Haas, casting per il secondo sedile: ecco l'elenco delle opzioni

Haas, casting per il secondo sedile: ecco l'elenco delle opzioni© Getty Images

Pietro Fittipaldi scenderà in pista nei test in Bahrain, ma non è detto che sarà lui a correre nel primo GP della stagione: il nipote di Emerson ha pro e contro per la sua situazione, e questo fa ben sperare altri piloti come Giovinazzi, Hulkenberg e...

07.03.2022 ( Aggiornata il 07.03.2022 15:51 )

Chi al posto di Nikita Mazepin? Pietro Fittipaldi è la risposta per il breve termine, dopo si vedrà. Chi sarà il secondo pilota titolare in Haas al fianco di Mick Schumacher è il quesito che scalda il Circus a pochi giorni dalla seconda sessione di test in Bahrain, quella in cui guiderà proprio il nipote d'arte sulla vettura americana. Non è detto però che questo scenario resti lo stesso anche nella settimana successiva, per il primo GP della stagione.

Fittipaldi, perché sì

La candidatura di Pietro Fittipaldi come pilota titolare poggia su basi solide, ma non granitiche. Un punto a favore del pilota con doppio passaporto americano e brasiliano è che fa parte della squadra ormai dal 2019 nel ruolo di terzo pilota. Ciò significa aver pochissimo in pista ma avere avuto comunque l'occasione di provare al simulatore, e fu proprio questo il motivo che indusse il team ad affidargli il volante per le ultime due gare della stagione 2020 in sostituzione di Romain Grosjean: Pietro era l'unico che conosceva un po' la macchina e dunque il pilota migliore per essere una soluzione tampone in coda al mondiale. La stessa cosa più o meno si sta ripetendo adesso, e nel frattempo il nipote di Emerson si è garantito la possibilità di girare nei test. Questo sarebbe un ulteriore vantaggio che lo farebbe spiccare tra gli i candidati: sarebbe l'unico pilota, oltre a Schumacher e Mazepin ovviamente, ad aver provato la VF-22 nella realtà. A livello di adattamento, partirebbe un pezzetto avanti rispetto alla concorrenza di altri piloti che ambiscono al suo sedile, ma che si ritroverebbero a scoprire la vettura direttamente nelle libere 1 di Sakhir, non proprio il massimo come tempistiche.

Poi, non va dimenticato, c'è anche il lato marketing: mettere insieme due cognomi come quelli di Schumacher e Fittipaldi significa regalare al pubblico un colpo ad effetto non indifferente, per una discendenza che si porta dietro un totale di 9 titoli iridati. Non serve per andare forte, ma per catturare sponsor sì: ed in questo momento, una squadra come la Haas, di attirare pubblicità ne ha bisogno come l'aria. Si era trovata in ginocchio al momento dell'esplosione della pandemia, rischia di nuovo adesso che ha perso l'appoggio della Uralkali, finanziatrice principale che è stata fondamentale per tenere in piedi la baracca a fine 2020 e per pianificare senza affanni la stagione 2022, anche se questo ha significato letteralmente sacrificare l'annata 2021. Trovare un nuovo main sponsor al momento è vitale, altrimenti il rischio è di andare incontro ad una stagione con poche risorse e dunque con sviluppi sulla macchina ridotti all'osso, il che significherebbe il forte rischio di vivere a lungo andare un campionato molto simile a quello infernale appena concluso.

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Fittipaldi, perché no

Poi però c'è il cronometro. E Pietro Fittipaldi non rappresenta quella garanzia di cui la squadra avrebbe bisogno per crescere e svilupparsi, ammesso e non concesso si trovino i fondi per far progredire la vettura. Gunther Steiner, ben consapevole di quale 2021 avrebbe vissuto il team, si era rassegnato per il passato campionato di mettere in macchina due debuttanti, dato che la formazione dei piloti non avrebbe avuto impatti negativi su un ultimo posto tra i Costruttori già ampiamente previsto. Ritrovarsi di nuovo un debuttante (perché Fittipaldi non lo è in teoria ma lo è in pratica, dal momento che Sakhir e Abu Dhabi 2020 furono vissute come occasione senza pretese) significherebbe dover ripartire dalle basi con uno dei due piloti, e non era quello che la squadra aveva pianificato. Esperienza quindi, ma anche velocità: e Pietro nella sua carriera non ha mai dimostrato di essere un fulmine al volante, anche se ha dalla sua una lunga serie di prove con vetture molto diverse tra loro. Come risultati, Pietro ha vinto la Formula Renault 2014, la MRF Challenge 2015-16 e la Formula V8 3.5 2017. Un palmares buono, ma non propriamente irresistibile. E siccome in questo caso c'è da affrontare un campionato intero e non solo fare da traghettatore come nel 2020, ecco perché Fittipaldi può essere scartato nella decisione definitiva su chi affidare la seconda Haas per il mondiale 2022.

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E quindi chi al fianco di Mick?

Ed è proprio qui che lo scenario si fa interessante ma soprattutto fumoso, perché di certezze ve ne sono pochissime. Data la forte collaborazione tra Haas e Ferrari, i primi due nomi immediati nel ventaglio delle ipotesi sarebbero quelli di Antonio Giovinazzi e Robert Shwartzman. Il secondo ha un solo, "piccolo" difetto: ha la stessa nazionalità di Nikita Mazepin. Avrebbe potuto essere un serio candidato, ma la Haas ovviamente non affiderà il volante ad un altro pilota russo. Robert al momento non ha speranze e sarebbe sorprendente il contrario.

Giovinazzi ha delle carte da giocarsi, ed a quanto pare ha anche un contratto con la Dragon-Penske in Formula E tutt'altro che vincolante: liberarsi, in caso di chiamata dalla F1, dovrebbe essere semplice amministrazione burocratica grazie ad una clausola appositamente inserita. Pure Giovi però ha un grosso difetto, quello di non avere grandi sponsor da portare: per lui parlano tre stagioni di F1, un'esperienza solida che potrebbe fare molto comodo alla Haas, ma non ha liquidità da offrire. Non è detto che l'aspetto economico sia quello decisivo nella scelta, ma Gene Haas e Steiner i conti devono farli.

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Un altro candidato forte sembra essere Nico Hulkenberg: nessuno, tra i piloti liberi, ha l'esperienza del tedesco. Hulk sarebbe quella figura che in Haas cercano da un po': un pilota bravo nel dare indicazioni agli ingegneri e dunque capace nell'indirizzare sviluppo e messa a punto, oltre che a garantire una sicurezza alla guida. Pur se priva di grandi exploit in F1 (al contrario invece di Le Mans, con una vittoria al primo tentativo con la Porsche), la carriera di Nico parla di un pilota sempre capace di garantire il piazzamento alla propria squadra, qualità che il team Haas apprezza molto.

Sullo sfondo resta pure il nome di Kevin Magnussen. E' rimbalzato nelle ultime ore, in un ventaglio di nomi non ben definitivo, ed anche se non sembra il primo candidato al danese si può dare una piccola percentuale nelle proiezioni. Kevin sta pianificando una carriera nell'Endurance, dunque è probabile che richieda garanzie, ma se gli si aprissero di nuovo le porte della F1 sarebbe pronto a cogliere l'opportunità a determinate condizioni. Non può certo ribaltare nuovamente una carriera che ha dovuto riprogrammare a fine 2020, ma come profilo rientra in quei parametri che la squadra cerca, ovvero quelli di un pilota di esperienza, che tra l'altro conosce già molto bene il team.

Nel toto piloti, in lontananza è rimbalzato il nome di Oscar Piastri: campione F2 2021, di lui si parla un gran bene ma è difficile trovare un'intesa con i programmi Alpine. La Haas come detto non pare propensa ad affidarsi ad un debuttante, ma soprattutto non vuole dover "svezzare" un rookie che poi se ne andrebbe portando l'esperienza verso altri lidi, dal momento che la scuderia francese crede molto nell'australiano e lo vede alla sua corte nel prossimo futuro. Per quanto tra Fittipaldi e Piastri il curriculum sia chiaramente a favore del secondo, nel caso si scegliesse la via di un debuttante la squadra parrebbe più propensa a puntare su Pietro proprio per "costruirsi" il casa il pilota, mentre per Oscar si tratterebbe certamente di un anno in "prestito" senza possibilità di fissa dimora.

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