L'editoriale del Direttore: E ora facciamo festa con Caschi e Volanti

L'editoriale del Direttore: E ora facciamo festa con Caschi e Volanti

La grande notte degli Oscar di Autosprint e Aci sabato prossimo, 18 dicembre, a Milano

Andrea Cordovani

14.12.2021 17:11

Lacrime di gioia iridata dentro un giorno destinato a lasciare tracce indelebili nella storia della F.1. Un finale da cuore in gola, un ultimo giro da elettrocardiogramma impazzito e una coda lunga a colpi di reclami nel dopo gara. Abu Dhabi sembra un immenso girone dantesco che mischia inferno e paradiso. Come da copione si decide tutto nelle ultime pieghe di un Mondiale mai così avvincente e combattuto. Max Verstappen sale sul tetto del mondo. Con un ultima tornata da rapace dell’area di rigore, si avventa sulla preda e caccia dentro al sacco l’azione decisiva. Quella che lo fa balzare davanti a Lewis Hamilton a un passo dalla leggenda.

Conquista il primo titolo iridato della carriera, l’olandese. Lo fa all’interno di un finale tanto spettacolare quanto avvelenato dalle polemiche al culmine di un duello totale che ha reso il 2021 uno show straordinario e scritto una trama dalle sfumature che sarebbero sfuggite anche a un regista cinematografico di quelli davvero bravi. Chissà quante volte Max e Jos Verstappen se l’erano immaginato questo giorno che hanno inseguito con la fame e la determinazione di chi ha un solo obiettivo nella vita: quello di vincere. Piangevano uno difronte all’altro nel retrobox di Yas Marina. Anni di tensione sciolti dentro a un abbraccio. Super-eroi del volante che tornano umani e come tutti quanti noi vivono di emozioni, di gioie e delusioni, vittorie e sconfitte.

C’era tutto questo anche dentro all’abbraccio tra Lewis Hamilton e suo papà Anthony. Carezze autentiche dentro a un mondo troppe volte terribilmente finto e agitato dal vento della polemica e delle carte bollate. Una domenica interminabile all’interno di un sogno che si avvera con Max che sale sul tetto del mondo, detronizzando Hamilton, bloccato a un amen dalla conquista di quell’ottavo titolo che lo avrebbe reso il più vincente di sempre, sorpassando Michael Schumacher… Non è andata così. Verstappen ha vinto e la Mercedes ha firmato ancora una volta il Mondiale Costruttori. Non si dividono la posta da buoni amici. Per la prima volta nell’era ibrida della F.1 vince un pilota senza griffe della Regina. Max ha riscritto la storia. Al culmine di una stagione di corse straordinaria, piena zeppa di sorprese fino alla fine, arriva anche il momento dei festeggiamenti.

Così sabato prossimo a Milano torna a rialzarsi il sipario sull’edizione 2021 dei Caschi d’Oro di Autosprint e dei Volanti ACI. Per il quarto anno di fila il nostro settimanale e l’Automobil Club Italia mandano in scena una notte da Oscar dell’automobilismo. Un gemellaggio che si rinnova per l’evento dell’anno per il motorsport tricolore. Senza fare spoiler sui temi caldi della serata, vi assicuriamo che sarà davvero di altissimo livello con tutte le eccellenze italiane a ricevere il giusto tributo al termine di un anno di corse avvincente. Una grande festa che dopo l’edizione digitale dello scorso anno tornerà a essere partecipata e come si dice in presenza. L’occasione per salutare nel migliore dei modi un 2021 che rimarrà per certi versi indimenticabile.

A proposito di eccellenze italiane. La settimana appena andata in archivio è stata agitata dall’annuncio delle dimissioni shock di Andrea Adamo dal ruolo di team principal di Hyundai Motorsport. Dopo aver vinto sei titoli iridati (tra WTCR e Mondiale Rally) e reso vincente la Casa coreana, la storia arriva al capolinea. Una notizia clamorosa. La vita obbliga a delle scelte. A nuove sfide. E in questo momento, oltre ogni altra considerazione, è bello soffermarsi a guardare tutto quello che di straordinario ha compiuto l’ingegnere piemontese nella sua esperienza nel Motorsport e a capo di una Hyundai che prima del suo arrivo aveva la bacheca vuota. L’impronta che Adamo lascia è bella evidente: un’asticella davvero alta da superare per chi prenderà il suo posto. Ora in mezzo alle sue montagne, immerso nei luoghi dell’anima e del cuore, Andrea sa che tanti dei sogni che cullava fin da ragazzino è riuscito a centrarli. A 50 anni ha conquistato traguardi che altri neanche sfiorano e il più delle volte sognano. L’unica cosa certa è che uno come lui, un eccellente italiano, mancherà terribilmente all’interno di un Mondiale Rally che, per l’ennesima volta, sta per cambiare pelle e forse pure identità.

Ora che le strade di Adamo e della Hyundai prendono direzioni diverse, sullo sfondo resta la consapevolezza che sia stata un’avventura tutta cuore e passione, costellata da tanti successi e poche battute d’arresto, vissuta in pieno da Andrea, un personaggio che dice sempre quello che pensa, che soprattutto fa quello che dice. Un uomo abituato a lottare. Infine l’ultimo appunto. Da venerdì prossimo la Fia avrà un nuovo presidente. Da una parte Mohammed Ben Sulayem, dall’altra Graham Stocker, in mezzo la poltrona più importante della federazione internazionale in un testa a testa che si annuncia incandescente come il finale del Mondiale di F.1 con sullo sfondo la gigantesca uscita di scena di Jean Todt. In carica dal 2009 il 75enne francese passa la mano e apre a nuove sfide per il futuro slalomando tra diverse suggestioni… Scopriremo presto quali.


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