Formula 1 Brasile, analisi... "chimica": tra acqua e F1 c'è incompatibilità

Formula 1 Brasile, analisi... "chimica": tra acqua e F1 c'è incompatibilità© sutton-images.com

Troppe neutralizzazioni, poi Mercedes senza problemi, Verstappen spettacolare 3° (ma in una gara da vincere) e Vettel affannoso 5° dopo Raikkonen a muro

Maurizio Voltini

13.11.2016 22:23

Quella in Brasile è stata una gara snervante, con le sue continue neutralizzazioni, ma che ha offerto molti spunti: su questo "non ci piove" (perdonate la battuta). Situazioni determinate dalle condizioni meteo ma anche per le indecisioni della direzione di gara, peraltro conseguenti a opinioni non sempre omogenee dei piloti. Basti pensare a Lewis Hamilton che voleva correre liberamente, quando la sua unica preoccupazione era l'acqua sollevata dalla safety car (Maylander è stato l'unico a poter dire di essergli stato davanti…) che gli filtrava nel casco, quando invece gli altri dietro non vedevano quasi nulla. Come ha dimostrato Jolyon Palmer che ha compromesso una possibile buona prova tamponando Daniil Kvyat.

In ogni caso, questa gara ha reso evidente che in caso di pioggia e partenza sotto safety car ci sono troppi elementi che "non quadrano". Da un lato è vero che c'è troppa prudenza da parte della direzione di gara nel "lasciar correre" (inteso letteralmente) e in definitiva è stato proprio quando i piloti hanno girato con maggior continuità (scaldando a dovere gomme e freni, oltre a prendere con più precisione i riferimenti) che la gara si è sviluppata meglio offrendo anche spettacolo. Dall'altro però quando le condizioni erano ritenute appena accettabili, si è visto come fosse possibile girare anche con gomme intermedie. Per cui i casi sono due: o Whiting aspetta davvero troppo (e un po' è certamente così) oppure la "sistemazione" delle monoposto per la pioggia è inaccettabile. Può dipendere cioè da Pirelli blu "full-wet" non abbastanza "da bagnato" o da assetti troppo bassi che causano l'aquaplaning (per il fondo che plana), ma in ogni caso qualcosa non va (troppo facile perdere il controllo) e sarebbe il caso di analizzare più approfonditamente la questione con i costruttori.

Parlando invece della gara in sé, Lewis Hamilton ha avuto l'onestà intellettuale di affermare che è stata una vittoria facile (nel senso che ha dovuto pensare solo a guidare, comunque non poco con la pista così) e del resto Nico Rosberg non è mai parso molto motivato nel cercare "rischi inutili" nemmeno nei vari restart, tanto da prestare il fianco a Max Verstappen. Comunque il tedesco mantiene 12 punti di vantaggio sul compagno di squadra inglese e quindi tutto si deciderà nella gara finale di Abu Dhabi fra un paio di settimane.

Molto più da disquisire quando si parla invece della gara delle Red Bull: in vari momenti Verstappen ha mostrato di poter puntare alla vittoria, e del resto le RB12 erano favorite sull'acqua. Poi fa un gran traverso in cui gli va bene di non aver colpito le barriere, e in seguito la squadra pasticcia un po' quando gli fa seguire la strategia alternativa di Daniel Ricciardo nel montare le intermedie. Gomme che sul momento si rivelano più performanti, ma poi torna a rafforzarsi la pioggia e così alla fine si "pagano" due pit-stop quasi inutili. In seguito, con gomme rain più fresche (25 giri contro il doppio degli altri) Verstappen fa una gran rimonta e riagguanta il terzo gradino del podio con bellissimi sorpassi. Una fase spettacolare, indubbiamente, ma resta allo stesso tempo da considerare che la gara poteva essere vinta con la RB12 di oggi.

Ciò detto, oggi Max ha comunque messo in mostra un esemplare mix di grinta e abilità: rispetto a Ricciardo ha "osato" sempre quel pizzico in più, riuscendo però a non esagerare. E se è vero che sul bagnato pieno le traiettorie esterne sono possibili, le ha sfruttate alla grande. Anche il sorpasso su Vettel non è stato limpidissimo dal punto di vista del tedesco (più che altro perché per una manovra similare si vide penalizzato a Silverstone) ma Seb non poteva davvero pensare di resistere all'esterno in quella situazione. Mentre la gara di Daniel va valutata ricordando però anche un'inconsueta penalità, per essere entrato ai box pochissimo dopo il compagno, ma a pitlane chiusa dalla direzione gara per via di Ericsson che la ostruiva parzialmente: senza quei 5 secondi sarebbe finito 5° davanti a Vettel, e non 5 posizioni dietro a Verstappen che sembra un risultato decisamente più deprimente.

Passiamo alle Ferrari: come la grande deportanza ha premiato come velocità le RB12, le SF16-H si sono dimostrate instabilissime. Stavolta servivano solo carico e grip, che non c'erano, così Kimi Raikkonen ha terminato la gara contro i bordi del rettilineo del via al secondo start lanciato, tra aquaplaning e gomme fredde. Mentre Sebastian Vettel ha rischiato qualcosa di simile a un altro restart un paio di curve prima, riuscendo però a non sbattere (anche perché lì c'era più spazio). Alla fine Seb mostra comunque di portare la macchina davvero sempre al limite e coglie un 5° posto che in certi momenti pareva impossibile.

Parlando al contrario di gare "andate bene", cominciamo con quella di Sergio Perez, ottimo 4° e a lungo in zona podio, superato solo alla fine da Verstappen. Gara egregia, e lo sarebbe stata anche quella di Nico Hulkenberg se non fosse precipitato da 4° a 15° (quando era davanti a Perez) per una foratura causata dai detriti dell'incidente di Ericsson. Il 7° posto del tedesco porta in ogni caso altri punti che ormai assicurano alla Force India il 4° posto fra i Costruttori, dopo che la Williams ha subìto l'incidente di Felipe Massa (altra vittima della curva 14) e Valtteri Bottas finisce appena fuori dai punti.

Altra ottima gara quella di Carlos Sainz, 6° al traguardo, ma ancor più decisiva per il proprio team quella del brasiliano rimasto in gara, l'altro Felipe: Nasr infatti non ha fatto errori ma non si è risparmiato davanti al pubblico di casa, ottenendo un preziosissimo 9° posto finale. 2 punti che permettono alla Sauber di togliere il 10° posto fra i Costruttori alla Manor, anche perché il pur bravo Esteban Ocon non è riuscito a difendere il 10° posto in gara dal ritorno di Fernando Alonso (che ha ribadito ciò che già si sa sulla sua guida) e di Bottas. Male invece la Haas, con due ritiri: la consolazione di Romain Grosjean è stata quella di essere stato semplicemente la prima vittima di curva 14, anche se fa storcere la bocca che a lui fosse successo già nel giro di schieramento, mezz'ora prima del via ufficiale…


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