GP Monaco, i 5 temi: dal piccolo principe Charles alla delusione Red Bull

GP Monaco, i 5 temi: dal piccolo principe Charles alla delusione Red Bull© Getty Images

Leclerc è riuscito a coronare il sogno di una vita con una Ferrari bellissima, mentre la Red Bull si è riscoperta molto debole sul fronte meccanico; ancora sorrisi per la McLaren, primi punti per Albon e Gasly

27.05.2024 11:10

Monaco è troppo anacronistica?

Lo è, sotto molti punti di vista. Ma al tempo stesso è storia, è fascino, è sfida. È il circuito cittadino per eccellenza, quello dove sfiorare i muretti al sabato regala sempre una buona parte delle immagini migliori dell’anno. Tutto lo si paga in gara, su un tracciato già stretto e praticamente a linea unica per queste F1 sempre più larghe e lunghe, per una corsa spesso prevedibile e che continua a dividere.

Basta guardare la classifica finale del GP: i primi dieci occupano esattamente le stesse posizioni di partenza, questo per dire quanta “azione” ci sia stata in pista. È il prezzo da pagare per un circuito che stupendo lo è fino alla qualifica del sabato, prima di diventare un toboga senza via di scampo. Alcuni piloti propongono di rivedere in parte il tracciato, altri invece hanno puntato il dito sul regolamento, perché qui si apre un altro argomento di discussione: è bastata una bandiera rossa al via per togliere completamente la variabile strategica, la quale è stata una pietra tombale su una corsa che, con il rischio pioggia praticamente nullo, già si sapeva sarebbe stata soporifera dopo la prima curva.

Il discorso è che in questa F1 vige l’obbligo di utilizzare almeno due mescole diverse in gara, ma non c’è l’obbligo del pit-stop: ciò significa che una bandiera rossa basta e avanza per cambiare le gomme e poi andare fino alla fine. Non stiamo qui a dire che sia necessariamente una regola da rivedere, anche perché non è detto che il cambio obbligatorio di mescola sia un valore aggiunto a questa Formula 1 oltre ogni ragionevole dubbio, ma è un atto da sottolineare per dovere di cronaca.

Altro tema di una gara soporifera è stata la bandiera rossa iniziale, con la griglia di partenza di fatto ristabilita. Anche lì in realtà, Regolamento Sportivo alla mano, c’è stato poco da discutere: non tutte le vettura avevano tagliato la linea del primo settore (il quale si esaurisce proprio alla staccata del Mirabeau Alto, in fondo al breve allungo all’inizio del quale aveva “parcheggiato” Sainz), per cui è stata ristabilita la classifica “all’ultimo punto in cui è possibile determinare la posizione di tutte le macchine”, come si legge nel regolamento, e Vasseur ha spiegato essere la linea della safety car appena dopo la prima curva.

Questi i vincoli regolamentari che sono stati alla base delle uniche discussioni della domenica monegasca. Sul resto, sullo spettacolo che offre la pista, ognuno avrà la sua opinione.

Sainz? È un signore e un punto di forza della Ferrari


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