GP Gran Bretagna: la gara in 5 punti

E nessuno parla più della Qualifica Sprint

Visto? Forse non importa stare a rivoluzionare il format. Forse bastano le piste vere, quelle storiche, nella speranza di avere prestazioni ravvicinate tra i concorrenti. Domenica sera nessuno sembrava già più ricordarsi della Qualifica Sprint del giorno prima, dell'esperimento fortemente voluto da Liberty Media. Un tentativo di rimescolare un po' le carte, anche se alla fine gli ordini d'arrivo del sabato e della domenica hanno rispettato più o meno le attese. Non ci sono state rivoluzioni insomma, e la corsa è stata combattuta solo perché c'è stato un macro-episodio a farla da padrone in avvio: ma il botto tra Lewis e Max non ha avuto niente a che vedere con le novità del fine settimana. Con il nuovo format si è dato un po' più di pepe al venerdì, quello sì, ma si è tolta la magia della pole position. Le FP1 sono diventate una sorta di tradizionali FP3 nella preparazione di qualifica, mentre le FP2 sono diventate un incrocio tra test liberi e vecchio warm-up: con i team che operavano su piani di lavoro differenti, era difficile fare un'analisi della sessione perché i piloti erano in pista con carichi di benzina diversi ed è stato più difficile avere un bilancio più o meno indicativo del turno di libere. Non dovendosi più preoccupare di prepare il giro secco (e nemmeno il set-up, essendo scattato il parco chiuso sin dall'inizio delle qualifiche tradizionali) le squadre hanno avuto 60 minuti pieni per approfondire la conscenze delle gomme, arrivando al GP con qualche certezza in più rispetto al solito. E questo ha tolto una componente di imprevedibilità che a volte si ha in gara. Questo format verrà nuovamente sperimentato, e non sono escluse modifiche già a partire dal secondo tentativo di Monza. Intanto: a voi è piaciuto? 

Sterzi a parte: Il Granpremietto serve solo a rovinare il mito della pole position

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