Il tortuoso Hungaroring metterà alla prova i miglioramenti Ferrari, che si appresta a introdurre degli sviluppi aerodinamici mirati sulle caratteristiche da pista ad alto carico qual è Budapest
Ritrovato il sorriso in una domenica nella quale a sbagliare sono altri, non lui, servirebbe ritrovare la vittoria, farlo già a Budapest, GP d’Ungheria. Sebastian Vettel arriva all’Hungaroring con tutt’altro spirito rispetto a un anno fa. Una Ferrari in crescita ma frenata dall'affidabilità a Hockenheim guarda all’ultimo appuntamento prima della pausa estiva per trovare conferme ai progressi compiuti nelle curve più difficili da interpretare nel primo terzo di campionato.
Va cancellata la fragilità vissuta in qualifica, tema sul quale, Mattia Binotto, commenta: “Ci stiamo ovviamente concentrando sul risolvere i recenti problemi di affidabilità con l’obiettivo di evitare che si ripetano".
L’Hungaroring accoglierà con un week end relativamente caldo, sebbene non da valori estremi (26° C previsti in gara, rischio pioggia tra venerdì e sabato). L’impatto sulle gomme e la gestione delle temperature della monoposto restano, comunque, aspetti centrali da affrontare: “Budapest è una pista tradizionalmente critica relativamente al raffreddamento e che richiede una configurazione di massimo carico aerodinamico. Per tipologia di curve inoltre, le gomme sono fortemente sollecitate, anche sul singolo giro di qualifica.
Questa gara è un’importante tappa per avere ulteriore conferma che la nostra vettura sia migliorata su varie tipologie di tracciato. Potremo contare sugli elementi introdotti di recente ai quali si aggiungerà qualche modifica aerodinamica”, aggiunge Binotto.
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Il “kartodromo” Hungaroring è un impegno continuo in curva e in trazione, non senza un settore centrale che si è notevolmente velocizzato nelle esse che premiano la precisione dell’anteriore.
“Se c’è una pista che mette alla prova il pilota nella Formula 1 moderna, questa è l’Hungaroring. Su questo tracciato dal ritmo incalzante non ci sono rettilinei lunghi quindi ci si trova sostanzialmente sempre a dover lavorare con il volante. Il clima poi, dato il periodo in cui si viene a gareggiare qui, è spesso torrido, il che di certo non aiuta.
Se l’asfalto è asciutto è sempre molto impolverato e non è detto che migliori nel corso del weekend perché vento e uscite di pista riportano dentro la sabbia che le vetture girando naturalmente tendono a eliminare. Proprio per questo l’aderenza fuori dalla traiettoria ideale è minima e ogni errore rischia di essere pagato caro in termini di tempo”, commenta Vettel.
Per un Seb rinvigorito dal risultato in casa c’è un Charles che ha subito l’occasione per cancellare il grave errore di Hockenheim e, sull’appuntamento di Budapest, commenta: “La pista dell’Hungaroring è di sicuro una delle più tecniche presenti nel calendario. Per certi aspetti mi ricorda un tracciato di kart: una curva è seguita da un’altra quasi senza interruzione e al pilota spesso non rimane nemmeno il tempo di pensare.
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Su questa pista si può dire che non esistano parti nelle quali ci si può rilassare, tanto è frenetica.
A me personalmente piace, perché essere competitivi qui non è mai facile. In qualifica, in particolare, avere un giro perfetto è sempre molto complesso perché bisogna spingere, ma ricordarsi anche di prendersi cura delle gomme così da poterle sfruttare anche nella parte finale”.
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