GP Arabia Saudita, l'analisi a caldo: la RB20 detta legge, la Ferrari è la seconda forza

GP Arabia Saudita, l'analisi a caldo: la RB20 detta legge, la Ferrari è la seconda forza© Getty Images

Jeddah, pista che esalta la sintesi tra carico verticale e resistenza, ha dato un'ulteriore prova dopo il Bahrain della superiorità della Red Bull. Leclerc non può fare di più

09.03.2024 ( Aggiornata il 09.03.2024 19:40 )

Jeddah, una pista rivelatrice della superiorità della Red Bull. Dopo il Bahrain la F1 ha avuto un altro indizio sulla superiorità della RB20, inarrivabile per tutti gli altri, a cominciare dalla Ferrari di Leclerc, sia con Verstappen che con Perez.

Red Bull inarrivabile

Dal Bahrain all'Arabia Saudita la Red Bull ha dato ulteriore prova della sua straordinarietà, dominando sin dall'inizio. Su una pista dove l'efficienza, ovvero il rapporto tra carico e resistenza, è un parametro importantissimo, la RB20 si è dimostrata assolutamente la prima della classe, con tempi inarrivabili per tutti. Verstappen ha fatto corsa a sé e pure Perez, su una pista che gli piace, è risultato fuori portata, e nemmeno i 5" rimediati per unsafe release hanno dato qualche chance a Leclerc, 3° senza poter mai impensierire le due Red Bull. Le RB20 sono fuggite sin dal via e nemmeno una sosta obbligatoriamente anticipata per tutti ha potuto dare a tutti gli altri un'occasione per fronteggiare la creatura di Milton Keynes.

Ferrari ok come seconda forza

La Ferrari può essere però moderatamente soddisfatta. Su una pista che nel 2023 aveva rivelato tutte le debolezze della SF-23, la SF-24 è stata chiaramente seconda forza e nessuno è stato in grado di impensierire Leclerc, il quale dopo i sorpassi ad Hamilton e Norris (che non si erano fermati con la safety car iniziale) ha corso praticamente in solitaria. Nota positiva il giro veloce di Leclerc, stampato proprio all'ultimo passaggio.

Note positive anche dal lato box di Bearman, protagonista di una gara solida che lo ha premiato con 6 punti.  L'inglese ha fatto più del previsto, senza commettere errori e senza strafare, ma soprattutto resistendo alla rimonta di Norris ed Hamilton dopo la loro sosta. Olivieri inoltre ha compiuto qualche sorpasso ed ha retto tutto bene i 50 giri di gara, un'incognita per lui non abituato a gare così lunghe e soprattutto agli sforzi continui di una F1.

Mercedes, McLaren, Aston Martin: c'è da lavorare

Le tre motorizzate Mercedes hanno dato modo di pensare che ciascuna di esse abbia qualche debolezza da risolvere per poter sperare in risultati migliori. La MCL38, ad esempio, ha un grosso deficit ad ala mobile aperta, ed è così che Piastri ha speso tantissimi giri dietro ad Hamilton, precludendosi la possibilità di provare a stare con Leclerc.  Tutte e tre queste vetture sono rimaste lontane dalle prestazioni Ferrari, risultando più o meno sullo stesso livello tra loro, tanto che sono arrivate più o meno tutte vicini in una corsa che, con il ko dopo 7 giri di Stroll e relativa safety car, ha di fatto appiattito la componente tattica, rendendo obbligata la strategia.

L'ordine d'arrivo

Gara


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