Binotto, fine della storia in Ferrari: una favola senza lieto fine

Binotto, fine della storia in Ferrari: una favola senza lieto fine© Getty Images

Da ingegnere motorista nella squadra test a team principal: la scalata in Ferrari di Mattia Binotto è stata straordinaria, unica e verticale, ma è mancato l'acuto nel ruolo più delicato

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25.11.2022 13:03

Fine della vecchia struttura orizzontale?

Perché questo confronto? Perché è chiaro che c'è una linea che collega l'era Arrivabene all'era Binotto. Mattia era stato chiamato per una crescita che non c'è stata, almeno nei numeri più immediati, con l'onta di due stagioni praticamente sacrificate per via dell'accordo segreto con la Federazione sul tema Power Unit 2019. Di sicuro, queste "due" Ferrari erano figlie della struttura orizzontale voluta da Marchionne, una Ferrari dove i ruoli potevano finire per mescolarsi in una struttura che voleva essere meno gerarchica e più aperta alla ricerca di idee e soluzioni. La scelta estrema fu proprio quella di Binotto inizialmente team principal e direttore tecnico insieme, due funzioni gigantesche e troppo grosse da gestire nella medesima persona, una sintesi praticamente impossibile da fare e per questo presto abbandonata: di fatto, oggi in Ferrari non c'è un direttore tecnico nel vero senso della parola. 

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L'ultimo rimpianto

Su cosa sia mancato alla Ferrari di Mattia Binotto, se ne può discutere e se ne discuterà a lungo, probabilmente quando anche il suo successore, chiunque esso sarà, sarà chiamato tra qualche anno a fare un bilancio oggettivo dei traguardi raggiunti o mancati. Cosa paga Mattia Binotto? Difficile dirlo con precisione. La mancata crescita (tante pole e poche vittorie nel 2019, tante pole e poche vittorie nel 2022: due similitudini forse inquietanti), tensioni interne, obiettivo iridato fallito, aspettative deluse: per saperlo con sicurezza, bisognerebbe chiedere alla presidenza ed ai vertici che hanno preso la decisione. Ciò che è certo è che la Ferrari di Mattia Binotto finisce qui, in un malinconico autunno di rimpianti per una stagione nata benissimo ma proseguita con poche altre soddisfazioni, un senso di incompiuto per una macchina, la F1-75, che aveva fatto sognare più di tante altre. Sarà la storia, comunque, a dirci se almeno l'ultima andata in gara sotto la gestione di Mattia da Losanna è stata la progenitrice di una stirpe reale, la macchina non della vittoria ma delle basi vincenti. Perché la storia andrà avanti e solo in futuro potremo interpretarla: ciò che è certo è che Mattia Binotto, dopo una vita in Ferrari, chiuderà con il rimpianto di non aver scritto un capitolo diverso, l'ultimo. Altrimenti, non avremmo parlato di favola senza lieto fine.


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