Squalifica di Hamilton a parte, non è stata una passeggiata per Verstappen, che si è comunque imposto in un fine settimana non privo di complicazioni per la Red Bull; la Ferrari, pur con molte cose da rivedere, ha invece guadagnato punti sulla Mercedes
Tex Willer sparava ed agiva da queste parti, in Texas. Come punto fisso della sua esistenza aveva l'idea di far rispettare la legge, anche a costo di violarla a sua volta, mentre come doti aveva straordinarie capacità nel corpo a corpo ed una mira pressoché infallibile, che sparasse con un fucile oppure con una Colt 45. Insomma, ci sono delle somiglianze con Max Verstappen, uno che si preoccupa di far rispettare soprattutto una legge: la sua. E che quanto ad infallibilità, non è secondo nemmeno ad Aquila della Notte.
Se Aquila della Notte, alias lo stesso Tex Willer, era un infallibile cecchino, Max Verstappen non è da meno. Riguardare come ha fulminato, o impallinato, Lando Norris al primo colpo a disposizione. Era il giro 28 di 56, esattamente metà gara, e con quella staccata chirurgica Max andava a prenotarsi la vittoria numero 50 della carriera. Certo, ci sarebbe stato da sudare un altro po', perché quell'Hamilton in rimonta proprio non voleva saperne di mollare, lui che da queste parti è stato sceriffo in tempi non sospetti. Solo che la pistola più veloce è stata di nuovo quella di Max Willer, anche se con qualche fatica in più rispetto alle aspettative: ci ha messo metà gara per portarsi in testa, sul traguardo ha chiuso con soli 2”225 di vantaggio su Lewis, un distacco irrisorio rispetto a chi era solito dominare in scioltezza. Questo in una domenica in cui Max si è detto scontento dei freni e di un degrado gomme più complicato del previsto, anche se in realtà il vantaggio ufficiale registrato sul secondo classificato sarà di 10”730, ovvero il distacco rimediato da Norris, salito sul secondo gradino del podio dopo la squalifica di Hamilton.
Già, la squalifica. Immaginate solo se Lewis fosse passato, infiammando il COTA, per poi vedersi togliere la vittoria a tavolino. No, meglio così: meglio che sia finita come sia finita, con Max vincitore in pista. Sarebbe stato uno sgarbo a Lewis e tutto sommato allo stesso Max, che meritava di entrare nella ristrettissima cerchia delle 50 vittorie in F1 nel modo migliore. E' il quinto della storia a raggiungere quota 50 (dopo Prost, Schumacher, Hamilton e Vettel), è il primo a vincere ad Austin partendo al di là della prima fila. E' anche l'unico, per ora, ad aver conquistato 15 successi in una sola stagione, eguagliando il suo primato personale del 2022, ma con la prospettiva di stampare un altro record assoluto nelle prossime quattro gare.
Quello con Hamilton (che aveva colto il 50° successo personale pure lui ad Austin, nel 2016) è stato un confronto vero, tirato. Con la Mercedes rammaricata per una prima sosta troppo ritardata (squalifica a parte) ed una Red Bull meno imbattibile del solito. Forse speravano in una domenica più semplice dopo l'apparente semplicità del sabato, e forse il degrado tutto sommato più contenuto nonostante i 5° C in più sulla pista (36° al via della sprint, 41 al via del GP che scattava tre ore prima) ed il carico di benzina maggiore ha preso in contropiede un po' tutti quanti. Certo, ci hanno messo del loro anche i piloti, con una gestione guardinga, proprio perché si sapeva che degrado e usura sarebbero stati notevoli. A proposito di usura, è stata proprio l'usura del fondo a costare la squalifica ad Hamilton e Leclerc, e non è un caso che sia accaduto su una pista così sconnessa. Le asperità dell'asfalto texano sono numerose e questo comportava la necessità di “alzare” le altezze da terra, condizione che la Red Bull non gradisce. Nata per girare bassa e rigida, la RB19 in America ha dovuto giungere a compromessi in termini di rigidità e soprattutto altezze da terra che le sono costate qualcosa in prestazione, ma non la squalifica: evidentemente, in Red Bull si sono tenuti un margine maggiore, così come in McLaren, dal momento che le verifiche alla vettura numero 1 (Max) e alla numero 4 (Lando) non hanno riscontrato usure eccessive del fondo.
Insomma, tutto è bene ciò che finisce bene, almeno per la Red Bull. Superata anche una tappa dall'asfalto insidioso per la RB19, Verstappen e la squadra possono proseguire nel loro filotto. Tra una settimana ci sarà il Messico, che ormai anche a Milton Keynes si augurano possa essere la tappa del risveglio, quantomeno d'orgoglio, di Perez. Max però ha già un'altra idea: passare da un fumetto all'altro. Ad Austin è stato Tex Willer, a Città del Messico sarebbe curioso recitare la parte di Speedy Gonzales.
Verstappen: "Incredibile fare 50 vittorie, ma voglio vincere ancora"
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