GP USA: i 5 temi del fine settimana

GP USA: i 5 temi del fine settimana© Motorsport Images

Squalifica di Hamilton a parte, non è stata una passeggiata per Verstappen, che si è comunque imposto in un fine settimana non privo di complicazioni per la Red Bull; la Ferrari, pur con molte cose da rivedere, ha invece guadagnato punti sulla Mercedes

23.10.2023 ( Aggiornata il 23.10.2023 11:31 )

L'ennesima questione di fondo

Immaginate solo se ce l'avvesero fatta per poi scoprire, poco meno di 4 ore dopo la bandiera a scacchi, di essere stati squalificati. No, meglio così: meglio che a Lewis Hamilton sia stato tolto un 2° posto piuttosto che una vittoria, perché sarebbe stata un'ingiustizia più grande del bandierone che sventola alto nella curva 1 di Austin. E' stata, per l'ennesima volta, tutta una questione di fondo. Il fondo nuovo portato dalla Mercedes, le altezze da terra che con il fondo interagiscono, l'usura del fondo che è costata ad Hamilton e Leclerc la squalifica.

Andiamo per ordine. In America, la squadra si è presentata, oltre che con il rientrante Toto Wolff, pure con una W14 aggiornata nel fondo. L'ultima vera novità del 2023, introdotta soprattutto con la speranza di avere riscontri definitivi per il progetto 2024, ha dato l'impressione di aver portato un ritorno immediato in termini di carico verticale e guidabilità. Hamilton, in particolare, ha dimostrato di aver apprezzato le novità trovandosi a suo agio sin da subito. Pure per Russell il cronometro non è stato così malvagio, anche se George, in continuità con una stagione fatta di tante ombre e poche luci, ha sciupato un risultato migliore. Sbavature del pilota a parte, la W14 andava forte ed avrebbe pure potuto vincere: la corsa il muretto l'ha persa probabilmente nel primo stint, quando ha indugiato troppo prima di fermare Hamilton ai box. Lewis ha imboccato la pit-lane al giro 20, quattro passaggi dopo Verstappen: nei tre giri a pista libera (Lewis davanti con gomme vecchie, Max all'inseguimento con gomme nuove) Hammer ha perso 6”1, una media di 2” al giro, che diventano 7”2 se si conta pure la sosta più lenta (3”6 contro 2”5) di casa Mercedes. Considerando che sul traguardo Lewis è arrivato a soli 2”225 di distacco da Max, ecco che il rimpianto sarebbe stato grosso: fermandosi prima Hammer avrebbe avuto gomme meno fresche nel finale rispetto a quanto non ne abbia avute in realtà, ma avrebbe avuto certamente un'occasione migliore per battere il campione in carica.

Questa prestazione potrebbe essere dipesa proprio dalle regolazioni che riguardano le altezze da terra e, in ultima analisi, il carico che si riesce ad estrarre da fondo e diffusore. La RB19, che digerisce male le asperità dell'asfalto (o meglio: predilige asfalti più lisci) ha dovuto lasciare qualcosa per strada in termini di prestazione, ma è stata proprio l'altezza maggiore a salvarla dalla squalifica. Su quattro vetture analizzate (quelle di Verstappen, Norris, Hamilton e Leclerc), ben due sono risultate fuori dalle normative. Segno che in questa F1 minuziosa, a volte pure per i team le differenze tra regolarità o meno sono impercettibili.

La classifica finale riscritta ha scosso pure le classifiche Piloti e Costruttori. Lewis era convinto di essersi portato a -19 da Perez ed invece si è ritrovato a -39, e così pure la Mercedes che, battuta in pista la Ferrari 32-29, ha lasciato il Texas con un saldo negativo di 6 punti rispetto alla Rossa, che nel Costruttori si è portata a -22 (sarebbero stati 31 senza le squalifiche di Lewis e Charles). Dopo la corsa in Mercedes, nel fare i conti con il rimpianto di non aver fatto il massimo con la strategia, potevano almeno salvare classifica e prestazione: nel viaggio verso il Messico, invece, potranno salvare solo la prestazione.


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