Lancia Delta S4: l'auto che fu campionessa per 10 giorni

Lancia Delta S4: l'auto che fu campionessa per 10 giorni

Voluta dai vertici del settore corse della FIAT e nata da una strettissima collaborazione con Abarth, la Lancia Delta S4 è stata la prima vettura a 4 ruoto motrici italiana e una delle auto più estreme a gareggiare nel gruppo B, prima che questo fosse cancellato. Un'auto leggendaria disegnata, costruita e guidata da uomini speciali.

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21.02.2020 12:27

Da 2 a 4 ruote motrici, nasce il progetto 038

Il progetto prende il nome di 038 ed è basato in casa Abarth. Viene creato in fretta e furia un gruppo di lavoro recuperando il pochissimo know how a disposizione: capo progetto è Paolo Messori, che aveva guidato la nascita della Campagnola, con lui l’ingegner Sergio Limone, fresco di produzione della 037, direttore tecnico dei motori è Claudio Lombardi, al suo esame più importante, mentre a metter emano sulla trazione integrale e sui volumi dell’auto sarà l’ingegner Renato Sconfienza, aiutato da Bruno Giardino.  

Il telaio deve essere leggero e consentire a un team dei meccanici di lavorare agevolmente durante le gare, si decide quindi per una soluzione tubolare, facile da riparare, e per ammortizzatori a parallelogramma deformabile, capaci di reggere le fortissime sollecitazioni verticali e di accelerazioni a cui l’auto sarebbe stata sottoposta. Il motore scelto era un 4 cilindri in linea da 1759 cm3 con 4 valvole per cilindro, per la prima volta i cilindri erano rivestiti di Cermetal, una ceramica che ne attutiva l’attrito. Ma la mostruosità del propulsore stava nella scelta di accoppiare al compressore volumetrico Volumex già collaudato sulla 937, un turbocompressore k27, dell’azienda KKK. I due sistemi furono resi complementari: il Volumex potenziava l’auto ai bassi regimi, disattivandosi gradualmente quando entrava in funzione il turbocompressore che spingeva l’auto agli alti regimi. Il risultato fu un motore che assicurava prestazioni elastiche, ma straordinariamente potenti. La versione stradale della 038 aveva 250 cavalli, mentre quella omologata per le gare 480 al debutto, portata 650 cavalli nelle gare successive (grazie a una compressione del turbo che poteva superare i 2 bar, rendendo la macchina a dir poco difficile da controllare) rendendo il rapporto peso – potenza dell’auto a dir poco imbarazzante. Per fare un paragone, nel 1985, la Ferrari di Michele Alboreto aveva una potenza compresa tra 660 e i 730 cavalli, ma la 038 era destinata ad altri asfalti.


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