GP Turchia, le 5 chicche del fine settimana

Occasioni perse

Un conto è finire dietro la lavagna, un altro avere solo dei rimpianti. C'è una differenza sostanziale tra le due cose. Lance Stroll, ad esempio, appartiene alla seconda categoria. Ha guidato alla grande in qualifica, ha corso bene in gara. Meritandosi le scuse di chi troppe volte lo ha preso in giro ricollegando il tutto al portafoglio di papà. Sul bagnato Lance è sempre andato forte, e con in mano una macchina preparata, presumibilmente, proprio per la pioggia, ha saputo far faville. Sul giro secco, ma anche in gara: guardate i primi giri, e vedrete su che tempi girasse il canadese. Inavvicinabile, per chiunque. I dolori sono cominciati quando la pista si è iniziata ad asciugare, con uno Stroll rapidamente andato in crisi. Sintomo di un'esperienza inferiore a Perez, che fin lì aveva saputo gestire molto meglio le gomme, ma anche di una macchina forse più estrema nelle scelte dell'assetto. L'ha pagata Lance, rovinandosi definitivamente con una seconda sosta sciagurata, non solo per il tempo perso con la fermata ma soprattutto con quello perso dopo in pista, con un treno di gomme che non gli ha dato la minima confidenza. Lance ha dovuto buttar giù un boccone amaro, ma potendosi dichiarare soddisfatto di come ha guidato nel fine settimana di Istanbul. Diversamente da Verstappen, esponente della prima categoria menzionata in apertura. La sensazione è che Max abbia buttato via un'occasione che sembrava aspettare solo lui, in una condizione di pista che aveva esaltato l'olandese, primo dalle Fp1 al Q2. Aveva perso la pole e si era avviato male, ma stava rimontando fino all'errore. Un'asinata, ecco cosa è stato. Troppo irruento come il Max di inizio carriera, un'opportunità che forse in casa Red Bull gli faranno pesare.

Verstappen: "Mai più una pista così scivolosa"

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