Test F1, pagelle e scrutini: ecco i promossi e i rimandati del Bahrain

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Dalla Mercedes W14, sinceramente, ci si aspettava di più. In difficoltà sul lento, non perfettamente bilanciata, poco incisiva nelle velocità di punta, non gentilissima con le gomme nei long run e perdipiù sul giro secco mai ficcante e acuminata, malgrado l'acuto di Hamilton l'ultimo giorno, ma con mescola ultratenera. Se è questo lo strumento per far dimenticare le delusioni della W13, be’, dai, avanti un’altra. Per carità, non c’è niente di definitivo, eh, nessun giudizio tombale, ci mancherebbe, però di lavoro da fare ce ne è davvero tanto, a Brackley.

Stesso discorso, ma peggiorato di due tacche, per la McLaren, una tra le vetture protagoniste delle prove più frammentarie e meno entusiasmanti, di quelle viste a Sakhir. La belva del sessantesimo di vita della Casa, siglata non a caso dal numero 60, fa fatica a compiere lunghe tranche di simulazione gara, è d’assetto meno che ideale e pare avere pure problemi di tenuta, oltre che di prestazione. Tanto che Norris non ha meravigliato e il rookie Pastri non s’è certo trovato nella condizione migliore per proseguire il cammino d’apprendimento, in vista del debutto in gara.

AlphaTauri non è andata malissimo, ma francamente sembrava che potesse dare di più. Un acutino di De Vries il secondo giorno non è il massimo della vita e per il resto la monoposto di Faenza non è che abbia strabiliato, in pista. Niente di davvero preoccupante, per ora, però la parentela genetica con la Red Bull mai è apparsa così lontana come in questo inizio stagione, peraltro ancora tutto da decifrare.

Poco entusiasmo anche per l’Alpine, che per tre giorni ha navigato nella pancia del gruppo, con ben poche scintille di gloria e i piloti Gasly e Ocon più impegnati a marcarsi a vincenda che non a impensierire i teorici avversari diretti.

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