L'editoriale del Direttore: Monaco tra Max e Minì

L'editoriale del Direttore: Monaco tra Max e Minì

Se in F1 la grande certezza è data da Verstappen, l'Italia in F3 a Monaco si gode il successo dell'astro nascente Gabriele Minì

Andrea Cordovani

29.05.2023 09:30

Avrà anche un’astronave a disposizione come la Red Bull, ma Max Verstappen si conferma l’alieno della F.1. Capace di superare ogni ostacolo, anche incontri ravvicinati di ogni tipo pure con i guard-rail, indistruttibile quando viaggia nella sua particolare galassia, davanti a tutti quasi in un’altra dimensione. Il due volte campione del mondo stravince sulle stradine del Principato, scava un solco profondissimo con tutta la concorrenza, accarezza i cordoli, all’occorrenza li bacia. Sembra inaffondabile. Come la monoposto che guida. Quella che molti vorrebbero avere a disposizione. Quella che ha stravinto tutti i GP finora andati in scena in un Mondiale dove gara dopo gara si evidenzia sempre più la manifesta superiorità di una vettura e di un pilota che stanno correndo un campionato a parte. Monte Carlo avrebbe dovuto essere la pista di rilancio per la concorrenza Red Bull. Ma ancora una volta lo spettacolo andato in scena è stato un monologo con l’olandese che si è permesso lussi importanti sull’asfalto più glamour di questo Circus dove in molti combattono ma alla fine vincono sempre gli stessi. Un dominio stordente che rischia di allungarsi su tutta la stagione, figlio di un ciclo tecnico che ha reso pressoché imbattibile pure l’ultima creatura di Adrian Newey.

Anche a Monaco la Ferrari toppa e lotta nelle retrovie, nella pancia di una classifica che si sta sempre più ingrossando, ancora una volta fuori dalla lotta dei piani alti, immersa dentro duelli che ci illudevamo fossero solo brutti ricordi del passato. C’era tanta attesa per l’esito del GP di Monte Carlo in casa del Cavallino. Pareva l’occasione propizia per tornare a riveder le stelle o quantomeno si sperava di rivedere una Rossa in lotta per posizioni da podio. E invece ancora una volta la realtà ha evidenziato una Ferrari fuori dai giochi che contano, impegnata a salvare posizioni di rincalzo, senza mai un guizzo, un qualcosa per sperare in un destino diverso. Mentre il Mondiale da Monte Carlo si sposta a Barcellona, su una delle piste più indicative di tutta la serie iridata, con la prospettiva di un altro inevitabile dominio della Red Bull, non si possono non spendere parole di ammirazione per Fernando Alonso, ancora una volta gigantesco, ormai l’unica variabile che potrebbe far impazzire, (intendiamoci solo in qualche occasione, eh), l’extraterrestre e la sua infernale macchina da vittoria. Anche in questo caso trattasi di pilota di un altro pianeta, che guida come un animale quando annusa che la preda può essere vicina. Sarà uno spettacolo vederlo in pista a Montmelò, lì dove manda in visibilio il suo pubblico e soprattutto ha conquistato la sua ultima vittoria in F.1 con la Ferrari nel 2013. Sono passati dieci anni da quella domenica indimenticabile ma il tempo pare essersi fermato per il fuoriclasse di Oviedo tornato al centro della scena con l’Aston Martin. Solo lui, al momento, pare essere l’unico pilota in grado di rovinare qualche volta la festa a Verstappen e alla sua invincibile armata. Infine l’ultima annotazione.

Riguarda ancora la pista di Monte Carlo. Ma stavolta tira in ballo Gabriele Minì. Quello che ha compiuto il siciliano sul sacro asfalto monegasco è un capolavoro che gli ha consentito di conquistare la prima vittoria in carriera in F.3. Un week end da applausi per il giovane dell’Academy Alpine che ha per manager Nicolas Todt. Una prestazione che lancia Minì in piena corsa per il titolo e che fa inorgoglire il motorsport tricolore. La strada è ancora lunga prima di arrivare là dove ci porta il cuore, ma il ragazzino di Marineo sta mostrando di avere buoni numeri e un talento tutto in parabola ascendente.


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