Anche perch&eacute;, stando fermo, ha assunto una percezione diversa: "Se oggi dovessi guidare a Monaco, avrei paura anche io. In Bahrain sarebbe diverso, c'&egrave; il deserto e ci sono ampie vie di fuga, non avrei paura. Ma ripeto, fisicamente non avrei nessuna possibilit&agrave;. Potrei riuscire a fare uno, due, tre giri, ma poi mi dovrei fermare".  McLaren, Key ed il 2022: "Servir&agrave; essere chiari nelle regole"       

Il campione del mondo 2016 ha svelato di aver cullato l'idea di rientrare una tantum in F1 in sostituzione di Lewis Hamilton quella volta in cui l'inglese risult&ograve; positivo al Covid, e di aver desistito per un motivo legato alla condizione fisica

Rosberg: "Ritorno? Sì, ci ho pensato: a Sakhir 2020"

Anche i piloti di Formula 1 hanno seguito la finale di Euro 2020 tra Italia e Inghilterra. E gli italiani si sono scatenati davanti alla televisione e poi dopo nei festeggiamenti al grido di &quot;Forza Azzurri&quot;. Ma tra la tanta gioia c&#39;&egrave; chi come Hamilton e Russell non ha potuto far altro che andare a dormire sconsolato. O chi come Norris era a Wembley e ha visto dal vivo la sconfitta degli inglesi ai rigori. Ecco il meglio del tifo social del Circus

Italia Campione d'Europa: Giovinazzi, Leclerc e la Ferrari in festa, mentre Hamilton e Russell si disperano

Il pilota italiano dell’Alfa Romeo e lo spagnolo dell’Alpine infiammano la semifinale di Euro 2020. Anche in Formula 1 infatti impazza il tifo per Italia-Spagna, con Antonio e Nando che lanciano la sfida dei caschi personalizzati, scambiandosi quelli con le rispettive nazioni. E Giovi, sempre in Azzurro, incita la Nazionale citando Lino Banfi: “Sono un’italiano semplice,Sono un Italiano semplice. La Nazionale gioca, io indosso il casco tricolore e canto PoooPoPoPoPorc*******a”!

Giovinazzi e Alonso: cambio di caschi in F1 per Italia-Spagna

Si accendono i motori delle monoposto di Formula 1 per la caccia alla pole position sul circuito di Le Castellet.&nbsp; Finora i tre turni di prove libere sel GP di Francia che hanno visto al comando l&#39;alternanza di Mercede e Red Bul. Questa mattina nelle FP3 in cattedra &egrave; salito nuovamente Verstappen, tallonato stretto da Bottas e a sorpresa anche Sainz. Mentre la Mercedes di Hamilton ha registrato solo il 5&deg; crono, cos&igrave; come Leclerc non &egrave; andato oltre l&#39;11&deg; tempo.&nbsp;  Il ritorno in un circuito tradizionale confermer&agrave; la supremazia di Mercedes e Red Bull, dopo gli ultimi colpi di scena?  Come saranno le qualifiche della Formula 1 in terra Transalpina? Lo scopriremo dalle 15, live con Autosprint!   

Sul circuito del Paul Ricard le monoposto della Formula 1 sono chiamate ad aprire il gas al massimo per vincere il primo posto nella griglia di partenza di domani. Segui tutte le emozioni live con Autosprint!

LIVE Qualifiche GP Francia: segui dalle 15 la lotta per la pole position

Sul circuito di Baku il sesto appuntamento del Mondiale 2021 &egrave; una montagna russa continua. La gara, interrotta e poi ripresa al 49&deg; giro dopo la bandiera rossa causata dall&#39;incidente di Verstappen, la vince comunque una Red Bull ovvero quella di Perez. Il messicano per la seconda volta in carriera sale sul tetto del podio davanti a Vettel, rinato con l&rsquo;Aston Martin e senza la Ferrari, e un super Gasly in AlphaTauri. Una domenica da dimenticare per le Mercedes tra l&rsquo;errore da principianti di Hamilton alla ripartenza, che lo ha portato al bloccaggio e al 15&deg; posto, e la corsa in ombra di Bottas, 14&deg;. Unica nota positiva del 4&deg; posto di Leclerc e l&rsquo;8&deg; di Sainz &egrave; il bottino di punti che permette alle Rosse di Maranello il 3&deg; posto nella classifica costruttori dopo il sorpasso alla McLaren. Ecco il meglio e il peggio del GP d&#39;Azerbaijan

Top e Flop Gran Premio Baku: Ferrari supera McLaren, Perez vince e Verstappen s'arrabbia

Il direttore Andrea Cordovani insieme al nostro Mario Donnini consegnano a Jo Ramirez e a Riccardo Pratese i premi Casco Legend F.1, e a Franz Tost il premio Casco d&#39;Oro F.1

Caschi d'Oro 2020: i premi consegnati a Tost, Ramirez e Patrese

La Ferrari toglie i veli dalla SF21 il 10 marzo, proprio mentre questo numero di Autosprint raggiunge le edicole. C&rsquo;&egrave; sempre un&rsquo;atmosfera particolare ogni volta che viene presentata una Rossa. Comunque sia, al di l&agrave; di ogni pronostico, oltre ogni considerazione l&rsquo;arrivo di una monoposto del Cavallino si porta in dote quel carico di attesa mista ad emozione che solo una vettura della Scuderia sa trasmettere in senso assoluto. Il battesimo avviene in circuito, direttamente in Bahrain, pista di decollo di un Mondiale 2021 dove nel copione sono da inserire solo partecipazioni speciali e comprimari perch&eacute; ancora una volta il ruolo di protagonisti viene assegnato a Lewis Hamilton e alla Mercedes.   Leclerc: &quot;Nel 2021 miglioriamo sulla gestione delle gomme&quot;  Nella settimana appena trascorsa la Regina s&rsquo;&egrave; presa tutta la scena lanciando in orbita la W12, ultimo gioiello di una specie che ha riscritto la storia della F.1. Assieme alla Mercedes sono uscite allo scoperto anche le ambiziose Alpine e Aston Martin: ora non resta che attendere venerd&igrave; 12 marzo quando finalmente si riaccenderanno le power unit per l&rsquo;avvio dei test. In Bahrain va in scena uno dei momenti clou della stagione con tre giorni di prove collettive, preludio del via del Mondiale previsto per l&rsquo;ultimo week end di marzo. Sar&agrave; la prima occasione di confronto e raffronto tra monoposto evoluzione e non rivoluzione, visti i pochi spazi d&rsquo;intervento consentiti da regolamento.    Nel frattempo segnatevi in rosso anche marted&igrave;1 6 marzo, giornata in cui si alzer&agrave; il sipario sull&rsquo;edizione 2020 dei Caschi d&rsquo;Oro e Volanti Aci: per la passata stagione verranno assegnati i riconoscimenti con una cerimonia che potrete seguire on line sul sito di Autosprint. Un&rsquo;intera giornata dedicata al motorsport internazionale e nazionale con ospiti d&rsquo;eccezione a cominciare dal presidente della FIA Jean Todt. Tutti i campioni del mondo delle specialit&agrave; clou nel 2020 hanno dato la loro adesione: c&rsquo;&egrave; tanta carne al fuoco e abbondano le sorprese.  Intanto riparte anche l&rsquo;attivit&agrave; nazionale. Ad aprire la stagione corsaiola tricolore tocca al Rally del Ciocco, primo round di un Cir che vedr&agrave; in corsa per lo scudetto tanti volti nuovi. Il campione in carica Andrea Crugnola al volante della Hyundai dovr&agrave; vedersela con una pattuglia agguerrita di giovani rivali pronti a sfidarsi in una serie che continua ad avere grande appeal. A impreziosire ancora di pi&ugrave; il men&ugrave; c&rsquo;&egrave; anche la presenza di Neuville e Breen che sull&rsquo;asfalto della Garfagnana sono pronti a una bella sfida in famiglia che alza di molto l&rsquo;asticella dello spettacolo e serve alle due punte del team principal Andrea Adamo per aumentare feeling e consapevolezze in vista dei prossimi appuntamenti nel Mondiale Rally.   Allacciamoci le cinture perch&eacute; la stagione &egrave; pronta a decollare. L&rsquo;ultima annotazione riguarda la Formula E. Ed &egrave; un&rsquo;annotazione pesante. La sera di sabato 27 febbraio si &egrave; decisamente esagerato: l&rsquo;Arabia Saudita ha rivelato di aver intercettato durante la cerimonia del podio del primo round della serie elettrica un attacco missilistico ed il governo sospetta che sia stato lanciato dai ribelli Houthi in Yemen. In realt&agrave; il bersaglio esatto del missile balistico che &egrave; stato intercettato &egrave; ovviamente sconosciuto, dato che per fortuna non &egrave; stato lasciato colpire, ma &egrave; decisamente possibile che fosse la gara corsa nel quartiere di DiRiyya, a nord ovest della capitale, o quantomeno il principe ereditario Mohammed bin Salman presente all&rsquo;evento. Addirittura il canale AlArabiya ha pubblicato un video del missilefatto brillare sopra Riad dalla contraerea, mentre l&rsquo;Agenzia di stampa saudita ha diffuso le immagini dei resti dello stesso caduti su una casa di un quartiere residenziale della capitale.  La situazione pare insomma tutto fuorch&eacute; sicura, quindi la domanda diventa importante: che cosa fare per il futuro? Ha senso intestardirsi a creare un evento mondiale e quindi altamente interessante da attaccare, visto che il gruppo terroristico della milizia Houthi ha intensificato i suoi sforzi per colpire l&rsquo;Arabia Saudita e diverse aree dello Yemen ancora fuori dal suo controllo?  Il segretario generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo Nayef bin Falah ha ovviamente condannato i tentati attacchi al Regno, mentre il portavoce della coalizione Colonnello Turki Al-Maliki ha detto che i tentativi della milizia Houthi di attaccare i civilie le aree popolate costituiscono un criminedi guerra. Ha senso persistere nel creare uninteressante obiettivo da colpire per attirarel&rsquo;attenzione di tutto il mondo? Sicuramente c&rsquo;&egrave; un vantaggioso interesse economico per il campionato, dato che in Medio Oriente ci sono tante importanti e ricche multinunazionali da coinvolgere, ma davvero vale la pena rischiare cos&igrave; tanto? 

Allacciamoci le cinture perch&eacute; la stagione &egrave; pronta a decollare. Tra i test in Bahrain della F1, una rocambolesca Formula E, Il Mondiale Rally e il Cir, segnatevi nel calendario marted&igrave; 16 marzo: giornata in cui si alzer&agrave; il sipario sull&rsquo;edizione 2020 dei Caschi d&rsquo;Oro e Volanti Aci

L&#39;editoriale del Direttore: F.1 &egrave; l&#39;ora dei test, missili puntati sulle F.E

        Una F1 in "recessione" per quanto riguarda il numero di spettatori in tv, ma in crescita per quanto riguarda le piattaforme digitali. E' questa l'analisi immediata dei dati della Formula 1 2020, al termine di un anno molto particolare. Media in ribasso L'audience media per ogni singolo GP &egrave; stata di 87,4 milioni di spettatori, vale a dire un -4,5% in meno rispetto alla media registrata nella stagione 2019, anche se superiore agli anni precedenti: dall'inizio dell'era ibrida il numero di spettatori medi era stato 83 milioni nel 2014, 80 nel 2015 ed 87 nelle tre stagioni successive. La F1, che ha pubblicato i risultati sul proprio sito ufficiale, ha spiegato che il calo &egrave; dovuto in larga parte ad un calendario che ha visto gare in prevalenza tra Europa e Medio Oriente, con orari penalizzanti per altri mercati, come quello americano o dell'Asia. Al di l&agrave; di questo comunque, si sono registrati incrementi in Cina, Olanda, Gran Bretagna, Russia, Germania e, anche se molto lieve, Stati Uniti. Sterzi a parte: E' tempo di accettare la transizione Rossa Cala il numero dell'audience cumulativa A calare notevolmente invece &egrave; il dato sugli spettatori totali dell'intera stagione, aspetto pi&ugrave; che prevedibile dal momento che rispetto al 2019 la stagione 2020 ha avuto ben quattro gare in meno. Motivo per cui, all'1,9 miliardi di spettatori si &egrave; assistito lo scorso anno ad un netto calo, con il 2020 che ha chiuso con 1,5 miliardi di spettatori totali. Budapest la corsa pi&ugrave; seguita La tappa pi&ugrave; seguita dell'anno &egrave; stato il Gran Premio d'Ungheria a Budapest, terza prova del mondiale. L'appuntamento magiaro ha registrato 103,7 milioni di telespettatori, unica tappa "storica" a resistere alle novit&agrave;: il Portogallo &egrave; stato seguito da 100,5 milioni di persone, mentre la seconda gara in Bahrain ha registrato 98,1 milioni di spettatori, facendo anche meglio della Turchia, con 89,1 milioni. Ufficiale: Hamilton e Mercedes ancora insieme nel 2021 Boom sulle piattaforme digitali Liberty Media per&ograve; si dice soddisfatta, dal momento che un campione di fan ha dato impressioni positive sulla moderna F1. Il dato pi&ugrave; incoraggiante riguarda comunque le piattaforme digitali, vale a dire Facebook, Instagram, Twitter e YouTube: qui si &egrave; registrato globalmente un incremento addirittura del 99%, a fronte del 26% dell'anno prima. Nessuno sport nel mondo ha registrato una crescita percentuale cos&igrave; alta (la Bundesliga, il massimo campionato di calcio tedesco, &egrave; cresciuta del 48% ed &egrave; seconda in questa classifica, al pari dell'UFC, la pi&ugrave; importante societ&agrave; nel campo delle MMA), ma sono dati da interpretare: essendo la F1 uno degli sport che si &egrave; avvicinato molto pi&ugrave; tardi alle piattaforme social, &egrave; normale che adesso registri crescite pi&ugrave; elevate rispetto ad altri sport che invece gi&agrave; da molti anni si affidano a questa nuova frontiera, utile per "cacciare" soprattutto i giovani.&nbsp; Rinnovo Hamilton, Wolff: del 2022 parleremo nei prossimi mesi Parla Domenicali Questo il saldo dell'ultima anno di Chase Carey alla guida di Liberty Media, che si &egrave; appena fatto da parte per lasciare il posto a Stefano Domenicali. Riguardo questi dati, l'ex team principal della Ferrari ha detto: "Quello passato &egrave; stato un anno senza precedenti per tutti e la Formula 1 ha dovuto adattarsi alle sfide presentate dalla pandemia. Abbiamo disputato 17 gare, qualcosa che molti pensavano impossibile all'inizio dell'anno. L'abbiamo fatto in modo sicuro e abbiamo portato entusiasmo e nuove gare ai nostri fan in tutto il mondo. I dati del pubblico per il 2020 mostrano la forza e la resilienza del nostro sport, con un pubblico medio. nel 2020 di 87,4 milioni e un'audience cumulativa stagionale totale di 1,5 miliardi. Abbiamo registrato una forte crescita in Cina, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania e Stati Uniti, in combinazione con l'enorme aumento dei nostri dati digitali.  Rinnovo Hamilton, smentito il veto sul secondo pilota Abbiamo visto solo una riduzione marginale del pubblico televisivo, causata da molteplici ragioni ma chiaramente viziata da un calendario geograficamente limitato ed accorciato rispetto al 2019, un qualcosa in comune con ogni grande sport nel 2020. Siamo orgogliosi di ci&ograve; che abbiamo realizzato nel 2020 e sappiamo di avere una base di fan e una piattaforma di pubblico incredibilmente forti per crescere nei prossimi anni. Siamo lieti che i nostri fan provino una forte soddisfazione per lo sport, la nostra stagione e il modo in cui abbiamo risposto alla pandemia globale. Non vediamo l'ora che inizi la stagione 2021 dopo la pausa invernale e sappiamo che i nostri fan sono entusiasti quanto noi di ricominciare a correre". L'Aston Martin e l' "ingegner" Vettel       

Liberty Media sul sito ufficiale della F1 ha elencato i dati della stagione 2020, che ha registrato un calo degli spettatori in tv ma al tempo stesso un'impennata, seppur da interpretare, sulle piattaforme digitali

F1 2020, i dati degli ascolti: tv in calo, crescono le piattaforme digitali

        Avere un passato glorioso &egrave; bello, ma sono il presente ed il futuro a contare. John Elkann, presidente Ferrari e CEO ad interim, ha parlato in videoconferenza agli azionisti, affrontando il tema dei mancati successi sul versante Formula 1.  Mick Schumacher: costanza e piedi per terra, gli insegnamenti di pap&agrave; 2020, disastro sportivo Sul fronte delle vendite il 2020 tutto sommato non &egrave; andato male, perch&eacute; pur registrando dei segni negativi rispetto al 2019 i numeri sono stati migliori, a quanto pare, rispetto alle stime fatte a Maranello tenendo conto della pandemia. Dunque hannus orribilis&nbsp;il 2020 lo &egrave; stato in Formula 1, con una SF1000 mai in lotta e sempre lontanissima dal vertice, con un mesto 6&deg; posto nel Costruttori: era dal 1980 che la Scuderia, allora addirittura 10&deg;, non faceva cos&igrave; male. Binotto: "Vittorie nel 2021? Non ho la sfera di cristallo" Serve umilt&agrave; La strada nelle corse &egrave; in salita, ed Elkann ha espresso il disappunto per i risultati portati a casa nelle ultime stagioni: "Avere un grande passato non significa necessariamente avere un grande presente ed un grande futuro. Dobbiamo ripartire con umilt&agrave;, non siamo soddisfatti dei nostri risultati in F1 e lavoreremo con umilt&agrave; e dedizione per far s&igrave; che cambino". Haas VF-21, accensione Pu Ferrari da rimandare       

Il presidente del Cavallino Rampante in una videoconferenza con gli azionisti ha spiegato che servono umult&agrave; e dedizione per dare una sterzata sul fronte sportivo

Ferrari, Elkann tuona: umiltà e dedizione per ripartire

        Ben 17 GP nello spazio di soli 24 fine settimana, un tour de force che non si era mai visto in Formula 1. Motivo per cui &egrave; stata quella del 2020 &egrave; stata una delle stagioni pi&ugrave; stancanti di sempre, soprattutto da un punto di vista mentale, per gli addetti ai lavori. Tra questi anche Charles Leclerc, il pilota Ferrari momentaneamente confinato a casa causa Covid, il quale ha ammesso di aver vissuto una stagione molto pesante. Ferrari, cominciato il lavoro di Sainz a Maranello Recupero fisico e mentale Questo indipendentemente dalle prestazioni in pista della SF1000, come il monegasco ha spiegato a GPFans: "Per quanto mi riguarda, certamente da un punto di vista fisico con una gara dietro l'altra ti senti stanco, ma io gi&agrave; dal luned&igrave; successivo mi sentivo pronto per tornare nuovamente in macchina. Penso sia pi&ugrave; l'aspetto mentale quello in cui con le gare in successione vuoi recuperare meglio". Monaco non si ferma: avanti con GP F1, GP storico e Formula E I pi&ugrave; penalizzati sono i meccanici Poi ha proseguito: "Sei anche sotto pressione, e diventa mentalmente pesante alla fine dell'anno spendere molto tempo lontano da casa. Per cui s&igrave;, secondo me &egrave; sotto l'aspetto mentale che &egrave; pi&ugrave; difficile. Forse &egrave; ancora pi&ugrave; complicato per i meccanici, che arrivano in pista prima di noi e se ne vanno dopo di noi. S&igrave;, &egrave; stata una stagione davvero faticosa". Sterzi a parte: Forza Imola!       

Il pilota della Ferrari ha parlato degli aspetti mentali legati alle corse in successione avute nel 2020, che ha visto 17 GP in soli 24 week-end

Leclerc ed i tanti GP ravvicinati: "Mentalmente stancante"

        E' stato un 2020 frustrante per Kimi Raikkonen, abituato a battagliare in ben altre posizioni. Da tempo il finlandese non combatteva per evitare le ultimissime file, una cosa che gli era accaduta solamente a tratti nella sua prima stagione F1, quella nel 2001 con la stessa Sauber, oggi con i colori dell'Alfa Romeo. Alpine, svelati nome e livrea della monoposto 2021 Numeri impietosi Numeri alla mano, il campionato appena concluso &egrave; stato il peggiore nella carriera del finlandese, che ha raccolto solamente 4 punti nel 2020, frutto di doppio 9&deg; posto. Nel 2001 (17 GP come nella stagione terminata ad Abu Dhabi circa un mese fa), con la C20, i punti portati a casa erano stati 9, ma c'era sempre il punteggio che premiava solamente i primi sei: con il punteggio attuale, all'epoca Kimi avrebbe portato a casa ben 66 punti. Nel 2019 invece i punti erano stati 43 (con quattro gare in pi&ugrave;), un bottino ben pi&ugrave; grande. La differenza l'ha fatta il miglioramente di alcune squadre ma soprattutto il netto passo indietro del motore Ferrari, che ha azzoppato le speranze di Raikkonen e Giovinazzi. GP Roma: la suggestione e l'aut aut di Ecclestone Un Kimi frustrato Normale che uno come lui non si possa dire soddisfatto da questi risultati, come ha detto a GPFans: "Sono frustrato, ma penso che abbiamo fatto un lavoro decente. Ovviamente non eravamo dove avremmo voluto essere. Le nostre speranze erano piuttosto alte ma presto &egrave; stato chiaro a tutti noi che non eravamo dove ci sarebbe piaciuto essere, per cui abbiamo dovuto solo lavorare e provare a fare il miglior lavoro possibile". Zanardi ha ripreso a parlare: "E' stata una grande emozione" Tanto da fare per il 2021 Il campione del mondo 2007 ha poi proseguito: "Penso fosse abbastanza chiaro dopo i test che non eravamo dove volevamo, ma ci sono molte ragioni per cui non siamo stati veloci come speravamo. Da questo punto di vista, &egrave; deludente per tutti noi. Ripartiamo nuovamente da zero ed ovviamente c'&egrave; molto da fare per il prossimo anno per ritrovarci in una posizione migliore, ma lo faremo". Mick Schumacher, il lato positivo del rinvio della prima gara       

Il pilota finlandese, che nel 2020 ha vissuto la stagione pi&ugrave; difficile della sua lunga carriera, ha chiarito che subito ai test in squadra hanno capito di essere in ritardo

Raikkonen: un 2020 frustrante, ma fiducia nella squadra per il 2021

        I record sono fatti per essere battuti, &egrave; la legge che vige da quando &egrave; stato stilato ogni albo d'oro di qualsiasi sport. Nel 2020 della Formula 1 di primati battuti ce ne sono alcuni, tanti per mano di Lewis Hamilton, ma non solo.&nbsp; Sterzi a parte: La regola pi&ugrave; bella del 2021 &egrave; Fernando Alonso  Maggior numero di vittorie Al Nurburgring Lewis Hamilton ha fatto centro per la 91&deg; volta in carriera, eguagliando il record di Michael Schumacher, del quale ha ricevuto il casco per mano di suo figlio Mick. Il primato in compartecipazione &egrave; durato appena 14 giorni, dal momento che la settimana dopo, in Portogallo, l'inglese ha vinto ancora portandosi a 92. Ha fatto in tempo a vincerne altre tre, chiudendo la stagione con 95 successi, 11 dei quali in questo campionato. Maggior numero di podi Lewis Hamilton &egrave; salito sul podio per 165 volte, stracciando il primato di 155 stabilito da Michael Schumacher. L'inglese aveva cominciato l'anno con 152 podi all'attivo, divenuti appunto 165 con i 13 podi raccolti in 16 gare (Lewis ha saltato il GP di Sakhir per Covid) nel 2020. Dakr 2021, seconda tappa: Al-Attiyah vince in rimonta Maggior numero di vittorie con un costruttore Il binomio Hamilton-Mercedes &egrave; il pi&ugrave; vincente di tutti i tempi. L'accoppiata che sta dominando l'era ibrida infatti ha chiuso davanti a tutti in 74 GP, superando il record che apparteneva alla coppia Schumacher-Ferrari, insieme sul gradino pi&ugrave; alto del podio per 72 volte. Nel maggior numero di vittorie con lo stesso motore invece Hamilton &egrave; davanti a tutti da un pezzo: Schumacher con il Ferrari aveva fatto appunto 72 vittorie, mentre Lewis Hamilton ha sempre vinto con un motore Mercedes dietro la schienda, dal momento che anche ai tempi della McLaren il motore era comunque della casa della Stella. Binotto sul 2021: tra gerarchie in squadra e posti di lavoro da salvare Maggior numero di successi nel GP di casa Ancora una volta, Lewis Hamilton. Con il trionfo nel Gran Premio di Gran Bretagna, l'inglese ha portato a casa per la settima volta la corsa di casa: staccato Alain Prost, che si era imposto in sei occasioni nel GP di Francia. Titolo in tre decenni diversi Mai nessuno aveva vinto un titolo in tre decenni diversi, nessuno fino ad oggi, con Lewis Hamilton. L'inglese infatti si &egrave; imposto nel primo decennio del 21&deg; secolo con l'alloro del 2008, cui hanno fatto seguito gli altri cinque degli anni '10, per poi finire con il titolo di quest'anno, nella prima stagione degli anni '20. Motori 2025, Mercedes: s&igrave; allo sviluppo ma occhio ai costi Pi&ugrave; GP per vincere una gara Questo &egrave; un primato di attesa, ma al tempo stesso un applauso alla tenacia. Tra i vincitori di GP, Sergio Perez &egrave; divenuto quello ad aver atteso di pi&ugrave; prima di salire sul gradino pi&ugrave; alto del podio. Il messicano ha fatto centro al GP numero 190 della carriera, facendo "peggio" di Mark Webber che per il primo hurr&agrave; aveva dovuto attendere 130 gare, rompendo il ghiaccio al Nurburgring nel 2009. Dakar 2021, Al-Attiyah dopo la seconda tappa: "Un buon inizio" Maggior numero di GP disputati Kimi Raikkonen &egrave; diventato recordman di presenze, con i suoi 329 GP disputati. Superato Rubens Barrichello, fermo a 323. Per i puristi invece fanno addirittura 330: la diatriba &egrave; legata al Gran Premio di Malesia del 2017, quando Kimi non riusc&igrave; a prendere il via per un guasto al motore: di fatto non &egrave; partito per quella gara, ma &egrave; comunque sceso regolarmente in pista per libere e qualifiche. Record di GP a punti consecutivi Ancora Lewis Hamilton ad imporsi, con ben 48 arrivi a punti consecutivi. Superato il precedente primato di 33, peraltro messo a segno dallo stesso inglese. Hammer &egrave; andato ininterrottamente a punti dal GP Gran Bretagna 2018 al GP Bahrain di quest'anno, fermandosi poi causa Covid. Motivo per cui alcuni sostengono che la striscia in realt&agrave; sarebbe di 49, perch&eacute; di fatto Lewis ha sempre preso punti nelle ultime 49 corse cui ha preso parte. Che fine hanno fatto: Jaime Alguersuari Maggior numero di titoli Costruttori consecutivi Passiamo adesso alle squadre, e se nei record il re &egrave; Lewis Hamilton, tra i team la regina &egrave; la Mercedes. La quale, quest'anno, ha strappato un record niente male: mai nessuna squadra infatti aveva portato a casa sette titoli Costruttori di fila. La Ferrari si era fermata a sei, con la striscia cominciata nel 1999 e terminata nel 2004. Record di GP consecutivi con almeno un giro in testa Primato di nicchia e poco considerato, ma comunque un record. Dal GP Messico 2018 al GP Sakhir 2020 la Mercedes ha percorso almeno un giro di gara al comando per ben 39 corse consetutive. Superato il primato della Williams, che si era fermata a 31. La striscia Mercedes &egrave; stata interrotta dalla Red Bull di Verstappen, sempre al comando nel Gran Premio di Abu Dhabi.       

Lewis Hamilton ha riscritto molte pagine del libro dei primati della Formula 1, ma anche la Mercedes non &egrave; stata a guardare

F1 2020, ecco i record che sono stati battuti

        E' stato un 2020 difficile per l'Alfa Romeo, sia per un motore poco potente sia per una macchina, la C39, non perfetta. Per&ograve; Antonio Giovinazzi pu&ograve; dirsi soddisfatto del suo livello di guida, e lo ha ammesso lui stesso in un'intervista a Motorsport.&nbsp; Sterzi a parte: Sainz merita pi&ugrave; rispetto Una maggiore conoscenza I punti raccolti sono stati 4, proprio come il compagno di squadra Kimi Raikkonen, che per&ograve; l'italiano &egrave; riuscito a battere in qualifica, con un 9-8 deciso proprio nella tappa finale di Abu Dhabi. Sulla stagione appena conclusa, Antonio ha detto: "Penso di essere molto migliorato, ho avvertito pi&ugrave; feeling con macchina, squadra e tutto il resto. E' qualcosa che capita a tutti i giovani in carriera. Nel primo anno sei un po' nervoso perch&eacute; &egrave; tutto nuovo, mentre ora conosco meglio le cose. Ho ancora molto da imparare e migliorare, e cercher&ograve; di farlo l'anno prossimo, compiendo un ulteriore passo avanti. Prover&ograve; a crescere ancora". Dakar 2021: Nani Roma fermato dal Covid Il riferimento di Kimi Poi Giovinazzi ha proseguito: "Credo ci siano molti&nbsp;aspetti sui quali lavorare, soprattutto in gara perch&eacute; &egrave; stato un po' il mio punto debole. Nel corso del primo giro non sono andato mai troppo bene al primo anno, nel 2020 invece &egrave; andata piuttosto bene (sotto questo punto di vista, Giovi &egrave; stato il migliore: ben 48 posizioni guadagnate al primo giro in questo campionato), penso di aver fatto comunque progressi nel passo gara. Kimi? E' ovvio che guardarlo mi abbia aiutato, lui &egrave; uno dei migliori. Sono soddisfatto di quanto ho fatto, ma ho ancora altre cose da affrontare per migliorare ancora". Che fine hanno fatto: Jaime Alguersuari       

Il pilota dell'Alfa Romeo ha analizzato la sua stagione, sottolineando i progressi fatti ma ammettendo di avere ancora altre cose da limare per essere migliore, soprattutto in gara

Giovinazzi: "Progressi nel 2020, ma devo migliorare ancora"

Messa in archivio la stagione 2020 della Formula1 è tempo di bilanci. Ecco tutti i nostri giudizi ora che le monoposto del Circus hanno spento i motori, ma siamo sempre in attesa di conoscere la vostra opinione nei commenti!

F1, il pagellone finale piloti: ecco i voti del Mondiale 2020

        Williams  George Russell &nbsp; &nbsp; &nbsp;8Vita difficile in fondo al gruppo, poi la grande occasione di Imola buttata via. Sembrava destinato a chiudere la stagione di nuovo a quota zero, quando poi gli si sono aperte le porte del paradiso: fortissimo e sfortunato a Sakhir alla prima sulla Mercedes. Il futuro pu&ograve; essere suo. Nicholas Latifi &nbsp; 5Tre volte 11&deg;, ad un soffio dai punti, segno che in gara &egrave; uno che sa aspettare. Ma non ha mai avuto un guizzo, mai vissuto un sabato od una domenica da applausi. Non che con la Williams sia facile, specie con un compagno di squadra cos&igrave; scomodo. Nel 2021, macchina permettendo, serve qualcosina di pi&ugrave;. Jack Aitken &nbsp; &nbsp;s.v.Salto in F1 quando ormai non ci sperava pi&ugrave;, si &egrave; tolto la soddisfazione di prendere parte ad un GP. Contenti per lui, che ha mostrato anche prestazioni interessanti nel giro secco, restando pi&ugrave; o meno vicino a Latifi. Peccato il testacoda di Sakhir, per il resto altri grossi errori non ne ha combinati. &nbsp; Haas  Romain Grosjean &nbsp; &nbsp;6Qui si fa fatica a parlare di risultati, voti e piazzamenti, tanta &egrave; stata la paura a Sakhir. Un sollievo l'immagine di lui in fuga tra le fiamme, istanti consegnati alla storia. E' salvo e va gi&agrave; bene cos&igrave;. Sforzandosi di guardare alla pista, &egrave; stato il Romain degli ultimi anni, troppe volte pasticcione, ma il 6 ci sta per aver portato a casa 2 dei 3 punti della Haas. Con la F1 ha chiuso: buona fortuna, qualunque scelta faccia. Kevin Magnussen &nbsp; &nbsp; 5,5Lui e Romain, pur condividendo tanti momenti difficili, hanno anche avuto modo di stringere una bella amicizia. Un'amicizia che crediamo proseguir&agrave;, ma fuori dalla F1: anche per lui, i troppi bassi sono stati fatali. Nel voto rispetto a Romain, paga l'arrivare dietro in classifica. Lascia con il punto di Budapest ed un futuro tutto da scrivere in America. Pietro Fittipaldi &nbsp; &nbsp;s.v.Chiamato all'ultimo per sostituire Grosjean, &egrave; diventato il quarto Fittipaldi a correre in F1 dopo Emerson, Wilson e Christian. Una famiglia da corsa a cui si &egrave; aggiunto lui, con due gare in cui poteva fare ben poco, dopo un anno di inattivit&agrave;, se non quella di portare la macchina a casa. &nbsp; Alfa Romeo  Kimi Raikkonen &nbsp; &nbsp; 6Ha scelto di proseguire ancora, nonostante i 41 anni. Con un'Alfa mediocre ed un motore spompato combinare qualcosa quest'anno &egrave; stato difficile, ma le sue domeniche le ha comunque vissute: il conto dice 4 punti in tutto ed un primo giro a Portimao da urlo. Antonio Giovinazzi &nbsp; &nbsp;6Un sostanziale equilibrio con Kimi nelle prestazioni, oltre che nei punti in classifica. Formidabile nelle partenza, pu&ograve; ancora migliorare nella gestione delle gomme e nella visione di gara, ma ha compiuto passi in avanti non indifferenti. Il vero obbiettivo del 2020 era strappare un rinnovo, lo ha fatto: ora aspetta una macchina ed un motore pi&ugrave; competitivi. &nbsp; AlphaTauri  Pierre Gasly &nbsp; &nbsp; 7,5Ha trovato una costanza micidiale, poggiando su un'AlphaTauri spesso buona e qualche volta ottima. Ha vinto a Monza, si &egrave; imposto nel confronto interno con Kvyat, &egrave; cresciuto notevolmente. Ha sognato il posto in Red Bull, invece rester&agrave; a Faenza: non &egrave; detto che sia necessariamente un male per la sua carriera. Daniil Kvyat &nbsp; &nbsp; 5,5Il punto di forza di Gasly, la costanza, &egrave; stato il suo punto debole. Troppo incostante per i gusti di Helmut Marko, pronto a dargli il benservito per la seconda volta per far spazio a Tsunoda, stavolta presumiamo definitivamente. Talvolta ha corso bene, come al Mugello, ad Imola ed a Sakhir-2, ma &egrave; finito troppe volte dietro a Pierre. &nbsp; Ferrari  Charles Leclerc &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;8Qualche errore notevole lo ha commesso anche lui, sintomo di un eccesso di fiducia in una stagione in cui ci ha sempre messo del suo. Ha visti tarpati i sogni di gloria, non la voglia di fare: ha surclassato Vettel anche per ragioni tecniche oltre che psicologiche, dovr&agrave; dimostrarsi nuovamente all'altezza l'anno prossimo con Sainz. In attesa di una Ferrari vincente. Sebastian Vettel &nbsp; &nbsp;6Sarebbe da 5 per i risultati, ma strappa la sufficienza per l'eleganza e la professionalit&agrave; mostrata in un anno vissuto ad attendere solo la fine. Con la SF1000 non si &egrave; trovato praticamente mai, ed ha fatto poco per nasconderlo. Solo nelle condizioni di alto carico &egrave; riuscito ad esprimersi meglio (Budapest, Barcellona, Imola, Istanbul le migliori). Distacco in classifica da Charles gonfiato anche da alcune circostanze sfavorevoli, ma in generale &egrave; stato schiacciato e si &egrave; fatto schiacciare da una situazione sempre pi&ugrave; complicata per lui, tra box e pista. Cambiare gli far&agrave; bene, e magari lo rivedremo pure con l'indice alzato. &nbsp; Renault  Daniel Ricciardo &nbsp; &nbsp;8Rimpianti per come ha guidato proprio non ne ha, spera di non averne tra uno o due anni ripensando a cosa sarebbe successo se fosse rimasto in Renault. Squadra alla quale ha voluto dare tutto, anche se gi&agrave; promesso sposo alla McLaren: ha corso sempre bene, sbagliando quasi mai e riportando la giallona sul podio. Ed &egrave; pure tornato a sorridere spesso, in attesa di vedere il tatuaggio di Abiteboul Esteban Ocon &nbsp; &nbsp;6,5Diciamo che si &egrave; salvato in corner, con il podio di Sakhir. Ha incontrato parecchie difficolt&agrave; ma ha delle scusanti: un anno di inattivit&agrave; ed il confronto per niente facile con uno tosto come Ricciardo. In questo senso per&ograve; la vita non cambier&agrave;: urge lavorare per evitare di finire stritolato dal confronto con Alonso.&nbsp; &nbsp;Racing Point  Sergio Perez &nbsp; &nbsp; 9Sarebbe stato un delitto, se non avesse trovato un sedile.&nbsp;Fatto fuori per far posto ad un quattro volte campione del mondo, una scelta che tutto sommato potrebbe anche starci per un team che vuole crescere; ci sarebbe stato molto meno vederlo fuori dal giro. Sempre a punti nelle gare in cui la macchina non lo ha abbandonato, una seconda parte di stagione strabiliante con l'acuto di Sakhir. Dopo Lewis, il migliore del 2020. Lance Stroll &nbsp; &nbsp;7Dopo Monza un crollo con tanti perch&eacute;. E' stato anche sfortunato, va detto, oltre che impalpabile in alcune occasioni. Un senso di smarrimento stoppato dalla pole di Istanbul e dal podio del GP Sakhir, il secondo dopo quello di Monza. Ha perso il confronto con Perez, e ci pu&ograve; stare: ora, pi&ugrave; che cercare di battere Seb, deve provare a coglierne i segreti per tentare di diventare uno dei nomi grossi della F1 del futuro. Ha un anno meno di Max e Charles e la stessa et&agrave; di George: pu&ograve; farcela. Nico Hulkenberg &nbsp; &nbsp;6,5Chiamato in causa tre volte, ha sempre risposto presente. A sentire Otmar Szafnauer, il suo apporto &egrave; stato importante non solo in termini di punti (10 nei due Gp nei quali &egrave; partito) ma anche in quella ingegneristica: in chiave Racing Point lo hanno descritto come un collaudatore sopraffino dopo aver dato spunti interessanti sulla Rp20.&nbsp;&nbsp; &nbsp; McLaren  Carlos Sainz jr &nbsp; &nbsp;8In due anni &egrave; cresciuto a dismisura, si dice pronto per il salto in Ferrari e non abbiamo motivo di dubitarne. E' riuscito a salire di nuovo sul podio (Monza) sfiorando il successo, e condendo la stagione con tanti ottimi piazzamenti. Come Daniel, lascia senza rimpianti augurandosi di aver fatto la scelta giusta. Lando Norris &nbsp; &nbsp;7,5Rispetto al 2019 il miglioramento pi&ugrave; grande &egrave; stato in gara, dove &egrave; riuscito a trovare costanza nel passo e nella gestione delle gomme. Forte in tutte le condizioni, ha inciampato poche volte garantendo un processo di maturit&agrave; non ancora terminato ma che fa ben sperare a Woking. &nbsp; Red Bull  Max Verstappen &nbsp; &nbsp; 8Ha corso troppe volte nella terra di nessuno, ovvero lontano dalle Mercedes ma pur sempre troppo veloce per tutti gli altri. Ha chiuso sul podio mondiale, gli dispiace aver vinto solo due volte: ha buttato via tutto in Turchia, avrebbe potuto fare bene alla penultima gara ma si &egrave; stampato troppo presto. Vuole una Red Bull pi&ugrave; forte, pena frustrazione crescente. Alexander Albon &nbsp; &nbsp; 5,5Due podi ma un confronto con Max pietoso, sia in termini di punti (214-105) che di risultati in qualifica, dove risulta l'unico, insieme a Latifi (eccezion fatta per l'una tantum con Aitken), a non essere mai finito davanti al compagno. Terzo pilota a soli 24 anni pu&ograve; far male, ma Ocon, che ha vissuto la sua stessa situazione, ce l'ha fatta a tornare: ci riuscir&agrave; anche lui? &nbsp; Mercedes  Lewis Hamilton &nbsp; &nbsp;10Siccit&agrave; di aggettivi per descrivere uno che ha dominato quasi tutte le domeniche. Ha demolito gli ultimi record di Schumi, ha portata a casa il settimo titolo oltre ad una lunga serie di primati. Alcuni capolavori come Silverstone, Imola ed Istanbul, poi tante volte gli &egrave; stato sufficiente gestire. Un solo vero errore, quello di Monza. La vera domanda &egrave;: come trovare altri stimoli? Valtteri Bottas &nbsp; &nbsp; 6Lo avevamo scritto anche nelle pagelle di met&agrave; anno: il problema &egrave; che al posto suo in tanti farebbero lo stesso, almeno questa &egrave; la sensazione. In qualifica &egrave; stato fortissimo, ma in gara troppo spesso si &egrave; fatto mettere sotto: il bilancio finale parla di due vittorie coincidenti con due penalit&agrave; per Hamilton, troppo poco. Russell, poi, lo ha messo in difficolt&agrave;: tempo scaduto? Il 2021 sa tanto di dentro o fuori.       

A fine anno &egrave; tempo di bilanci, valutazioni e giudizi, sempre in attesa di conoscere la vostra opinione

F1 2020, le pagelle: i piloti

        In rigoroso ordine di Classifica Costruttori, dall'ultimo posto fino al primo, ecco i nostri voti al 2020 dei vari team, tenendo conto di ambizioni alla vigilia, risorse e risultati conseguiti &nbsp; Williams: 5  La parola d'ordine del 2020 era sopravvivenza, ed a Grove ci sono riusciti. Certo, ha dovuto farsi da parte la famiglia Williams, che con Monza ha concluso un'epoca. E' cominciata la ricostruzione, qualche piccolo indizio di speranza c'&egrave;. Da quando per&ograve; Sir Frank ha rifondato il team, eccezion fatta per la prima stagione (1977), a Grove non avevano mai chiuso a quota zero punti in classifica. &nbsp; Haas: 4,5  Era andata male l'anno scorso con un super motore, figurarsi quest'anno con la Pu meno potente del lotto. Ne &egrave; uscito un disastro, con appena 3 punti raccolti. Tanto che Gunther Steiner ha scelto di rifondare tutto, ripartendo dai piloti: via Grosjean e Magnussen, dentro Schumi jr e Mazepin, con forte iniezioni di capitali. Simone Resta, un valore aggiunto, pu&ograve; essere la guida tecnica che serviva. &nbsp; Alfa Romeo: 6  Sono finiti davanti alla Haas, l'unico ragionevole metro di paragone. Con un motore molto in difficolt&agrave; hanno dovuto affidarsi alle intuizionidi piloti e muretto per portare a casa qualche punto, anche perch&eacute; la C39 un fulmine non era, indipendentemente dai cavalli. Con Kimi e Giovi ci sar&agrave; stabilit&agrave; ad Hinwil, dove ora serve un passo avanti nella progettazione. &nbsp; AlphaTauri: 7,5  Abbattuta quota 100 punti, non lontano da una Ferrari che per la prima volt anella sua storia a fine stagione conta meno vittorie dei vicini di Faenza, dove possono dirsi soddisfatti di questo 2020. Alla fine &egrave; arrivato il 7&deg; posto, per la quinta volta nelle ultime sette stagioni, ma si &egrave; diminuito il gap verso squadre con pi&ugrave; blasone e risorse. &nbsp; Ferrari: 3  Una nota positiva del 2020? Il fatto che sia finito. Un sospiro di sollievo a Maranello per una stagione cominciata malissimo e proseguita solo in funzione del 2021, con novit&agrave; e sviluppi introdotti solo per salvare il salvabile in vista della prossima stagione. Con un motore spompato ed una macchina spesso costretta a scaricare le ali per trovare un po' di velocit&agrave;, Leclerc &egrave; riuscito a combinare qualcosa di interessante, mentre Vettel &egrave; naufragato. Tre podi in tutto e 6&deg; posto tra le squadre: erano 40 anni che il Cavallino non scendeva sotto al 5&deg; posto nel Costruttori. &nbsp;Renault: 7,5  Un cambio di marcia rimarchevole tra il 2019 ed il 2020, con una squadra che si &egrave; finalmente messa a funzionare con convinzione. Certo, due anni fa and&ograve; ancora meglio con la quarta piazza nel Costruttori invece della quinta di quest'anno, ma i francesi sono finalmentetornati sul podio. Un'iniezione di fiducia ad un progetto che iniziava a vacillare, un lascito da non sprecare per la futura Alpine. &nbsp; Racing Point: 8  &ldquo;Facile cos&igrave;, con la Mercedes 2019&rdquo;. Chi lo dice non ha tutti i torti, ma poi, se i commissari danno il via libera, conta la pista. Perez ha ragione quando dice che, alla fine dei conti, la Racing Point &egrave; stata complessivamente superiore come vettura alla McLaren. La differenza l'hanno fatta gli errori strategici, ed anche una certa dose di sfortuna con Sergio finito ko due volte negli ultimi tre GP. Hanno sperperato parecchi punti con qualche chiamata scellerata ai box, ma la base su cui partir&agrave; la Aston Martin &egrave; buona, con buone prospettive in funzione del 2022. &nbsp; McLaren: 8,5  Di nuovo sul podio tra i Costruttori, con parecchi punti in pi&ugrave; e meno gare a disposizione rispetto alla stagione 2019. A Woking avevano perso un po' la bussola con l'ultimo pacchetto di sviluppo sulla MCL35, ma hanno evitato errori che in casa Racing Point hanno invece commesso. Una macchina che &egrave; stata competitiva per tutto l'anno, e di cui in McLaren possono essere soddisfatti. &nbsp; Red Bull: 8  Sembravano due macchine diverse, quelle in mano a Max ed Alexander. Quindi, difficile capire dove arrivino i meriti della Rb16 e dove ne comincino i difetti. Ci&ograve; che &egrave; certo, &egrave; che non ha rispettato le strombazzanti attese del signor Marko, che prima di Spielberg prometteva battaglia per il titolo, mentre alla fine le vittorie sono state solamente due. Serve di pi&ugrave;. &nbsp; Mercedes: 10  Hanno disintegrato ogni record, risultando ancora pi&ugrave; imprendibili rispetto alla gi&agrave; dominata stagione 2019. Ne hanno vinte 13 su 17 e si sono fatti sfuggire solo due pole position. Russell, per quanto giovanotto formidabile, ha dimostrato che la W11 &egrave; certamente due spanne sopra agli altri, una macchina strepitosa che nelle mani di Hamilton &egrave; diventata imbattibile.       

Ecco i nostri voti a tutte le squadre del mondiale 2020, tra cocenti delusioni e piacevoli sorprese

F1 2020, le pagelle: le squadre

        A fine anno amano divertirsi anche gli addetti ai lavori. E cos&igrave; pu&ograve; capitare di vedere i team principal esprimere i loro giudizi sui piloti, per una classifica finale che recita Lewis Hamilton miglior pilota del 2020. Rinnovo Hamilton-Mercedes, ci siamo: firma in arrivo Vettel fuori dalla top 10 Alla votazione hanno partecipato tutti quanti i team principal ad eccezione di Mattia Binotto. La votazione prevedeva di stabilire i migliori dieci piloti a detta di ciascun principale, ed ogni posizione assegnava&nbsp;lo stesso punteggio dei GP: 25 punti al primo, 18 al secondo, 15 al terzo e cos&igrave; via fino al punto del decimo posto. Come vedete nella classifica qui di seguito riportata dal sito ufficiale della Formula 1, Lewis Hamilton ha vinto con 171 punti, facendo meglio di Max Verstappen e di Charles Leclerc, rispettivamente in seconda e terza posizione. Anche lo scorso anno il podio dei team principal fu questo, con le stesse posizioni. Sorprende l'esclusione di Sebastian Vettel dalla top ten, cos&igrave; come fa un certo effetto vedere solo nono Bottas, ex equo&nbsp;con Gasly. Nonostante la classifica Piloti abbia detto altro, Ricciardo si &egrave; piazzato davanti a Perez e lo stesso ha fatto Norris ai danni di Sainz. Per la cronaca, le votazioni non sono state rese pubbliche. F1 2021, confermate le 23 gare La classifica 1 - Lewis Hamilton 1712 - Max Verstappen 1563 - Charles Leclerc 1324 - Daniel Ricciardo 955 - Sergio Perez 826 - George Russell 757 - Lando Norris 458 - Carlos Sainz 379 - Valtteri Bottas 279 -Pierre Gasly 27 Williams, Jost Capito &egrave; il nuovo ad       

I team principal hanno espresso la loro opinione in merito ai piloti, e ne &egrave; uscita una classifica che ha visto primeggiare Lewis Hamilton, con 171 punti su 225

F1 2020, i voti dei team principal: Hamilton il migliore, Vettel fuori dalla top 10

Sebastian Vettel arriva alla Ferrari nel 2015 al posto di Fernando Alonso con la quasi certezza generale che la Rossa in lui sta ritrovando un nuovo Schumi per tornare a vincere titoli a raffica. Come se vigesse una sorta di leggenda la quale prevede che a un certo punto a Maranello si presenta un bel nibelungo e tutto va a posto. No. La realt&agrave; non solo non si rivela questa, ma va molto lontana dall&rsquo;esserlo. Per un motivo semplicissiomo che in un paio di righe sintetizza sette anni di sofferenze: tante sono le stagioni di formula turboibdrida disputate, nelle quali se non hai una Mercedes &egrave; meglio chete ne stai a casa, punto. Poi, certo, Sebastian Vettel ci prova, strada facendo. Specie nel 2017, fin quando l&rsquo;affidabilit&agrave; della macchina tiene, e, soprattutto, nel 2018 quando per&ograve; la sua capacit&agrave; psicologica di sopportare l&rsquo;insostenibile pressione della sfida si mette a dare segnali di irreversibile breakingpoint.    Poi si pu&ograve; indicare il punto di rottura a Hockenheim, a Monza o dove sivuole, poco importa. Fin da Baku 2017 Seb mette in mostra la sequela di errori under pressurpi&ugrave; lunga, mortificante e terribile mai evidenziata da un top driver pluriridato nella storia della F.1.E, come sempre accade in questi casi, il campione che comincia a sbagliare, ben presto &egrave; destinato a errare di meno, pagando per&ograve; il prezzo d&rsquo;andare pi&ugrave; piano. Cos&igrave; il 2020, a parte il bel terzo posto a Istanbul, diventa per lui la peggior stagione immaginabile in Ferrari, iniziata con la certezza del licenziamento e terminata col doppiaggio sub&igrave;to al 47esimo giro della gara di Abu Dhabi dal capoclassifica Verstappen e l&rsquo;aggravante dell&rsquo;altra sverniciata incolpevolmente presa al 51esimo giro, addirittura dal non irresistibile Albon, al volante dell&rsquo;altra Red Bull. Insomma, c&rsquo;&egrave; poco da fare, in pista i risultati dicono questo. Ferrari poco meglio che inguardabile, lo stesso Leclerc talmente inquieto da mettersi a sbagliare pure lui, vedi Sakhir 2, e Vettel condannato ad andarsene dalla Ferrari in un&rsquo;atmosfera di reciproca stanchezza coniugale, sottotesto che reca in s&eacute; un corale e condiviso grazie a Dio &egrave; finita.  GP Abu Dhabi, Binotto: &quot;Vettel per sempre parte della Ferrari&quot;  Per&ograve;, attenzione, anche no. Perch&eacute; a volte la storia delle corse non &egrave; solo un mattinale fatto di vittorie o sconfitte, registro freddo e scabroche annota solo delusioni, sorprese, trionfi o giornate incolori. Ci anche sono situazioni particolari in cui il vero bilancio appare invisibile ma annusabile, palpabile e misurabile con strumentazioni magiche e ancora ad oggi non inventate da nessuno, eppure producibili impressioni, sensazioni e parametri sentimentali. E nel caso di Sebastian Vettel c&rsquo;&egrave; qualcosa da va completamente al di l&agrave; dei risultati e dei Gran Premi vinti, quand&rsquo;anche nella classifica di tutti i tempi resti il terzo pilota del Cavallino pi&ugrave; vincente di sempre, dietro Michael Schumacher e Niki Lauda, ossia il pi&ugrave; medagliato tra i non iridati in Rosso, ma non &egrave; questo il punto. Voglio dire che ci sono ferraristi che salutano la compagnia comunque amati, apprezzati, goduti e vissuti talmente tanto, da lasciare una traccia importante, sentita e calda. Perch&eacute; la Ferrari non &egrave; una squadraccia leggendaria qualsiasi, che se non vince non campa, proprio no. La Rossa &egrave; crogiuolo d&rsquo;esistenze, passioni, vicende e mitologie strane, all&rsquo;interno del quale si sanno apprezzare individualit&agrave;, empatie, aneliti e sensibilit&agrave; anche a prescindere dai trofei vinti e dai mondiali ghermiti.     Chris Amon resta pur sempre l&rsquo;amatissimo simbolo della Ferrari pre-Fiat, dell&rsquo;ultima Rossa completamente (o quasi) autarchica, che nella sfortuna del pilota viveva comunque un periodo avaro di soddisfazioni ma non certodi coraggio, inventiva e meriti. La stessa Rossa del quinquennnio all&rsquo;insegna di Jean Alesi resta un esempio in cui il cuore del pilota, certe volte, si propone come valore aggiunto e commovente, tale da consegnare all&rsquo;archivio anni bui e grigiri schiarati e colorati da giornate campali e luminose di resiliente spirito. Ecco, il senso di tutto &egrave; che i cinque anni e le sei stagioni in Rosso di Sebastian Vettel saranno in ogni caso il simbolo di una scoperta diversa da quella che ci si aspettava di fare. Primo, perch&eacute; Vettel non &egrave; Schumacher. Secondo, perch&eacute; Vettel &egrave; Seb.  GP Abu Dhabi: i 5 temi del fine settimana  Bellopambino, dopo l&rsquo;era in Red&nbsp; Bull, &egrave; destinato a scoprire una fase nuova e diversa della sua vita. Laddove la non inaffondabilit&agrave; delle Ferrari si accompagna alla vulnerabilit&agrave; psicologica di un ragazzo che si scopre battibile, fragile, a tratti in crisi nera e soprattutto inserito all&rsquo;interno di un meccanismo infernale destinato in quasi un decennio a premiare sempre e solo le Mercedes. Ma Sebastian Vettel va avanti, soffre e risponde a modo suo: decidendo di bere l&rsquo;amaro calice fino in fondo, con signorile e tribolata compostezza, prendendo con sprezzatura gli schiaffoni agonistici che pian piano comincia a rifilargli il compagno di squadra, quindi, a cascata, comprensibilmente, la dirigenza, la classifica del mondiale, la gerarchia in seno al team e infine la scadenza contrattuale.    Ed &egrave; qui che si scopre e si rivela il Seb pi&ugrave; bello e nobile. L&rsquo;uomo, l&rsquo;ex ragazzo che soffre. L&rsquo;animo nobile di un tedesco innamorato degli italiani, uno capace di cantarti Toto Cutugno o Celentano, d&rsquo;amare isuoi meccanici di oggi molto pi&ugrave; della sua bacheca di trofei dei tempi d&rsquo;oro. Un trentatreenne cos&igrave; tosto da dire che &egrave; contento d&rsquo;aver terminato la sua stagione pi&ugrave; difficile, pur sentendosi triste, perch&eacute; cos&igrave; facendo &egrave; finita la sua storia con la Ferrari. La quale, comunque sivoglia inquadrarla, resta appunto non un rapporto sportivo ma una dolce liason, da lui vissuta con gli effetti, l&rsquo;empatia, le speranze, i batticuore e le farfalle nello stomaco della grande storia d&rsquo;amore.  E quel reciproco team radio finale - ci scuseranno commercialisti eragionieri dalla partita doppia facile - vale molto, infinitamente di pi&ugrave; dei cinque milioni di dollari aggiuntivi artigliati dalla McLaren col terzo posto nel mondiale Costruttori, perch&eacute; fa venir da piangere sentir dire un pilota e un ragazzo &quot;Voi siete la squadra Rossa cos&igrave; appassionata che non si arrender&agrave; mai&quot;, avendo per risposta &quot;Tu, Seb sei un grande uomo con un grande cuore&quot;.    In fondo il rapporto tra lui e l&#39;ingegnere di pista Adami &egrave; una delle ultime favole calde di questa F.1 burocratizzata e ghiaccetta, quindi assaporiamola sino alla fine. E allora questa Ferrari di Abu Dhabi 2020, se in pista si becca un voto quattro che non gli e lo leva nessuno, nell&rsquo;atmosfera impalpabile e intensa di una serata importante, merita l&rsquo;abbraccio corale che si deve a un mondo, a un ambiente e a un campione che se ne va. Perch&eacute; in tutto questo, all&rsquo;interno del Circus della politica, della tecnologia furba, degli equilibri da figli di buona donna, per un attimo o una vita ci avete fatto riscoprire i valori dell&rsquo;amicizia, della dolcezza, dell&rsquo;umanit&agrave;.  E adesso, forse, comincia a diventare chiaro il senso di tutto, la cifra di questi anni difficili e avari, travagliati e per certi versi malinconici, vissuti nel bene o nel male dalla Ferrari e dai ferraristi nel segno di Sebastian Vettel e della sua inattesa e struggente serendipity. Gi&agrave;, serendipity .Come quando cerchi un ago nel pagliaio, non riesci a trovarlo ma incontri la figlia del contadino e te la sposi. Parimenti, attendevamo un eroe, un pluricampione crucco, robotico e invulnerabile, invece abbiamo trovato un ragazzo che a volte si spezza ma finalmente si spiega, tanto da mostrarsi una bella persona e un uomo meraviglioso.  In bocca al lupo per il tuo futuro in Aston Martin, caro Vettel, e grazie comunque, perch&eacute; dentro sei stupendo, Seb. 

La Ferrari cercava un campionissimo ma in un periodo di crisi ha trovatoun uomo caldo e vero. Non &egrave; poco e ora &egrave; tempo di salutarsi

Sei Vettel, persona meravigliosa

GP Abu Dhabi, chi vincerà l'ultima gara del Mondiale 2020? VOTA IL SONDAGGIO

        Una vittoria costruita durante tutto l'anno. Mick Schuamcher vince il suo primo titolo in Formula 2 nella Sprint Race del GP di Sakhir. Anche se oggi il giovane tedesco della Prema non &egrave; salito sul podio, arrivando solo 18&deg; nell agara vinta da Daruvala, davanti al britannico Ticktum e al giapponese Tsunoda, Mick pu&ograve; festeggiare alla grande abbracciando uno per uno i suoi meccanici che presto lascer&agrave; per approdare in Formula 1 con la Haas. Lacrime di gioia, tanta emozione e una profonda gratitudine per il figlio di Michael, che pu&ograve; chiudere un anno da incorniciare al primo posto della classifica piloti con punti. Momenti indimenticabili: la rimonta a Spa, la prima vittoria sull'Hungaroring, quella indimenticabile a Monza, sulla stessa pista dove il pap&agrave; ha fatto saltare di gioia i tifosi italiani, il debutto purtroppo mancato in Formula 1 nelle prove libere al Nurburgring, il casco del pap&agrave; regalato a Hamilton per le 91 vittorie in carriera e infine l'annuncio dal 2021 con la Haas nella massima serie. Un turbinio di emozioni per lui e anche per tutti i tifosi del Circus e soprattutto i ferraristi che non vedono l'ora di tifare ancora uno Schuamcher in Formula 1.  Vettel: "Aiuto Mick come suo padre ha fatto con me" Campione ma con un pizzico d'amaro "Non ho parole, sono felicissimo. Volgio solo dire grazie". Queste le prime parole via radio di Mick al suo team. "Non &egrave; stata una grande prova, speravo di farla ma &egrave; andata cos&igrave; - aggiunge poi una volta uscito dalla sua monoposto nella zona interviste -. Dedico il campionato al team. Non so davvero cosa sia successo all'avvio: essere cos&igrave; aggressivo in frenata ha compromesso le gomme e la gara. Ilott aveva un ottimo ritmo, ma a un certo punto era impossibile. Alla fine, per&ograve;, &egrave; andata bene, siamo campioni".&nbsp; "Mi dimenticher&ograve; della gara di oggi e del 18&deg; posto, ma terr&ograve; a mente tutte le ottime prove di quest'anno. Sono davvero molto emozionato, ci vorr&agrave; forse qualche giorno per realizzare che sono campione in questa categoria. Sono davvero orgoglioso di aver lavorato con persone dalle quali ho imparato molto. A loro devo tantissimo e sar&agrave; sempre grato. Il campionato &egrave; stato difficile, tutti erano a un livello altissimo. Mi sono divertito e ho spinto sempre, dall'inizio alla fine. Ho cercato di migliorarmi assieme alla squadra e questo &egrave; il motivo per il quale abbiamo vinto". &nbsp; &nbsp;  1 picture = 1 thousand words  pic.twitter.com/93dOEKYupy &mdash; PREMA (@PREMA_Team) December 6, 2020          

Il figlio del 7 volte iridato &egrave; il neocampione della Formula 2 col team Prema, nonostante il suo 18&deg; posto nella Sprint Race di oggi: "Mi dimenticher&ograve; della gara, ma terr&ograve; a mente tutte le ottime prove di quest'anno. Sono davvero molto emozionato, ci vorr&agrave; forse qualche giorno per realizzare che sono campione"

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