GP Austria, Wolff: polemiche post-gara sul DAS da evitare

GP Austria, Wolff: polemiche post-gara sul DAS da evitare© LAT Images

Red Bull chiederà chiarimenti alla FIA sul dispositivo Mercedes, Toto Wolff sottolinea l'importanza dei tempi e degli strumenti nelle forme di protesta

Fabiano Polimeni

03.07.2020 ( Aggiornata il 03.07.2020 15:24 )

L’ultima protesta formale registrata sui campi di gara, davanti ai commissari, risale al Gran Premio del Giappone dello scorso anno, quando Racing Point contestò a Renault l’utilizzo e la legalità di un dispositivo di controllo della ripartizione della frenata basato sulla posizione in pista della monoposto.

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In Austria, il DAS Mercedes torna sulla scena e anima il venerdì di prove libere, con la conferma di Christian Horner di come Red Bull abbia nuovamente chiesto chiarimenti sulla legalità del dispositivo alla FIA. Lo stop dettato dal coronavirus ci ha fatto scoprire ancora un po’ di più il processo che ha portato Mercedes a introdurre il DAS sulla W11, lo scambio serrato di valutazioni con la Federazione, il perché la prima idea fosse stata bocciata.

Red Bull fino in fondo?

Sul tavolo c’è una richiesta di chiarimento, destinata a sfociare in direttiva della Federazione. Si spingeranno, in Red Bull, al passo successivo, di una protesta formale davanti ai commissari del week end di gara? Un passo che non è stato avanzato nemmeno in occasione delle, tante, illazioni sulla regolarità della power unit Ferrari nel 2019. Un passaggio che, tra i top team, negli ultimi anni è mancato, anche quando erano i cerchi posteriori della Mercedes al centro della contesa e si procedette per richieste alla FIA esaurite da direttive tecniche. Quasi in accordo a un “gentlemen agreement” per risolvere questioni spinose dal punto di vista tecnico per altre vie che non la plateale protesta dopo il GP e il risultato messo in discussione.

Momento delicato per la F1

Alle parole di Horner, nel venerdì di Spielberg, sono seguite quelle di Toto Wolff, ad ammonire sul momento che vive la Formula 1. “Tutte le squadre sono ben consapevoli di come ci troviamo in una situazione delicata con il tornare a correre. È la prima gara, da un lato penso che sia corretto cercare chiarimenti, dall’altra siamo consapevoli di come non vogliamo finire con l’avere domenica una gran polemica”, spiega.

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Disputare una qualifica e una gara per poi vedere il risultato finire sub judice, per una protesta ufficiale e il rischio di un necessario esame successivo, è lo scenario da evitare, perché oscurerebbe totalmente il dato sportivo, l’unico che dovrebbe contare dopo 4 mesi di motori spenti. “Penso che Christian adotterà le giuste azioni. Controversie e valutazioni differenti su innovazioni ingegneristiche sono sempre state parte della Formula 1, questo è ciò che per un verso dev’essere atteso e fa parte del rischio”, ha proseguito Wolff.


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