Dopo l'8° posto nel 2022, la scuderia americana punta su una VF-23 sulla quale dovrà essere migliore il processo di sviluppo, mentre Magnussen ed Hulkenberg saranno una coppia da osservare con attenzione

F1 2023, dove eravamo rimasti: Haas

<p>Che cosa far&agrave; da grande la <strong>Haas</strong>? E' una domanda lecita, ad osservare la storia del team. La scuderia americana &egrave; in griglia dal 2016 e da allora ci sono stati paurosi alti e bassi, con exploit degni di nota (il 2018, con il 5&deg; posto tra i Costruttori, resta una stagione d'oro) ma anche tonfi clamorosi, come le difficilissime stagioni 2020 e 2021. Da questo punto di vista il 2022 pu&ograve; assomigliare ad una ripartenza, ma se sia stato proprio cos&igrave; forse lo capiremo meglio nel 2023.</p>
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<h2>La squadra: con MoneyGram futuro pi&ugrave; stabile</h2>
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<p>Pi&ugrave; che in termini numerici, infatti, la squadra americana deve trovare stabilit&agrave; tra un anno e l'altro. <strong>Gunther Steiner</strong> resta saldamente al comando, disponendo della totale fiducia di <strong>Gene Haas</strong>, anche se quella dell'altoatesino&nbsp;&egrave; stata una scelta forte: alla fine del 2020 aveva deciso di puntare su due giovani debuttanti, due anni dopo invece ha fatto totale marcia indietro mettendo in macchina due piloti esperti, affiancando <strong>Hulkenberg</strong> al gi&agrave; rientrante <strong>Magnussen</strong>. La gestione dei piloti, ad esempio, non &egrave; mai stato un punto forte del team, che per&ograve; ha messo sul piatto altri aspetti positivi: dalla nefasta stagione 2021 chiusa con zeri punti (colpa di una macchina abbandonata a s&eacute; stessa) la squadra pare aver imparato l'arte di arrangiarsi, e pi&ugrave; in generale di saper sfruttare al massimo ci&ograve; che si ha tra le mani. Piuttosto, una nota dolente pare essere la rapidit&agrave; con cui dalla fabbrica arrivano i pezzi nuovi: l'impressione &egrave; che gli <strong>sviluppi</strong> siano spesso zoppicanti ed in un'annata che potrebbe essere ancora pi&ugrave; combattuta, almeno a centro gruppo, rispetto a quella precedente, questo potrebbe significare soffrire di pi&ugrave;. Di certo, le vicende economiche degli ultimi tempi non hanno aiutato: prima il Covid, poi la guerra tra Russia ed Ucraina che ha portato alla perdita dello sponsor principale, <strong>Uralkali</strong>, il quale ha dato una grossa mano, forse decisiva, a cavallo tra il 2020 ed il 2021. Pianificare gli sviluppi nel corso di un'annata che si apre con la perdita dello sponsor principale non &egrave; facile per nessuno e Steiner da questo punto di vista &egrave; stato in grado di metabolizzare molto bene l'uscita di Uralkali. Tuttavia, a prescindere dalle pubblicit&agrave;, la velocit&agrave; del lavoro in fabbrica dovr&agrave; per forza di cose aumentare se si vuole andare a prendere chi sta davanti, ed in questo senso l'arrivo di <strong>MoneyGram</strong> toglie pressione: adesso, sul piano economico, preoccupazioni non ce ne sono; la palla, come detto da Steiner, passa ai suoi ingegneri, perch&eacute; adesso con le spalle coperte, economicamente parlando, si pu&ograve; programmare senza affanni.</p>
<p><a href="https://autosprint.corrieredellosport.it/news/formula1/2023/01/31-6078191/haas_vf-23_steiner_abbiamo_una_base_dalla_quale_partire_">Steiner: "Abbiamo una base dalla quale partire"</a></p>
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<h2>La monoposto: serve una VF-23 pi&ugrave; "magra"</h2>
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<p>Il legame con la <strong>Ferrari</strong> &egrave; forte, e del Cavallino alla Haas hanno praticamente tutta la meccanica: dunque non solo power unit, ma anche cambio, sospensione anteriore e sospensione anteriore. Questo per dire che la base di partenza sulla carta &egrave; buona, poi sta alla squadra aggiungere alla meccanica Ferrari ed al telaio Dallara un'aerodinamica che possa funzionare a dovere. Di alti e bassi nel corso del 2022 ce ne sono stati tanti, anche se in generale la VF-22&nbsp;ha sempre dato l'impressione di avere un bel potenziale non sempre sfruttato dai piloti: Schumacher ha pasticciato con gli assetti commettendo troppi errori, Magnussen invece, pur dando un contributo importantissimo, talvolta si &egrave; fatto prendere dalla foga compromettendo il risultato nei primi giri. In sostanza, la VF-22&nbsp;ha dimostrato di non avere particolari punti deboli, e magari questa potrebbe essere la chiave per sviluppare la futura <strong>VF-23</strong>, alla quale in linea molto generale si chieder&agrave; maggior costanza di rendimento. Il difetto principale del vecchio modello, probabilmente, &egrave; stato il peso in eccesso: avvicinarsi o ancora meglio centrare il peso minimo sarebbe gi&agrave; una garanzia in pi&ugrave; a livello di prestazioni.</p>
<p><a href="https://autosprint.corrieredellosport.it/news/formula1/2023/01/31-6076614/haas_vf-23_dalle_presentazioni_alle_colorazioni">Sulla VF-23 domina il nero</a></p>
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<h2>I piloti: due esperti per guidare la crescita tecnica</h2>
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<p>Una sola domanda: funzioneranno, assieme,&nbsp;<strong>Hulkenberg</strong> e <strong>Magnussen</strong>? Entrambi sostengono che le frizioni del passato sono ormai alle spalle, anche se servir&agrave; la riprova della pista. Di sicuro, dovranno collaborare: Steiner si aspetta che due piloti con la loro esperienza (anche extra F1) possano guidare il team soprattutto nei momenti pi&ugrave; delicati, in un lavoro al box a 360&deg;. Hulkenberg &egrave; stato l'uomo della costanza privo di exploit in carriera (ed &egrave; questo, probabilmente, che lo ha fregato), Magnussen al contrario ha alternato gare orribili ad altre super: che siano una coppia complementare?</p>

È appena finito il Mondiale 2022 e il Circus mette già nel mirino la prossima stagione. Scatta il conto alla rovescia per il primo appuntamento del campionato 2023 in Bahrain, con una griglia di partenza che sarà molto diversa da quella che abbiamo visto fino a domenica scorsa ad Abu Dhabi. A chiudere il cerchio di team e piloti è  l'ufficialità dello statunitense Sargeant alla Williams, che completa la nuova line up. Ecco tutti i nomi delle squadre con i rispettivi piloti

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