Il rumore più tosto a Le Mans? Quello della Cadillac

Il rumore più tosto a Le Mans? Quello della Cadillac© Getty Images

La 24 Ore di Le Mans vissuta da bordo pista, come di fronte a un concerto

08.06.2023 ( Aggiornata il 08.06.2023 11:46 )

Vogliamo andare oltre immagini e media e concentrare l’indagine sulla più ancestrale delle ricognizioni e al più istintivo dei giudizi? Dai, proviamo. Un solo senso coinvolto, praticamente a bordo pista, per analizzare le protagoniste più attese della 24 Ore del Centenario, cioè l’udito. Uno degli strumenti cognitivi privilegiati, quando si parla di fascino delle corse. Perché ascoltare i motori a tutta è un po’ come partecipare a un concerto a metà tra l’estasi rock e la perfezione della musica classica.

Bene, andiamo avanti, dunque. Con la necessaria premessa che ogni giudizio contenuto nelle prossime righe, per quanto un minimo strutturato, resta pur sempre istintivo e appartiene al dominio dell’opinione e delle sensazioni anche emotive, senza alcuna pretesa di scientificità o autorevolezza di sorta.

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La miglior "voce" di Le Mans è la Cadillac

Detto questo, il rombo più tosto, pieno e bello ignorante resta quello delle tre Cadillac Hypercar, dal ruggito sincero e corposo, molto americano, un po’ animale e per niente deludente. La Ferrari 499P? Niente male, anche se appare bella composta e contenuta, senza acuti nervosi. Roba ben più concertisticamente viva è quella delle Porsche 963, un po’ ruggenti anche se non troppo. Deludenti invece le Toyota, che sembrano, in confronto alle rivali, pistole silenziate rispetto ad altre a canna scoperta. La stessa Peugeot appare contenuta nei decibel e peggio ancora appare la Vanwall, davvero poco ammaliante e quasi per niente aggressiva. Ma forse era il (solito) momentaccio, per la macchina di Kolles. Interessante, quindi, la Glickenaus, con un propulsore non lacerante ma dal rombo bello pieno.

E quindi arriviamo alla sorpresa tra i prototipi Lmp2, perché in realtà il motore Gibson del monomarca Oreca a conti fatti risulta quello più piacevole da ascoltare, quando spinge arrabbiato. Un ruggito lacerante, incazzato, da vero strumento da corsa. Presumibilmente il più cattivo tra tutti quelli in lizza nella 24 Ore, vicino o a pari merito con l’aspirato Hypercar della Cadillac. Però non bisogna trascurare l’aggressività della Chevy Camaro ZL1, della Hendrick Motorsport in gara da Guest star per il Garage 56 praticamente una Nascar Cup car, davvero furibonda, col suo V8 vecchio stile e piacevole da seguire nella brutale rudezza tuttavia sufficientemente tonda e armoniosa.

Strana davvero la situazione in classe LMGTE-Am, laddove le Porsche - ahiloro, tutte eliminate dalla Hyperpole -, latrano a tutta e sibilano in rilascio, con un’impressione sonora davvero gradevole. Mentre le gloriose Ferrari 488, alla loro ultima uscita alla 24 Ore della Sarthe, propongono un rumore sincero e gustoso anche se non troppo ruggente. Qualcosa di simile a Chevrolet e Aston Martin, con la prima un po’ più sonora della seconda. Ecco qua, il gioco è finito. E per una volta le protagoniste primedonne hanno ceduto il passo alle ballerine che si solito si vedono di meno, ma, in questo caso, si sentono di più.

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