L'editoriale del Direttore: Verstappen il dittatore

L'editoriale del Direttore: Verstappen il dittatore© Getty Images

A Budapest il mattatore del Mondiale 2023 coglie l'ennesimo successo, mentre McLaren si conferma e Ferrari annaspa. Intanto, Kalle Rovanpera vola verso il titolo di un WRC sempre più in crisi

Andrea Cordovani

25.07.2023 13:24

Forse un giorno Max Verstappen lascerà qualcosa anche agli altri. Ma chissà quando. Di sicuro finché avrà a disposizione la migliore monoposto del lotto sarà difficile pensare di impensierirlo mentre vive la sua solitudine da numero primo in fuga eterna dai rivali. Infallibile cecchino delle speranze altrui, l’olandese popola da tempo un altro pianeta nel quale manda in scena il suo spettacolo dove quando stecca è una ferita al cuore. Sta fagocitando di tutto da tempo ma al sabato quando Lewis Hamilton gli ha soffiato la pole, sembrava Belzebù innaffiato con l’acqua santa. Zero sorrisi, testa bassa. Pensiero già al giorno dopo perché nel suo vocabolario da corsa la parola sconfitta non è contemplata e relegata in fondo, nell’ultima pagina.

Red Bull e Verstappen da record

Così mentre la Red Bull firma un nuovo record con 11 Gp conquistati dall’inizio della stagione con conseguente dosaggio massiccio di narcotico per il resto dell’anno, il Mondiale di F.1 2023 vede la crescita esponenziale della McLaren che per la seconda volta infila una prestazione tosta, da applausi. Con il debutto della vettura 2023 a Silverstone il team diretto da Andrea Stella ha compiuto clamorosi passi in avanti. Così mentre il Circus da Budapest piazza le sue tende a Spa, nel prossimo week end, sullo sfondo resta la prestazione della Ferrari ben al di sotto delle previsioni. Visto dalla prospettiva del tifoso del Cavallino, quello in Ungheria è l’ennesimo inciampo della stagione ma dentro a un GP sul quale si nutrivano speranze. Budapest sembra pista di rilancio per la Rossa. Ma il rilancio, ancora una volta, non c’è stato. E ha perso la sfida con le dirette concorrenti per quel ruolo di vice-Red Bull che è il solo a disposizione. Con solo due podi in stagione la situazione si è fatta complicata. E alla vigilia di Spa la delusione tra i tifosi è montante in assenza di lampi e di eventuali inciampi dei rivali.

Anche Kalle vede il Titolo

Centrando la terza vittoria di fila in Estonia, Kalle Rovanpera va definitivamente in fuga verso la conquista del secondo titolo iridato della carriera. Pareva distratto. In tutte altre faccende affaccendato. Con ancora addosso le scorie per i festeggiamenti. Un inizio di stagione in salita. E poi al momento giusto, rieccolo. Capace ancora di fare la differenza contro una concorrenza che fatica a tenergli il passo, quando al via non c’è anche Ogier, il suo compagno di squadra e il primo tra i suoi rivali. Unica vera grande attrazione di un Mondiale Rally che sembra la copia sbiadita di quel che è stato fino a pochi anni orsono, il finlandese classe 2001 è il grande testimonial di una specialità che sta sempre più trasformandosi in riserva indiana, che non è più capace di generare passione. Inutile girarci intorno: dal Mondiale Rally arrivano anche grida d’allarme. La specialità sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia.

Continuare a nascondere la testa sotto la sabbia è esercizio facilissimo ma non porta a niente. Il calo di popolarità della specialità è inesorabile, netto, evidente. Non serve riconoscere quali sono i mali (peraltro noti) che stanno affossando il mondo del controsterzo. C’è bisogno di soluzioni e di un piano d’azione preciso da parte della Federazione Internazionale che ha come presidente Ben Sulayem che da ex rallysta capisce bene di trovarsi dinanzi a un mondo in chiara crisi d’identità, senza più l’appeal dei giorni perduti, senza un plateau di protagonisti all’altezza di un campionato del mondo, senza più la passione di quando ancora lo frequentava lui da pilota. Lo spettacolo, inteso come evento, è ai minimi termini. Urgono soluzioni.

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