Max è stato allevato come un dobermann e spopola, Norris è il caso opposto. Però piace...
Solita storia. Nice Guys never win. I tipi carini non vincono mai. Prendi Lando Norris. È dal Gp di Miami che ha per le mani la miglior F.1 del lotto, la McLaren MCL38. Eppure a oggi, in sette partite giocate con la carta più alta in mano, ne ha vinta solo una, giungendo tre volte secondo, due terzo, con un quinto e un sesto. È il top driver meno redditizio ed efficace nella storia recente della F.1, laddove, appena hai la monoposto regina, devi polverizzare tutti, sennò sei fritto.
Cavolo, perché? Da dove origina questa situazione unica, imbarazzante e sofferta?
Norris: "Abbiamo deluso, mi assumo parte delle colpe"
Lando è uno che in pista sbaglia poco, quasi niente. Non è prono al crash sotto pressione, alla cavolatona, all’errore marchiano. È regolarista velocissimo, che tende a sbagliare zero. Nell’apprendimento, nell’atteggiamento e nell’attitudine resta un uomo ideale e leale, sia quanto a caratteristiche che per capacità d’interazione con il team e i compagni di squadra. È un costruttivo positivo.
Pure troppo. In Austria, per esempio, Max gli distrugge la gara scippandogliela, muovendosi più volte impercettibilmente in frenata in fase di difesa, fino a toccarlo, nel momento clou, facendolo tornare al box con una gomma sbrindellata e la macchina malconcia. Un torto che in F.1 genera inimicizia per tutto il resto della vita.
Lando no. Prima dice nel trafelato dopo gara: «Se Max non mi chiede scusa, non avrò più rispetto di lui». E già lì commuove, perché quando uno ti fa uno sgarbo grosso e ti scippa, tu con le sue scuse non ci fai niente. Devi solo preoccuparti di due cose: di restituire il torto col doppio, il triplo del danno, e quindi di risolvere per sempre il problema. Al diavolo l’amicizia, ché evidentemente, se non ha impedito ciò, in fondo non è mai stata così sincera.
Lando no. Nel corso della settimana parla con Max e tutto si mette a posto. Okay. Si va a Silverstone e le McLaren volano. Costantemente. Nelle libere non hanno mai rivali, in qualsiasi condizione.
Eppure in Q3 non strappano la pole, con Lando che abortisce l’ultimo push.
Poi in gara, peggio ancora. Infilato all’esterno alla terza curva da Max, Norris vive a corrente alternata, soffrendo le mixed conditions, producendo una performance mai svettante, per niente decisiva e nell’ultimo stop, visto che si sta giocando la gara al millesimo con Hamilton, viene anche rallentato in pit di un paio di secondi e mezzo, ripresentandosi in pista dietro Lewis e con la gomma non ideale, né per andare a prenderlo né tantomeno per resistere al ritorno di Max.
Stavolta è davvero troppo. Non è un piccolo episodio, ma l’ennesima riprova, in un procedimento che ormai di fatti a carico ne ha fin troppi.
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