Le caratteristiche uniche della pista canadese dove si corre il prossimo week end di nuovo con gomme ultrasoft
Già dalla fotografia presa dall’alto si capisce che il circuito Gilles Villeneuve di Montreal, dove si correrà il GP Canada il 12 giugno, è per lo meno strano. È l’unica pista che sorge su un’isola, quella di Notre Dame (divisa dalla città di Montreal da un fiume). Il nastro d’asfalto dell pista, lunga 4361 metri, corre circondato dall’acqua, a destra e sinistra. Poche vie di fuga, molti muretti in cemento dove è facile sbagliare e sbattere la macchina.
Quello di Montreal è un circuito cittadino (anche se si snoda dentro un parco e non fra le case). E come tale ha un asfalto liscio e con pochissimo grip. Ecco perché la Pirelli ha scelto per il Gp di Montreal di nuovo le gomme ultrasoft, quelle a banda viola che avevano debuttato a Montecarlo. Assieme alle supersoft rosse e alle soft gialle. A Montreal però le ultrasoft dureranno pochissimi giri e nessuno sarà in grado di percorrerci 40 giri come ha fatto Hamilton sul Principato. Montreal è un circuito come si dice in gergo “stop & go”, nel senso che ci sono quattro rettifili lunghi dove si superano abbondantemente i 300 km/h, poi ci sono numerose curve lente da seconda marcia dove i piloti rallentano sotto i 100 km/h. Questo rende Montreal una pista problematica per freni, gomme, trazione e consumo di carburante.
Per le gomme e la trazione Montreal è critica perché le F1 devono riaccelerare quasi da fermo più volte sollecitando gli pneumatici a mescola soffice scaricando come si deve i cavalli a terra senza patinare eccessivamente. Si capisce che chi ha finora mostrato problemi di trazione (come la Ferrari) rischia di essere svantaggiato in accelerazione fuori dai tornanti e dal misto.
Montreal ha anche lunghi rettifili tra una curva e l’altra, fra cui quello che porta verso la esse del traguardo lungo ben 1,16 km: assieme a quello della Cina uno die più lunghi del mondiale e vi si sfiorano i 350 km/h. I lunghi rettifili e le accelerazioni brucianti mettono a dura prova il consumo di carburante e si dovrà tornare a gestire il flusso di benzina nel motore (che le regole prevedono in 100 kg/ora) per evitare dir restare senza benzina nel finale di gara. Infine i freni vengono sollecitati fortemente su questo circuito considerato uno dei più massacranti in assoluto assieme a Monza per le violente staccate.
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