Domenicali e i motori 2026: i costruttori oggi la penserebbero diversamente

Domenicali e i motori 2026: i costruttori oggi la penserebbero diversamente© Getty Images

Torna sulle caratteristiche delle power unit 2026, Stefano Domenicali e spiega il peso avuto dai costruttori e motoristi nel definire la rotta. Dopo il 2030 sarà addio all'ibrido grazie ai soli e-fuels?

Fabiano Polimeni

19.06.2024 ( Aggiornata il 19.06.2024 12:57 )

Stefano Domenicali è tornato su un argomento spinoso, che interessa i motori 2026 e le loro caratteristiche. Prima ancora che entri in vigore il regolamento, sono evidenti alcune storture concettuali per una categoria come la F1.

Adrian Newey ne ha indicata giusto una, il paradosso di un motore termico che nella curva più lenta del mondiale, l'ex Loews di Montecarlo, rombi ad alti giri per produrre energia destinata alla parte elettrica. C'è qualcosa che non torna, probabilmente, nella definizione dei concetti che saranno dei motori 2026. Anzi, che già lo sono, visto il lavoro avviato da tempo sulle unità ibride con metà dei 1.000 cv prodotti dal MGU-K.

Basterebbero gli e-fuels alla F1

È tornato a parlare di e-fuels, Domenicali, intervistato da Auto Motor und Sport. Potrebbe essere la tipologia di combustibile (sintetico, a emissioni carboniose nette pari a zero - cattura in atmosfera la Co2 e ne produce fino all'80% in meno rispetto ai combustibili fossili -) in grado di liberare la F1 dall'ibrido. Solo dopo il 2030, però.

"La mia opinione personale è che sarebbe sufficiente utilizzare un carburante a emissioni climalteranti neutre. Tuttavia, abbiamo dovuto tenere conto dei desiderata dei costruttori", racconta Domenicali nel commentare le PU 2026. 

Il peso dei costruttori nelle regole del gioco

Una Formula 1 dei costruttori non può prescindere dalle regole gradite ai costruttori. Che sono regole del gioco direttamente legate all'industria dell'auto. Il dettaglio non trascurabile è il mutamento radicale di sensibilità verso la mobilità esclusivamente elettrica - imposta per decreto dall'Europa, non senza distinguo e un futuro del 2035 ancora tutto da capire -. Dapprima tutti a professare l'"all in" sull'elettrico, un entusiasmo tutto di marketing e ottimistiche previsioni. Poi, il bagno di realtà. Honda, quando si chiamò fuori dalla F1 a fine 2021 - salvo poi restarci in varie forme, e rilanciare nel 2026 - giustificò il taglio del programma F1 sull'altare dei costi. Le risorse dovevano andare alla ricerca e sviluppo dell'elettrico per le Honda stradali.

"Le cose si sono sviluppate così in fretta che oggi una decisione potrebbe essere diversa da quella presa due anni fa. Non sono un ingegnere, ma devo avere una visione di come sarà lo sport in futuro", prosegue Domenicali.

"Posso immaginare che, con i prossimi regolamenti, potremmo limitarci ad avere un carburante sostenibile. Se saremo in grado di dimostrare che con esso produciamo zero emissioni, potremo concentrarci su altri importanti aspetti della sostenibilità". 

E-fuels un tassello della neutralità tech

Ecco, sulla rilevanza per la grande industria dell'auto e la mobilità di massa degli e-fuels, la cautela dev'essere estrema. Le criticità ruotano intorno ai volumi produttivi dei carburanti sintetici, che sono realmente "drop in" su molte auto, con test condotti da costruttori a verificare l'efficacia e possibilità di impiego, ad esempio, già da modelli post 2013. Il bagno di realtà impone una vera neutralità tecnologica per la mobilità di serie: ci sarà l'elettrico, il termico in forma ibrida, una piccola porzione di e-fuels e, probabilmente, una nicchia per l'idrogeno a combustione.

Scelte 2026 fatte con altre priorità

Domenicali sottolinea quanto il peso dei motoristi sia stato decisivo sulla definizione dei regolamenti 2026. "Bisogna sempre tenere d'occhio il clima politico dell'epoca. Ci sono stati momenti in cui ci è stato chiesto di diventare completamente elettrificati. Ci siamo attenuti alla soluzione ibrida e poi abbiamo capito che con il carburante sostenibile potevamo dimostrare al mondo l’esistenza di altre tecnologie. Ma al momento della stesura del regolamento sui motori 2026, non potevamo fare a meno dell'ibrido.

All'epoca, per i costruttori era importante aumentare la quota di potenza elettrica. Oggi potrebbero pensarla diversamente, perché il mondo ha capito che ci sono diversi modi per raggiungere la sostenibilità. Oggi si rendono conto che il nostro approccio al carburante potrebbe essere vantaggioso per loro nella serie".


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