La poesia in pista, Charles Leclerc come Vale

La poesia in pista, Charles Leclerc come Vale© Getty Images

Dall'esordio con la Rossa alla lotta per il Mondiale 2022: ripercorriamo la carriera di Charles Leclerc in Ferrari, tra vittorie, promesse e delusioni

Stefano Tamburini

18.08.2022 17:09

La folgorazione alla prima volta in Rosso

Trovare una spiegazione non è semplice e forse neanche serve, perché tornando indietro ci si accorge che in fondo Charles Valentino Leclerc un po’ tutti lo guardano già in modo diverso la prima volta che si mette la tuta rossa provenendo da una stagione – quella del 2018 – senza grossi acuti su un’auto di seconda fascia, la Sauber non ancora formalmente Alfa Romeo, ma già nell’orbita Ferrari, al punto che l’annuncio dell’ingaggio nella squadra “satellite” arriva dal capo supremo della FCA e della Ferrari, Sergio Marchionne. Un solo anno di apprendistato. Poi il debutto sulla Rossa.

Al debutto del Mondiale 2019, in Australia, è quinto, subito dopo il compagno di colori. Ma alla seconda sfida il sorpasso nelle preferenze è già realtà. Siamo in Bahrein, e alla fine arriva un podio che vale come, e forse più, di una vittoria. Perché Charles primeggia nella prima e nella terza sessione delle prove libere e cede il comando per appena 35 millesimi al compagno di scuderia nell’altra. E poi in qualifica arriva la prima pole, secondo pilota più giovane nella storia della Ferrari a compiere l’impresa. Il recordman è l’altro ferrarista che divide la prima fila ma deve subire un distacco umiliante per uno che era abituato a essere il sovrano e adesso vede quella bandiera del Principato all’altro lato del box come un segno premonitore.

E adesso? L’adesso comincia con un colpo di coda del vecchio caposquadra che passa alla prima curva e con l’errore del giovane principino che si lascia sfilare anche da Valtteri Bottas con la seconda Mercedes. Charles ripassa il finlandese al secondo giro e al sesto si riprende il primato con un tentativo di reazione fallito del compagno di squadra. Vettel al giro 38 sbaglia tutto quando subisce il sorpasso di Hamilton e per rimediare preme il pedale dell’acceleratore della stizza, si gira a va in testacoda. Leclerc sembra avviato verso il trionfo della consacrazione, arriva anche a nove secondi di vantaggio, solo che al giro 46 un guasto alla centralina lo costringe a rallentare e a portare a casa un terzo posto grazie anche a una salvifica safety car che gli evita l’attacco di un altro giovane rampante un po’ più consacrato, Max Verstappen.

L'”incoronazione” di sua maestà Hamilton

Quando Lewis Hamilton, che a quel punto della carriera ha già vinto cinque Mondiali e si prepara a fregiarsi del sesto, lo vede arrivare nella sala dei preparativi del podio, basta uno sguardo a far da investitura, al pari della mano sinistra che era stata alzata al momento del sorpasso, quasi a scusarsi per il fatto di andare a prendersi una vittoria che senza quel guasto sarebbe stata di Charles. Uno sguardo e un abbraccio al nuovo arrivato, seguito delle parole delle interviste ufficiali («Questo ragazzo ha tante vittorie nel suo futuro») e da quelle più dirette prima della consegna dei trofei: «Hai fatto un gran lavoro questo weekend, stai facendo davvero un lavoro fantastico. Sei stato incredibile».

Non sono parole autoadesive che si possono incollare su qualunque prestazione, i cuori dei ferraristi capiscono che l’avversario più temuto non le spende per caso. E cose come queste pesano, e come se pesano. Così come un altro paio di passi fasulli per via di quegli eccessi di generosità che lo fanno entrare ancora di più nei cuori di chi ormai lo vede come uno che può sfidare l’impossibile. Il pensiero diffuso, in sostanza, è: “Ha sbagliato? Pazienza, sta imparando...”. Insomma, a uno così gli si perdona tutto perché va oltre i limiti e perché anche certi giri pazzi partendo dalle retrovie appaiono come prove generali per futuri trionfi. La prima laurea all’università della passione popolare la ottiene a Baku, in Azerbaijan, il 28 aprile 2019, quando è reduce da prove libere dominate e in odore di pole position. In Q2, con la Q1 già ampiamente conquistata, va a schiantarsi contro le barriere nel punto più stretto del circuito. Dove si dovrebbe sapere che non è il caso di rischiare. Un errore da principiante. Quando inquadrano l’auto fumante arriva anche il team radio: «Scusate, sono stato uno stupido».

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