Hulkenberg, ripartenze artificiali e lontane dal dna della F1

Hulkenberg, ripartenze artificiali e lontane dal dna della F1© Getty Images

Il pilota della Haas si interroga sulle numerose ripartenze dalla griglia, un momento di intrattenimento ma con il lavoro di tutta una gara rimesso in discussione

Fabiano Polimeni

04.04.2023 ( Aggiornata il 04.04.2023 19:10 )

Del "nuovo" utilizzo di uno strumento come la bandiera rossa si dibatte da domenica mattina, dall'epilogo del GP d'Australia. 

Si dibatte dello spettacolo creato artificialmente, attraverso ripartenze da fermo che offrono di gran lunga più incertezza, pathos, opportunità che accada "qualcosa" all'interno di scenari di gara stabilizzati.

Nico Hulkenberg è tra quanti, legittimamente, si interrogano sul vero dna della Formula 1, dopo le ultime decisioni maturate in Australia.

Safety e Virtual, le correzioni in corsa

Abbiamo assistito al ritorno sui propri passi circa l'utilizzo della Virtual Safety Car rispetto alla Safety Car. Nata per creare condizioni di sicurezza per operare in pista ma senza vanificare lo scenario di gara consolidato, la fase di Virtual. Per un periodo iniziale se n'è fatto ricorso a piene mani, poi, Liberty Media ha deciso di ridimensionare il ricorso alla VSC (peraltro con un evidente, critico, meccanismo di mantenimento dei distacchi).

L'editoriale del Direttore: Basta rovinare questa F1!

Adesso, ecco l'opzione bandiera rossa. Soprattutto sull'incidente di Alex Albon gli interrogativi circa la reale utilità  di interrompere la gara sono molti. A seguito dell'incidente di Magnussen, invece, diversi piloti hanno commentato suggerendo una neutralizzazione con SC sufficiente a ripulire la pista dai detriti.

Una F1 dal sapore artificiale

"La ripartenza è sempre un momento emozionante, è un elemento dell'intrattenimento, però, da pilota e per le squadre, è una sensazione strana da vivere. 

Lavori per tutta una gara e poi hai solo un paio di giri e ci si aspetta che tu faccia ancora un'intera ripartenza. Sono due aspetti della vicenda e resta molto da esaminare.

C'era una Aston mandata in testacoda ma è stato fortunato a tornare in gara. È uno scenario da incubo per il pilota.

A mio avviso è un elemento in qualche modo artificiale e non sono certo che sia questo il dna della F1 che ho conosciuto", le parole del pilota Haas, riportate da Autosport. 

"Se ne parlerà, diciamo che perlomeno c'è stata un po' di confusione sul perché sia servito così tanto tempo per l'ultima ripartenza".


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