Lo scorso dicembre, a Faenza, avevamo intervistato Lando Norris che ci aveva detto chiaro e tondo: "Sento che l'anno prossimo vincerò"
- Lando, sincero. Sei al top nella classifica di tutti i tempi alla pari con Nick Heidfeld come più alto numero di piazzamenti a podio conquistati senza vincere un Gp. Hai 104 gare iridate all’attivo senza ancora un successo, ovvero otto in più di Chris Amon, considerato il pilota più sfortunato dell’universo...
«Rispondo guardando al futuro. Sento che l’anno prossimo vincerò. E vincerò bene, perché a me non interessa aggiudicarmi una corsa grazie a un colpo di fortuna, ma meritandomela pienamente. E ti dirò di più: voglio vincere all’interno di un cammino virtuoso che mi veda non tra i protagonisti episodici, ma tra i prim’attori del mondiale 2024, perché sento che il potenziale della squadra potrebbe portare proprio a questo (mentre sente queste parole Andrea Stella, che gli è al fianco, dice sorridendo: “Oh, bene! Questa me la segno!”)».
- L’anno prossimo si spera che cambi la scala di valori ma per regolamento le macchine resteranno più o meno le stesse...
«Mi piacerebbe ci fosse più margine di libertà progettuale per evitare di avere vetture che si somigliano l’una all’altra, mediamente, questo sì. E aggiungo anche che io amo correre, molto più che fare show».
- Lando, andiamo a fondo sulla tua storia, oltre le cose che si dicono sempre. Tu da baby amavi gareggiare con i cavalli e con le quad-bike. Com’è scattata la scintilla per le quattro ruote a volante?
«In verità tutto è iniziato il giorno in cui sono andato a vedere una prova del campionato britannico di kart. Ne sono rimasto letteralmente folgorato e da lì ho deciso di provare. Il test mi ha entusiasmato ancora di più. Sono andato a podio nella mia prima gara nazionale, ed eccomi qui. Ma non è tutto».
- Cioè?
«A darmi l’impulso definitivo è stata la passione che ho nutrito fin da bambino per Valentino Rossi e che ancora ho. È stato fantastico vederlo correre e dominare la MotoGp di quegli anni. Lo ritengo un grandissimo e anche un immenso esempio».
- Quale consideri la più bella corsa della tua vita?
«Ci penso molto ma... non trovo nulla di meglio della gara che mi ha portato per la prima volta a podio in un Gran Premio, ovvero in Austria nel 2020. Al momento resta la gara più bella di tutta la mia carriera».
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