Clamoroso: la Ferrari sta usando l'Intelligenza Artificiale in F1!

Clamoroso: la Ferrari sta usando l'Intelligenza Artificiale in F1!

La "FerrAI" non è un'invenzione ma è realtà: la Scuderia di Maranello da ormai sei anni la sfrutta. Nelle gare, e non solo, serve eccome, come dimostrano gli ultimi progressi della SF-24

Fulvio Solms

09.05.2024 12:39

Non mi ci è voluto molto per far licenziare un pilota della Ferrari e far sì che al suo posto comparisse in foto, orgogliosamente calato nell’abitacolo della SF-24, il mio Boston Terrier. È l’applicazione stupida dell’intelligenza, artificiale of course, e da queste sciocchezze non siamo più al riparo. L’AI, usata anche per diffondere fake news, è però una cosa terribilmente seria, presente in Formula Uno ormai da sei anni, quando nessuno ancora ne parlava. Non uno strumento accessorio ma vieppiù strategico e cruciale, man mano che si perfeziona. In rapidissima evoluzione da cinque anni, è giunta a maturazione due-tre anni fa. A Maranello sta facendo la differenza ed è alla base degli ultimi, decisivi progressi della Rossa, ora vedremo come. Non esistono fornitori o consulenti esterni: tutto è prodotto in casa, il che consente di rendere più spessa l’alea di segretezza attorno a questi progetti. Eccola dunque la vera frontiera su cui le squadre si muovono (ancora) in totale libertà, non dovendosi confrontare con vincoli regolamentari.

Test Ferrari, a Fiorano in azione con i paraspruzzi evoluti

Quante persone si occupano di intelligenza artificiale all’interno della Ferrari, e chi guida questo gruppo di lavoro? 

"L’AI all’interno di Maranello ha un nome e un cognome – Marco Adurno – e a occuparsene sono quattro cervelli, non di più. Per essere applicate, le conclusioni vengono poi allargate all’intero Gruppo di Performance, una ventina di ingegneri".

Quando si è cominciato?

"Nel 2020, con l’assunzione dalla Red Bull di Adurno, milanese, a breve quarantacinque anni. Una figura preziosissima. Agganciato nel 2019, Adurno è riuscito a trasferirsi in settembre e il progetto è stato avviato all’inizio del 2020".

Come progredisce l’AI nella Ferrari?

"Due anni sono andati via in sperimentazioni e affinamenti, sicché il piano ha cominciato a funzionare nel 2022, con un grande salto di qualità nella correlazione e nelle relative metodologie di lavoro dalla metà del 2023. I frutti di questo lavoro arrivano dunque da un paio di anni, ma il primo grande salto di prestazione ascrivibile all’AI è di questa stagione e lo abbiamo sotto gli occhi con la SF-24. Possiamo definire questa vettura la prima Ferrari competitiva (anche) grazie all’AI".

Quale applicazione trova l’AI?

"Serve per azzerare i disallineamenti tra galleria del vento e pista. Parliamo della famosa correlazione, tanto difficile da trovare: con l’AI si inseriscono i dati più recenti di tutte le simulazioni e della pista, e usando quelli l’intelligenza artificiale individua le starature e indica come intervenire per correggerle. I tecnici adeguano i valori in modo che l’AI – detta in parole di grana grossa – ne sappia più di prima, e così si riparte verso un nuovo miglioramento delle simulazioni. Ciò permette alla Rossa, una volta in pista, di andare subito forte come se ci avesse già girato fisicamente, e non solo virtualmente. Charles Leclerc lo ha dimostrato in modo preclaro raddrizzando il suo weekend e intraprendendo un confronto serratissimo con Max Verstappen e la Red Bull, dopo aver dovuto rinunciare del tutto alle prove libere. Una circostanza mai vista prima".

Come si potrebbe spiegare in estrema sintesi questo uso dell’AI?

"L’AI scopre come far funzionare meglio il simulatore, anche se in quel modo non lo ha mai visto funzionare".

Ha mai sbagliato?

"No, da quando è stata messa a punto non ha mai indicato strade sbagliate nel perfezionamento della correlazione".

Chi è più avanti?

"Ferrari e Red Bull, non necessariamente in quest’ordine. Mercedes ci sta provando in ogni modo..."

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