GP Olanda, l'anteprima: in cerca di risposte

GP Olanda, l'anteprima: in cerca di risposte© Getty Images

Da Spa a Zandvoort, una pista completamente diversa rispetto a quella belga: la Ferrari ha estremamente bisogno di capire se quello delle Ardenne è stato solo un passaggio a vuoto oppure no

31.08.2022 ( Aggiornata il 31.08.2022 11:44 )

Siamo di fronte ad una nuova realtà oppure è stata solamente un'eccezione? La domanda scotta, alla vigilia del Gran Premio d'Olanda. Perché dalla risposta dipende praticamente tutta la seconda parte di un mondiale che in Max Verstappen ha ormai un padrone già ben definito, ma che potrebbe vivere di un monologo assoluto se la Red Bull confermerà le esorbitanti prestazioni messe in mostra a Spa.

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Pista tecnicamente affascinante, ma pochi sorpassi

La risposta spetta alla Ferrari, è lei che deve dimostrare che le Ardenne sono state solamente un caso isolato. Il disegno della pista di Zandvoort è completamente diverso rispetto a quello del tracciato belga: da una pista veloce si passa ad una specie di toboga che rappresenta una bella sfida per chi guida, data l'assenza di vie di fuga fuori dalle curve. Sul giro secco Zandvoort è un circuito spettacolare, al quale però è annesso l'alto rischio di vedere pochi sorpassi per via di una conformazione che non premia assolutamente i duelli ravvicinati: con la nuova generazione di vetture magari andrà leggermente meglio rispetto all'anno scorso, ed è in questa direzione che ci si sta muovendo, con la sperimentazione nelle libere del venerdì della zona Drs anticipata già all'ultima sopraelevata prima del rettilineo di partenza.

Per quanto riguarda le caratteristiche della pista, non c'è spazio per estrapolare tutta la potenza del motore agli alti regimi, dato che le punte velocistiche in Olanda sono al ribasso: sarà molto più importante la spinta ai bassi regimi, nelle fasi di trazione, piuttosto che la velocità assoluta. La pista del resto impone scelte mirate, con il ritorno a carichi aerodinamici elevati (molto elevati: da qui la scelta della Pirelli di portare le tre mescole più dure) ed un lavoro delle sospensioni molto diverso rispetto all'ultima gara per fronteggiare le ondulazioni del tracciato olandese.

Altezze da terra: è qui il dilemma?

Se per la Ferrari il ritorno ad un carico elevato è una bella notizia, e per quanto sulla carta Zandvoort sia una pista molto favorevole alle caratteristiche della F1-75, c'è un fattore che spaventa i tecnici di Maranello, e riguarda le altezze da terra. Tra le ipotesi della sonora sconfitta di Spa, c'è stata appunto quella delle altezza da terra, e non per la direttiva tecnica 039, bensì per la necessità in Belgio di "alzare" la vettura, soluzione tipica per affrontare alcuni passaggi del circuito delle Ardenne, come ad esempio quello di Eau Rouge. Alzando la macchina, la Ferrari (ma in parte anche Mercedes), sarebbe uscita (il condizionale è d'obbligo) da quella finestra ottimale in cui lavora la sua monoposto, una complicazione che invece non ha scalfito la RB18, molto meno sensibile alle variazioni di altezza da terra. Per Spa si parlava di un aumento dell'altezza attorno ai cinque o sei millimetri. Se così fosse, sarebbe una pessima notizia: perché anche in Olanda, per via delle numerose curve con banking elevato ed i numerosi dossi, non si può correre con un'altezza "ideale" come se la pista fosse piatta, ma si deve intervenire alzando la vettura e, se necessario, operare pure sulle sospensioni e sull'assetto meccanico in generale. Zandvoort sarà dunque una controprova molto importante, fermo restando che questa è solo un'ipotesi; le altre sono di una Ferrari che ha approcciato male il fine settimana a livello di assetti o quello di una Red Bull che nella tre giorni in Belgio ha trovato tra pista e condizioni la finestra perfetta di utilizzo della RB18, sotto ogni punto di vista, gomme comprese.


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