Kvyat ed il ritorno in F1: "Tempismo perfetto grazie a Ricciardo"

Kvyat ed il ritorno in F1: "Tempismo perfetto grazie a Ricciardo"© Getty Images

Il russo ha ricordato come riuscì a rientrare in F1 nel 2019: si offrì a Marko dopo un buon test con la Ferrari e dopo tre giorni Ricciardo accettò l'offerta Renault, spalancandogli le porte per un ritorno in Toro Rosso

16.01.2024 ( Aggiornata il 16.01.2024 15:37 )

Le vicende dell'Academy Red Bull negli ultimi anni hanno fatto capire che Helmut Marko non si fa scrupoli quando si tratta di licenziare in tronco i suoi piloti, ma hanno al tempo stesso insegnato che Helmut sa anche tornare sui propri passi a seconda delle situazioni.

Un caso storico è stato quello di Daniil Kvyat: promosso titolare in Red Bull nel 2015 dopo un solo anno di Toro Rosso (2014), bocciato dopo una stagione e poco più con la retrocessione a Faenza (2016), fatto fuori prima della fine del campionato successivo (2017) e infine nuovamente richiamato per il biennio 2019-20 prima di essere ancora allontanato, stavolta in maniera definitiva.

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Giusto salutare l'orbita RB nel 2018

Oggi il russo è concentrato sul WEC, campionato affrontato nel 2023 tra le LMP2 dopo l'esperienza in Nascar, ed oggi pregusta il debutto in hypercar con la Lamborghini. Tuttavia, raccontandosi al sito ufficiale della F1, Kvyat è tornato su quella volta che gli aprì la strada per la sua seconda vita nel Circus, svelando un tempismo perfetto. Era il 2018 e Daniil era stato bocciato da Marko poco dopo la metà della stagione 2017, ma la svolta arrivò con il passaggio improvviso di Ricciardo alla Renault. "Cominciavano ad essere tempi difficili per me - ha ricordato Kvyat del momento della retrocessione -, perché la mia motivazione era piuttosto bassa per un ritorno alla Toro Rosso, un'altra macchina che aveva una filosofia diversa. Carlos (Sainz, suo compagno di squadra nel 2016 e nel 2017, ndr) era molto motivato ed aveva un buon feeling con quella vettura, io invece non ero affamato e non avevo fiducia. Non c’è niente che tu possa fare contro un Carlos affamato e con quell'approccio mentale. Ho avuto qualche gara decente, ma non è stata la stagione migliore. Nel 2017 l’approccio era stato leggermente migliore, ma non ancora al meglio, e penso che io e la Red Bull ci stessimo allontanando, era chiaro che avevamo bisogno di una pausa reciproca. Così il 2018 è stato l’anno in cui mi sono allontanato e sono diventato pilota di riserva e collaudatore della Ferrari. E' stato bello con la Ferrari, ne avevo bisogno. Onestamente, dovevo solo pensare a mangiare, allenarmi e dormire".

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Effetto domino

A Maranello il russo ha ritrovato serenità, dimostrandosi competitivo al simulatore e nei test, ed eccoci dunque a quella chiacchierata che ha cambiato le carte in tavola: "I miei tempi sul giro erano molto competitivi, e come sapete le voci corrono molto veloci in F1. Ero a Montréal con la Ferrari, ho visto Christian e Helmut e ci siamo fermati solo per un saluto e per un caffè. Erano molto felici di vedermi e abbiamo fatto una bella chiacchierata. Ad un certo punto mi hanno detto che avevano saputo che ero andato bene nei test. Io non credevo lo sapessero, ma siamo rimasti in contatto. Così più avanti ho chiamato Helmut, non per disperazione, ma perché avevo bisogno di tornare in F1. Gli ho detto 'Sono pronto per correre, penso che sarei una grande risorsa per voi adesso', e lui ha risposto 'Ok, in questo momento non abbiamo sedili liberi, ma ti farò sapere se cambia qualcosa'. Poi credo che tre giorni dopo Daniel ha deciso di andare alla Renault. Helmut mi ha richiamato e mi ha detto 'Che tempismo, sei ancora interessato?'. Ci siamo stretti la mano e quello è stato il mio modo di rientrare in F1".


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