GP Italia, l'anteprima: Max per sfatare il tabù, Ferrari per l'orgoglio

E' facile immaginare tutto il rosso che ci sarà, sulle tribune. Il rosso dei tempi migliori, quello dei giorni felici. Quello che portava ad occupare le tribune di Monza per intero. Pareva essere l'occasione giusta per esserci, su quelle tribune: una Ferrari dominante in avvio di campionato, unita al simbolico traguardo del centenario dell'Autodromo, ha fatto sì che questa vigilia del Gran Premio d'Italia fosse la più attesa degli ultimi anni. Poi, però, qualcosa è andato storto, ed il rosso, in pista, è diventato sbiadito.

Avrebbe potuto esserci una Ferrari davanti nelle classifiche, avrebbe potuto esserci una Rossa che scaldava i cuori. Oggi invece si va in Lombardia con una Ferrari che è quasi timorosa di quello che potrebbe succedere nel suo GP di casa, sulla pista sulla quale ha vinto più che in qualunque altra (nessun team ha mai vinto 19 volte su un tracciato come la Rossa a Monza). Semplicemente perché Monza, sulla carta rappresenta il terreno di caccia ideale per una Red Bull pigliatutto nelle ultime uscite, ma dominante su una pista veloce come quella di Spa. Non sono uguali, Spa e Monza: nelle Ardenne c'è un tratto guidato che in Brianza non c'è, un fattore non da poco quando si va a deliberare l'assetto definitivo. A Monza si va con ali ancora più scariche, con dei pacchetti esclusivi e dedicati ad un tracciato unico nel calendario della Formula 1. E' proprio a questa atipicità che il Cavallino Rampante si aggrappa nella speranza di non vivere un GP di casa da comprimario.

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Perché Monza è una pista difficile

Su quanto possano influire questi pacchetti dedicati, la domanda è aperta. Difficile ribaltare in toto una scala dei valori chiarissima nelle ultime gare, ma non averla identica è possibile. Con determinati pacchetti i concetti delle vetture non vengono stravolti ma comunque intaccati nei concetti di base: ecco perché a volte, a Monza, ci sono stati exploit. Particolare è tutta la messa a punto della vettura, su un tracciato molto più difficile da interpretare rispetto a quanto si possa pensare: nel Tempio della Velocità ai piloti vengono date macchine aerodinamicamente tanto scariche (da qui le difficoltà a gestire le gomme, soprattutto le posteriori, con Pirelli che porterà C2, C3 e C4) da soffrire, almeno fino all'anno scorso, di instabilità in scia, cosa che complicava i sorpassi nonostante i rettilinei lunghissimi. Quest'anno, con la nuova generazione di vetture, dovrebbe essere più facile passare; tuttavia, resterà fondamentale avere un assetto meccanico abbastanza morbido da "danzare" sui cordoli, aspetto critico in Italia (e talvolta decisivo per la prestazione), ma al tempo stesso rigido abbastanza per evitare il fenomeno del porpoising. Fenomeno in via di risoluzione quasi per tutti, ma occhio che Monza potrebbe essere una delle gare in cui la DT039 potrebbe sentirsi di più.

E poi c'è il capitolo motori, tra unità vecchie ed unità fresche. Non è da escludere che qualcuno possa puntare a deliberare maggior potenza a Monza nel tentativo di guadagnare in performance, anche a costo di prendersi rischi in fatto di affidabilità oppure di limitare il chilometraggio delle componenti in futuro. Può essere una scelta in mano a tanti, Ferrari compresa. Poter chiedere tanto al termico ed all'ibrido (la gestione della potenza lungo tutto il giro sarà fondamentale, come su tutte le piste dove la percentuale di tempo a gas spalancato è molto alta) potrebbe essere un vantaggio anche a costo di partire indietro: basti vedere il super fine settimana di Valtteri Bottas nel 2021, con il finlandese della Mercedes che, montata una nuova power unit, fece pole, vittoria nella gara sprint e podio pur partendo dall'ultima fila alla domenica.

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