GP Arabia Saudita: i 5 temi del fine settimana

GP Arabia Saudita: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Mentre attorno a lui regna il caos, Verstappen si isola e vince su una delle poche piste sulle quali non si era imposto nel 2023, mentre la Ferrari trova la certezza definitiva del passo avanti compiuto con la SF-24, sebbene per vincere non basti ancora

11.03.2024 ( Aggiornata il 11.03.2024 09:48 )

Ollie Bearman: sogna, ragazzo, sogna

Immaginatevi, due mesi prima di compiere 19 anni, di essere catapultati lì, nel mondo che avete sempre sognato, in mezzo a quelli che consideravate eroi di un’altra dimensione. Immaginatevi di vedere Lewis Hamilton arrivare al fianco della vostra macchina per farvi i complimenti, immaginatevi di aprire il cellulare e trovare un messaggio di incoraggiamento da parte di Sebastian Vettel prima del via. Immaginatevi di debuttare in Formula 1, per di più con la Ferrari, e farlo andando subito a punto, chiudendo non distante da chi, il giorno in cui tu nascevi (8 maggio 2005), Fernando Alonso arrivava 2° al GP Spagna di quella domenica.

Immaginatevi tutto questo e sarete Oliver Bearman. Il ragazzo che il pomeriggio prima della grande occasione portava a casa la pole position in Formula 2 e già gli sembrava che il mondo fosse stupendo. E poi invece il malessere di Sainz, la scoperta della sua appendicite, la chiamata definitiva dopo essere stato messo in allerta alla vigilia del fine settimana. C’era papà David, a seguirlo, ed a guardare le immagini sembra sia stato più difficile per lui che non per suo figlio, che filava magnifico a gestire il primo weekend da pilota di F1. Non ha sbagliato nulla, Ollie: a pochi millesimi dal Q3 in qualifica con una sola sessione di libere a disposizione, solido in una gara in cui le procedure di partenza e dei pit-stop erano solo una parte del problema. Ha sofferto con i muscoli del collo, come si poteva prevedere: eppure è rimasto concentrato fino alla fine, senza cali di tensione, con il miglior giro personale stampato proprio all’ultimo passaggio, a mezzo secondo dal giro veloce di Leclerc. Un qualcosa di clamoroso, per chi sa cosa significhi vivere il primo GP della vita senza aver mai disputato gare così lunghe sul tipo di monoposto fisicamente più massacrante che ci sia e su una delle piste fisicamente più impegnative che ci siano.

Bearman racconta le emozioni del debutto

E’ andata bene e questo nessuno glielo potrà togliere. Ha vissuto ad un metro da terra, Oliver, e forse solo nei prossimi giorni si renderà pienamente conto di cosa diavolo abbia vissuto. Da oltre 50 anni non si vedeva un pilota debuttare in F1 direttamente a bordo della Ferrari (Arturo Merzario, Brands Hatch 1972), e per di più Bearman è stato il più giovane di sempre a farlo con una vettura del Cavallino Rampante: ha corso il primo GP con la Ferrari a 18 anni, 10 mesi e 1 giorno, battendo il precedente primato di Ricardo Rodriguez (19 anni, 6 mesi e 27 giorni a Monza 1961).

Le disgrazie di uno, a volte, aprono la porta alla gioia di un altro. E se Carlos Sainz ha dovuto dare forfait, la Ferrari ha potuto consolarsi con un ragazzo che ha immediatamente ricevuto le simpatie di tutti, rallegrandosi di aver messo in macchina un giovanotto allevato proprio dall’Academy di Maranello. Il futuro per ora è una pagina bianca ancora tutta da riempire, ma il sogno ha già preso forma: l’obiettivo adesso, indipendentemente da chi correrà a Melbourne (Sainz vuole provarci), è tornare un giorno da pilota titolare. Come canta Vecchioni, “sogna, ragazzo, sogna”, che a 19 anni da compiere sognare si può e soprattutto si deve. Ad Enzo Ferrari, c’è da scommetterci, sarebbe piaciuto.

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