Ora che anche le ultime riserve sono state sciolte, manca solo l&rsquo;ufficialit&agrave; a certificare l&rsquo;arrivo di Fred Vasseur alla Ferrari. &Egrave; fatta. Sar&agrave; il manager francese a prendere il posto di Mattia Binotto in seno alla Gestione Sportiva. Sono giorni particolarmente intensi questi a Maranello nei quali si attende di vedere quali saranno gli effetti prodotti dalla nuova nomina a comando del Cavallino in F.1 che inevitabilmente porter&agrave; a ridisegnare alcune posizioni rispetto alla formazione attuale. &Egrave; il momento delle voci e dei nomi mentre la fine dell&rsquo;anno si avvicina. Al momento &egrave; esercizio perfettamente inutile fare dribbling tra le indiscrezioni.  L&rsquo;unica cosa certa &egrave; che la nuova Rossa pare nascere davvero bene e promette di potersela giocare alla grande. Nel frattempo a scommettere sul ritorno della Ferrari ai vertici della F.1 &egrave; una straordinaria leggenda del firmamento: Gordon Murray. Mario Donnini lo ha intervistato in esclusiva. Doveva essere un faccia a faccia di mezzora, &egrave; finito con il giornalista di Autosprint e lo straordinario progettista seduti un tavolo di un ristorante dove il Genio ha scoperto l&rsquo;effetto crescentine e non ha certo detto di no a qualche bicchiere di Cabernet.  &Egrave; un gran bel colpo quello che fa il nostro settimanale: dieci pagine di intervista a Murray non sono cose semplici da conquistare. L&rsquo;ingegnere sudafricano, sempre fuori dagli schemi, sempre un passo avanti agli altri ha sempre parlato di rado con i media. E quando lo fa &egrave; cassazione. Anticipo qui quello che dice sulla Ferrari. &quot;Penso che bisognerebbe parlare meno di nomi e pi&ugrave; di fatti e di tendenze. Nel 2022 la Ferrari ha bussato alla porta dei grandi. Ha fatto vedere che c&rsquo;&egrave; e che &egrave; pronta a migliorare e ad essere al top. Mettendo a posto delle cose che possono riguardare le strategie, un po&rsquo; l&rsquo;affidabilit&agrave; e la finestra di gestione delle gomme, pu&ograve; presentarsi per vivere un 2023 alla grande. Deve migliorare dei dettagli, non aspetti fondamentali. Per questo io penso che il prossimo potrebbe essere un grande anno per la Ferrari&quot;. Il resto &egrave; tutto da leggere e rileggere nelle pagine che seguono.  Binotto e gli altri, quando finisce un amore Rosso &nbsp; 

<p>&quot;Parlate meno di nomi e pi&ugrave; di fatti. E i fatti dicono che la Ferrari &egrave; tornata forte in Formula 1 e potr&agrave; migliorare&quot;, Gordon Murray</p> 

L&#39;editoriale del Direttore: Fred&amp;Gordon, che colpi!

Ci sar&agrave; Jeff Gordon in pole position per la 500 Miglia di Daytona, gara d'apertura della Nascar Sprint Cup Series. Aiutatosi durante la sessione con Jimmie Johnson, il quattro volte campione ha tratto il meglio dalla "spinta" del compagno di squadra (leader del Q2) relegandolo in extremis al secondo posto. Alle loro spalle le tre Toyota del team Gibbs con Denny Hamlin, Matt Kenseth e Kyle Busch, oltre che la Chevy di Kasey Kahne: va ricordato tuttavia che le posizioni oltre la prima fila verranno rimescolate come tradizione con le due gare di qualifica, i Budweiser Duel.  A generare interesse e... polemiche, &egrave; stato il fatto di aver disputato per la prima volta la qualifica con un formato "stile Formula 1" anche se col Q1 diviso per gruppi. Dopo anni in cui la "superpole" vedeva di fatto protagoniste solo vetture e motori, essendo il fattore-pilota assolutamente minoritario a Daytona quando si viaggia in solitaria, le scie e la tattica sono diventate fondamentali, portando a qualche problema di troppo.  In primis, i piloti pi&ugrave; "disperati" nella corsa per un posto al via (per il fatto di non avere provisional), si sono lanciati nel gruppo a capofitto, ostacolando i pi&ugrave; forti. Risultato, un vero e proprio "big one" in cui Clint Bowyer, toccando Reed Sorenson, ha seminato il panico. Prima di attaccare in modo veemente la Nascar per l'adozione del nuovo format su un circuito quantomeno poco adatto. Inoltre, all'inizio di ciascun segmento della qualifica, i piloti si incolonnavano a passo d'uomo in fondo alla pit-lane in cerca dei rispettivi "compagni di scia". Causando veri e propri ingorghi...  Da sottolineare anche le difficolt&agrave; del team Stewart-Haas, con quattro piloti, incluso il campione in carica Kevin Harvick, tutti eliminati al Q1. Ottime invece le prove dei fratelli Dillon, Ty e Austin, che hanno chiuso rispettivamente ottavo e nono per il team del nonno Richard Childress.  Marco Cortesi      

Poche settimane dopo l'annuncio del ritiro a fine stagione, Jeff Gordon precede Jimmie Johnson al via della Daytona 500

Nascar: Gordon in pole a Daytona

Dopo 24 stagioni, 92 vittorie e quattro titoli nella Nascar Sprint Cup, Jeff Gordon ha annunciato che si ritirer&agrave; dalla partecipazione a tempo pieno nella serie stock-car alla fine del 2015. Il californiano del team Hendrick lo scorso anno aveva disputato una delle sue migliori stagioni dopo aver in parte risolto dei problemi cronici alla schiena, ma gi&agrave; da tempo aveva iniziato a mettere in dubbio, pi&ugrave; o meno seriamente, sulla sua permanenza a lungo termine. Ora l'annuncio dello stop.  Gordon si &egrave; lasciato la possibilit&agrave; di restare nel giro part-time pur dedicando pi&ugrave; tempo alla moglie, l'ex modella olandese Ingrid Vandebosch, e ai figli. Ma, c'&egrave; da ricordarlo, non &egrave; inusuale per i campioni del suo calibro di optare per clamorosi ripensamenti... Mark Martin insegna. A sperare &egrave; ora Chase Elliott, figlio dell'ex campione Winston Cup Bill Elliott. Dopo aver vinto la Nationwide Series nel 2014, correr&agrave; per Hendrick in alcuni eventi selezionati della Sprint Cup di quest'anno con l'obiettivo di sostituire Gordon nel 2016.  Marco Cortesi        

Questa sar&agrave; l&rsquo;ultima stagione per il quadrititolato pilota americano delle Stock Car

Nascar: Gordon annuncia il ritiro

L&rsquo;imperativo per Nasser Al-Attiyah, in questa 13&ordf; e ultima tappa di rientro della Dakar a Buenos Aires (dove era partita lo scorso 4 gennaio), era quello di non commettere errori, pi&ugrave; che di mantenere quel ritmo che l&rsquo;ha posto al vertice fin dall&rsquo;inizio (salva la penalizzazione di 2 minuti rimediata proprio alla fine della prima tappa). Cos&igrave; stavolta si &egrave; tranquillizzato, arrivando comunque 6&deg; a 14 minuti dal vincitore Robby Gordon. Posizione che l&rsquo;ha messo alle spalle di Giniel De Villiers, 5&deg;, ma con uno scarto tale da non rappresentare certo una preoccupazione: 5 secondi, che paragonati al vantaggio di 35 minuti in classifica assoluta sono davvero nulla. Cos&igrave; Nasser Al-Attiyah e il suo navigatore Matthieu Baumel assicurano una nuova vittoria alla Mini in questo tradizionale raid di inizio anno.  Come detto la vittoria di tappa &egrave; andata finalmente a Gordon, protagonista stimato ma non fortunato n&eacute; costante anche di questa edizione. Che ha preceduto Leeroy Poulter, Emiliano Spataro e Orlando Terranova di tempi variabili sui 20-30 secondi: distacchi limitati che si spiegano anche con il fatto che la tappa da Rosario a Baires contasse solo 174 km di stage sui 393 complessivi.  Fra i protagonisti sicuramente veloci ma tagliati fuori dalla vittoria assoluta per errori, avarie e/o sfortune, quest'anno abbiamo trovato innanzitutto Nani Roma, tradito dal mezzo gi&agrave; dopo pochi km dalla partenza iniziale; poi Orlando Terranova, anche lui vittima di inconvenienti qualche giorno dopo; ma soprattutto Carlos Sainz cappottato pi&ugrave; volte con la sua Peugeot finita semidistrutta. Da segnalare pure l&rsquo;altro cappottamento di Yazeed Alrajhi, che stava ben incalzando il duo di testa prima di doversi ritirare anche lui.  Cos&igrave;, con Krzysztof Holowczyc giunto terzo assoluto a 1 ora e mezza di scarto, si sono messi in luce anche Erik Van Loon e Vladimir Vasilyev, a seguire sempre con le Mini, e quindi Christian Lavieille e Bernhard Ten Brinke con le Toyota. In una gara sempre difficile e &ldquo;tirata&rdquo; che ha visto 67 concorrenti arrivare al traguardo finale sui 138 alla partenza. Perch&eacute; la fama della Dakar non &egrave; cos&igrave; salottiera come qualcuno vorrebbe far credere.  Maurizio Voltini La classifica dell'ultima tappa:  La classifica finale:  Il percorso della tredicesima tappa 

A Gordon la vittoria dell&rsquo;ultima tappa mentre il qataro controlla De Villiers secondo assoluto

Dakar: Al-Attiyah si aggiudica l&rsquo;edizione 2015

Non ci sono stati grossi incidenti o sorpassi nella AAA 400 di Dover, ventinovesima tappa della Nascar Sprint Cup Series 2014. Si &egrave; invece vista una lotta senza quartiere per accedere al prossimo turno della Chase For The Cup, e a prevalere &egrave; stato Jeff Gordon. Il californiano ha mostrato nuovamente di essere l'uomo pi&ugrave; in forma del team Hendrick, recuperando il comando nei confronti di Brad Keselowski al giro 305 e dominando le fasi finali.  Certo, Gordon deve ringraziare il dato ruota che, avvitato male, si &egrave; staccato colpendo la valvola di una delle gomme di Kevin Harvick. Dopo aver fatto segnare la pole, il portacolori di Tony Stewart e Gene Haas aveva comandato le ostilit&agrave; in lungo e in largo, tanto da azzerare di fatto le speranze di molti avversari. Poi, una volta finito KO il rivale pi&ugrave; difficile, Gordon ha approfittato della miglior resa della sua Chevy sulla lunga distanza per tornare al successo sul celebre Monster Mile dopo tredici anni di digiuno.  Il corto ovale in cemento da un miglio ha causato meno disastri del solito e nessun "big one", permettendo alla lotta per il campionato di basarsi solo sul lato della performance. Il gruppo degli sfidanti si &egrave; ridotto cos&igrave; da 16 a 12 vetture lasciando fuori dal Contender Round, seconda fase dei playoff, chi ha dimostrato di non avere il passo. Kurt Busch, afflitto da problemi di assetto, Greg Biffle, Aric Almirola e AJ Allmendinger, che in Chase For The Cup ci era entrato "one shot" con il successo sullo stradale di Watkins Glen.  Il resto del gruppo ha visto ben posizionati, oltre a Keselowski, un guardingo Jimmie Johnson, terzo davanti a Joey Logano. Top-5 per Matt Kenseth, mentre Kyle Larson e Martin Truex Jr si sono inseriti, al sesto e settimo posto, nel gruppo dei leader. La sfida-salvezza ha messo in luce una gran prova di Kasey Kahne. Trovatosi sotto di 4 giri per una foratura ed un pit-stop supplementare, il "bello" di casa Hendrick ha recuperato fino ad agganciare la top-20, a pieni giri. Minimo indispensabile invece per Carl Edwards, Denny Hamlin e Dale Earnhardt Jr, che dovranno per&ograve; fare di meglio se vorranno evitare il prossimo taglio, in programma dopo Talladega.  Marco Cortesi  La classifica della AAA 400, ventinovesima tappa della Nascar Sprint Cup Series e terza della Chase For The Cup, Challenger Round  1. Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 400 2. Brad Keselowski (Ford) &ndash; Penske - 400 3. Jimmie Johnson (Chevy) &ndash; Hendrick - 400 4. Joey Logano (Ford) &ndash; Penske - 400 5.&nbsp; Matt Kenseth (Toyota) &ndash; Gibbs - 400 6.&nbsp; Kyle Larson (Chevy) &ndash; Ganassi - 400 7.&nbsp; Martin Truex Jr (Chevy) &ndash; Furniture Row - 400 8.&nbsp; Ryan Newman (Chevy) &ndash; Childress - 400 9.&nbsp; Clint Bowyer (Toyota) &ndash; Waltrip - 400 10.&nbsp; Kyle Busch (Toyota) &ndash; Gibbs - 400  La Chase For The Cup all'inizio del Contender Round  1. Brad Keselowski 3000; 2. Joey Logano 3000; 3. Kevin Harvick 3000; 4. Jimmie Johnson 3000; 5. Jeff Gordon 3000; 6. Kyle Busch 3000; 7. Dale Earnhardt 3000; 8. Matt Kenseth 3000; 9. Ryan Newman 3000; 10. Carl Edwards 3000; 11. Denny Hamin 3000; 12. Kasey Kahne 3000.      

Keselowski tradito da un dado ruota, nella serie che passa al Contender Round

Nascar: Gordon si aggiudica il "monster mile" di Dover

Sul corto tracciato di Richmond, in Virginia, Brad Keselowski ha incassato la sua quarta vittoria dell'anno in Nascar Sprint Cup Series, risultando la testa di serie numero 1 per la Chase For The Cup 2014. Il giovane alfiere di Roger Penske ha dominato, conducendo ben 383 dei 400 giri in programma dopo essere partito dalla pole position. Unico suo rivale, nella fase iniziale &egrave; stato Kevin Harvick ma, come spesso gli accade, il portacolori dello Stewart-Haas Racing ha progressivamente perso slancio, lamentandosi fortemente dell'assetto della sua Chevy.  Il secondo posto &egrave; stato cos&igrave; incamerato da Jeff Gordon, ancora ottimo interprete di una stagione che, entrando nella seconda fase, lo vede insieme a Keselowski come favorito. Terzo Clint Bowyer, che ha tentato disperatamente di agguantare un posto ai playoff. Il trentottesimo posto di Atlanta ha tuttavia pesato troppo: ad essere "ripescati" nonostante l'assenza di vittorie sono stati Greg Biffle e Ryan Newman. Oltre a Matt Kenseth: il pilota del team Gibbs, fortunatamente per lui, era gi&agrave; matematicamente qualificato, e si &egrave; anche potuto permettere un contatto contro le barriere che l'ha portato a terminare quarantunesimo.  Jamie McMurray e Harvick hanno completato la top-5 davanti a Joey Logano, Kurt Busch e Jimmie Johnson. Il sei volte campione ha spaventato tutti nel dopo-gara accasciandosi a terra in preda ai crampi e alla disidratazione, prima di presentarsi, un po' provato, alle interviste. Alla seconda gara dopo l'incidente in Sprint Car di tre settimane fa, Tony Stewart ha invece terminato quindicesimo, davanti a Danica Patrick. Autrice in Georgia del secondo miglior piazzamento di una donna nella serie di vertice della Nascar (il migliore rimane un quinto posto di Sarah Christian nel 1949) l'ex pilotessa IndyCar ha continuato a mostrare buone doti in quella che &egrave; stata un'ottima fase centrale della stagione.  Team e piloti si avvieranno ora verso Chicago, per la prima sfida tra i "selezionati" in corsa per il titolo.  La classifica della Federated Auto Parts 400, 26&ordf; tappa della Nascar Sprint Cup Series: 1 - Brad Keselowski (Ford) &ndash; Penske - 400 2 - Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 400 3 - Clint Bowyer (Toyota) &ndash; Waltrip - 400 4 - Jamie McMurray (Chevy) &ndash; Ganassi - 400 5 - Kevin Harvick (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 400 6 - Joey Logano (Ford) &ndash; Penske - 400 7 - Kurt Busch (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 400 8 - Jimmie Johnson (Chevy) &ndash; Hendrick - 400 9 - Ryan Newman (Chevy) &ndash; Childress - 400 10 - Aric Almirola (Ford) &ndash; Petty - 400  Il campionato (classifica iniziale della Chase For The Cup): 1. Keselowski 2012; 2. Gordon 2009; 3. Earnhardt 2009; 4. Jimmie Johnson 2009; 5. Joey Logano 2009; 6. Kevin Harvick 2006; 7. Carl Edwards 2006; 8. Kyle Busch 2003; 9. Denny Hamlin 2003; 10. Kurt Busch 2003; 11. Kasey Kahne 2003; 12. Aric Almirola 2003; 13. AJ Allmendinger 2003; 14. Matt Kenseth 2000; 15. Greg Biffle 2000; 16. Ryan Newman 2000.  Marco Cortesi     

Con la vittoria a Richmond si presenta bene per la Chase of the Cup, ma resiste ottimamente Gordon che arriva 2&deg;

Nascar: poker di Keselowski

La stagione 2014 della Nascar Sprint Cup si sta rivelando una delle pi&ugrave; positive degli ultimi anni per Jeff Gordon. Il californiano, quattro volte campione della categoria, sembra aver messo da parte definitivamente i problemi recenti, in particolare quelli fisici alla schiena e quelli "di testa" dovuti alla presenza dell'amico-cannibale Jimmie Johnson come compagno di squadra. Con un re-start eccellente quando mancavano 16 passaggi alla conclusione, Gordon ha sopravanzato Joey Logano che, con una sosta anticipata, gli era balzato davanti, vincendo la Pure Michigan 400 sul velocissimo speedway dell'omonimo stato.  Contro la Chevrolet numero 24 c'&egrave; stato poco da fare, dato che anche fino a quel momento gli unici scossoni veri alla classifica erano arrivati dalla strategia. Gordon &egrave; stato il migliore sia in senso assoluto, sia nel gestire una pista che, a causa della pioggia caduta in nottata, non era nelle stesse condizioni viste tra libere e qualifica.  Logano ha poi terminato terzo per il team Penske, mentre Kevin Harvick &egrave; andato alla carica sulla lunga distanza, incamerando la piazza d'onore negli ultimi chilometri. Peccato per il suo compagno di team in casa Stewart-Haas, Kurt Busch, che forse avrebbe potuto lottare per la vittoria ma ha forzato troppo finendo a muro. In quinta posizione, Dale Earnhardt Jr ha recuperato ottimamente dopo un contatto in pit-lane con Kyle Larson.  Ottime le prove anche di Clint Bowyer, Denny Hamlin e Brad Keselowski, implacabile nel recupero dopo una foratura che l'aveva mandato nelle protezioni. Ma il premio per la rimonta pi&ugrave; impressionante &egrave; andato sicuramente a Jimmie Johnson. Trovatosi con la leva del cambio rotta, il pilota del team Hendrick si &egrave; prima fatto passare delle pinze per cambiare le marce a forza. Non riuscendo a completare l'operazione (ad oltre 300 kmh di media nel traffico) Johnson si &egrave; quindi fermato per la riparazione completa perdendo un giro e vedendosi affibbiare due penalit&agrave;. Nel finale, riuscito a riagguantare la coda del gruppo con un "lucky dog", &egrave; andato alla carica chiudendo all'ottavo posto, non senza qualche scaramuccia a corsa finita con Ryan Newman.  Da riportare solo un incidente multiplo che ha coinvolto diversi piloti di centro classifica, inclusa Danica Patrick, mentre Larson, tradito dallo pneumatico anteriore destro, &egrave; finito a muro prima di vedere la sua Chevy andare a fuoco. Brutta botta per lui, che dovr&agrave; sperare in un colpo di fortuna (o in una vittoria) per entrare nella Chase For The Cup.  La classifica della Pure Michigan 400, 23&ordf; tappa della Nascar Sprint Cup Series: 1 - Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 200 giri 2 - Kevin Harvick (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 200 3 - Joey Logano (Ford) &ndash; Penske - 200 4 - Paul Menard (Chevy) &ndash; Childress - 200 5 - Dale Earnhardt Jr (Chevy) &ndash; Hendrick - 200 6 - Clint Bowyer (Toyota) &ndash; Waltrip - 200 7 - Denny Hamlin (Toyota) &ndash; Gibbs - 200 8 - Brad Keselowski (Ford) &ndash; Penske - 200 9 - Jimmie Johnson (Chevy) &ndash; Hendrick - 200 10 - Greg Biffle (Ford) &ndash; Roush/Fenway - 200  Il campionato: 1. Gordon 816; 2. Earnhardt 813; 3. Keselowski 733; 4. Logano 714; 5. Kenseth 709.  Qualificati per la Chase For The Cup&#8232;: 3 vittorie: Keselowski, Johnson, Earnhardt, Gordon 2 vittorie: Logano, Harvick, Edwards 1 vittoria: Kyle Busch, Hamlin, Kurt Busch, Almirola, Allmendinger Classifica (provvisoria): Kenseth, Newman, Bowyer, Biffle  Marco Cortesi     

Anche in Michigan continua la serie positiva del capoclassifica. Gran rimonta di Johnson che prova a emulare Nuvolari (ma con il cambio)

Nascar: nessuno ferma Gordon

Al secondo passaggio della Nascar Sprint Cup sul triovale di Pocono, Dale Earnhardt Jr ha conquistato la propria terza affermazione dell'anno, ripetendo il successo incamerato proprio in Pennsylvania ad inizio giugno. In una gara caratterizzata dalla variet&agrave; di scelte strategiche adottate dalle squadre, Earnhardt &egrave; stato bravo nel mettere a frutto quella pensata per lui dal crew-chief Steve Letarte. Il segreto: un cambio gomme anticipato grazie ad una provvidenziale caution e un successivo veloce "splash" di carburante per arrivare fino alla fine. Andato a recuperare la Ford di Greg Biffle, che aveva viceversa optato, molto rischiosamente, per la sosta in meno, Earnhardt se n'&egrave; velocemente andato e nemmeno una successiva safety-car per un contatto di Kurt Busch con le barriere ha permesso ai rivali pi&ugrave; ravvicinati di attaccarlo.  Secondo ha chiuso con un distacco risicatissimo Kevin Harvick, eccezionale nel recuperare le prime posizioni dopo che una penalit&agrave; per eccesso di velocit&agrave; ai box l'aveva messo sotto di un giro. La decisione di Earnhardt ha comunque messo freno alle sue speranze. Terzo si &egrave; classificato un aggressivo Joey Logano seguito da Clint Bowyer (stessa strategia di Earnhardt) e da Biffle, il cui rischio si &egrave; comunque tradotto in un buon numero di punti per la rincorsa ai playoff. Solo sesto Jeff Gordon, che era sembrato spesso e volentieri il pilota da battere: ancora una volta ha pagato le difficolt&agrave; in ripartenza. Anche Busch aveva intimorito tutti, ma il progressivo peggioramento dell'assetto della sua Chevy SS l'ha portato a lottare con un fastidioso sovrasterzo che, alla fine, ha avuto la meglio spedendolo nelle barriere. Il pilota di Las Vegas ha poi chiuso tredicesimo con un poderoso recupero.  Peggio &egrave; andata a molti altri piloti, segnatamente a quelli che al giro 117 sono rimasti coinvolti in un incidente multiplo degno dei "big one" di Daytona o Talladega. Il botto, che ha aperto la strada alle scelte tattiche rivelatesi poi decisive, &egrave; stato innescato da un traverso di Denny Hamlin. Nel tentativo di evitare l'alfiere della Toyota e del team Gibbs, Brian Vickers &egrave; finito a contatto con Matt Kenseth coinvolgendo altri 10 avversari tra cui Tony Stewart, Brad Keselowski, Aric Almirola e Paul Menard.  Ha fatto invece tutto da solo Jimmie Johnson, finito a muro ben due volte e costretto a ritirarsi poco dopo il centesimo passaggio. Rallentato dalle performance della sua Chevy nel traffico il polesitter Kyle Larson mentre un contatto ha penalizzato anche Danica Patrick, che aveva lasciato un'ottima impressione in qualifica.  La classifica della Gobowling.com 400, 21&ordf; tappa della Nascar Sprint Cup Series: 1 - Dale Earnhardt Jr (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 giri 2 - Kevin Harvick (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 160 3 - Joey Logano (Ford) &ndash; Penske - 160 4 - Clint Bowyer (Toyota) &ndash; Waltrip - 160 5 - Greg Biffle (Ford) &ndash; Roush/Fenway - 160 6 - Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 7 - Jamie McMurray (Chevy) &ndash; Ganassi - 160 8 - Ryan Newman (Chevy) &ndash; Childress - 160 9 - Denny Hamlin (Toyota) &ndash; Gibbs - 160 10 - Kasey Kahne (Chevy) &ndash; Hendrick - 160  Il campionato 1. Gordon 757; 2. Earnhardt Jr. 740; 3. Keselowski 687; 4. Kenseth 668; 5. Johnson 633.  Marco Cortesi     

La terza affermazione dell'anno permette al pilota Chevy di recuperare sul capofila Gordon 6&deg;

Nascar: Earnhardt Jr si ripete a Pocono

Quinta vittoria in carriera all'Indianapolis Motor Speedway per Jeff Gordon, che dominando la 400 Miglia Nascar di questo weekend ha eguagliato Michael Schumacher per il numero di successi conquistati sulla Brickyard. Gordon ha avuto tra le mani una vettura perfetta, che gli ha permesso di prendere subito il comando e di resistere anche quando, a centro corsa, il compagno al team Hendrick Kasey Kahne si era portato in testa.  Kahne si &egrave; trovato a dover risparmiare pi&ugrave; carburante rispetto al "parco" Gordon e, di conseguenza, non ha scaldato al meglio le gomme in occasione dell'ultimo re-start con 17 tornate alla conclusione. Nonostante la ripartenza non sia uno dei fondamentali che ultimamente l'hanno visto eccellere, Gordon ha avuto cos&igrave; un'imperdibile chance di fuggire verso il successo.  Kahne ha terminato poi sesto, alle spalle di un terzetto del team Gibbs e del marchio Toyota composto da Kyle Busch, da un Denny Hamlin bravo a recuperare dopo un problema di rifornimento, e da Matt Kenseth. Quinto Joey Logano, unico pilota motorizzato Ford della top-10, mentre &egrave; arrivata una delusione per il poleman Kevin Harvick, rallentato da noie di set-up probabilmente dovute ad un problema meccanico. Da segnalare comunque che molte vetture hanno patito l'aumento delle temperature conseguente al progressivo miglioramento del meteo. Forse dovute anche a questo le giornate opache, tra gli altri, di Dale Earnhardt Jr, Jimmie Johnson e Brad Keselowski, mentre solo Trevor Bayne ha avuto un incidente degno di nota, quando dopo aver urtato leggermente il muro con la posteriore destra, la conseguente foratura l'ha mandato a muro.  Da segnalare che proprio Bayne &egrave; stato confermato dal Roush-Fenway Racing e correr&agrave; per Jack Roush e John Henry a tempo pieno nel 2015. Il giovane di Knoxville, noto oltre che per le performance in pista per essere affetto da sclerosi multipla, di fatto sostituir&agrave; Carl Edwards, in procinto (si dice) di passare alla corte di Joe Gibbs.  La classifica della John Wayne Walding 400 at the Brickyard, 20&ordf; tappa della Nascar Sprint Cup Series 1 - Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 giri 2 - Kyle Busch (Toyota) &ndash; Gibbs - 160 3 - Denny Hamlin (Toyota) &ndash; Gibbs - 160 4 - Matt Kenseth (Toyota) &ndash; Gibbs - 160 5 - Joey Logano (Ford) &ndash; Penske - 160 6 - Kasey Kahne (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 7 - Kyle Larson (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 8 - Kevin Harvick (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 160 9 - Dale Earnhardt Jr (Chevy) &ndash; Hendrick - 160 10 - Austin Dillon (Chevy) &ndash; Childress - 160  Il campionato: 1. Gordon 717; 2. Earnhardt Jr. 693; 3. Keselowski 666; 4. Kenseth 661; 5. Johnson 628.     

A Indianapolis finisce poi 2&deg; Busch. Gordon rafforza la leadership in campionato su Earnhardt 9&deg;

Nascar: Gordon batte Kahne sul "risparmio"

Prima vittoria su un circuito stradale della Nascar Sprint Cup per Carl Edwards a Sonoma. Sul difficile tracciato della Napa Valley, California, il pilota del Roush-Fenway Racing ha tenuto sotto controllo la situazione dopo l&rsquo;ultimo re-start. Nonostante la pressione dovuta ad avere nei suoi specchietti Jeff Gordon che l&rsquo;ha portato a qualche imperfezione, tutto per lui &egrave; per&ograve; finito al meglio. Oltre che il successo, Edwards ha in tasca un nuovo asso da giocarsi per le trattative di mercato che lo vedono coinvolto, tra possibilit&agrave; di rinnovo e sirene da altre squadre. Prima volta anche per Dale Earnhardt Jr che, su uno dei circuiti pi&ugrave; complicati per lui (e dove era anche finito a fuoco anni fa con una Corvette GT1), ha incassato il terzo posto ed il suo primo piazzamento in top-10.  Il polesitter Jamie McMurray ha concluso quarto dopo aver condotto i primi 8 passaggi, ed &egrave; stato protagonista di una toccata che ha messo fuori gioco Clint Bowyer. Coinvolto anche un incolpevole Kevin Harvick che, come sempre, sembrava avere la vettura da battere per lo Stewart-Haas Racing. Bowyer, che forse aveva rallentato per una foratura, non era comunque innocente dopo che al giro 58 aveva spedito violentemente Matt Kenseth nelle barriere di curva 7.  Sfortunato anche AJ Allmendinger, uscito di pista proprio mentre Edwards e McMurray si contendevano la leadership con l&rsquo;australiano Marcos Ambrose. Edwards, una volta davanti e con pista libera, non si &egrave; fatto scappare l&rsquo;occasione, approfittando anche di un altro botto per una toccata rifilata da Brian Vickers a Ricky Stenhouse Jr. Fuori anche Brad Keselowski, che in ogni modo non aveva trovato la giusta performance sulla sua Ford Fusion.  In quinta posizione, Paul Menard &egrave; stato seguito da Kasey Kahne e Jimmie Johnson mentre Bowyer, Ambrose e Greg Biffle hanno chiuso a loro volta nella top-10. In campionato &egrave; una tripletta Hendrick, con Gordon seguito da Johnson ed Earnhardt. Team e piloti dovranno aspettare solo sei giorni prima di sfidarsi nuovamente, e in notturna, al Kentucky Speedway.  Marco Cortesi  La classifica della Save Mart 350, sedicesima tappa della Nascar Sprint Cup Series 2014: 1 - Carl Edwards (Ford) &ndash; Roush/Fenway - 110 giri 2 - Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 110 3 - Dale Earnhardt Jr (Chevy) &ndash; Hendrick - 110 4 - Jamie McMurray (Chevy) &ndash; Ganassi - 110 5 - Paul Menard (Chevy) &ndash; Childress - 110 6 - Kasey Kahne (Chevy) &ndash; Hendrick - 110 7 - Jimmie Johnson (Chevy) &ndash; Hendrick - 110 8 - Marcos Ambrose (Ford) &ndash; Petty - 110 9 - Greg Biffle (Ford) &ndash; Roush/Fenway - 110 10 - Clint Bowyer (Toyota) &ndash; Waltrip - 110  Il campionato: 1. Gordon 550 2. Johnson 560 3. Earnhardt 555 4. Kenseth 515 5. Keselowski 512       

A Sonoma precede Gordon sempre leader in campionato, 3&deg; Earnhardt

Nascar: prima volta stradale per Edwards

Prima vittoria della stagione per Jeff Gordon: grazie ad una performance priva di sbavature, il californiano &egrave; tornato al vertice della Nascar Sprint Cup in Kansas nella 5-Hour Energy 400. Gordon ha contenuto nelle battute conclusive gli attacchi di Kevin Harvick che, dopo aver dominato le fasi iniziali, ha dovuto recuperare due volte per problemi ai box. Quasi un calvario il suo. Prima, si &egrave; visto spedire indietro da una intempestiva caution poco dopo una sua sosta; poi, ritrovata la vetta, ha atteso troppo per l&rsquo;ultimo rifornimento, restando senza benzina in corsia. Anche se il secondo posto per Harvick &egrave; stato una magra consolazione, va sottolineato che con le due vittorie messe a segno quest&rsquo;anno, per lui c&rsquo;&egrave; gi&agrave; la certezza di far parte della Chase For The Cup comunque vadano le cose nei prossimi mesi.  Al terzo e quarto posto, staccatissimi, hanno terminato Kasey Kahne e Joey Logano, mentre Danica Patrick ha conquistato con una settima piazza il proprio miglior risultato nella categoria. Solo nono Jimmie Johnson, sempre pi&ugrave; frustrato dalla perdita del margine che il gruppo diretto da Chad Knaus aveva fino all&rsquo;anno scorso.  In pista si sono visti anche alcuni incidenti, che hanno per&ograve; falcidiato quasi esclusivamente piloti di bassa classifica. Eccezioni hanno riguardato Kurt Busch e Jamie McMurray, entrambi colpiti da forature. Il pilota di Chip Ganassi si &egrave; anche trovato avvolto da fumo e fiamme: come accaduto ad altri piloti a Richmond, un detrito di gomma ha tranciato una condotta dell&rsquo;olio. Un elemento sul quale la Goodyear sar&agrave; chiamata a riflettere.  Marco Cortesi  La classifica della 5-Hour Energy 400, undicesima prova della Nascar Sprint Cup: 1. Jeff Gordon (Chevy) &ndash; Hendrick - 267 giri; 2. Kevin Harvick (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 267; 3. Kasey Kahne (Chevy) &ndash; Hendrick - 267; 4. Joey Logano (Ford) &ndash; Penske - 267; 5. Dale Earnhardt Jr (Chevy) &ndash; Hendrick - 267; 6. Carl Edwards (Ford) &ndash; Roush/Fenway - 267; 7. Danica Patrick (Chevy) &ndash; Stewart/Haas - 267; 8. Aric Almirola (Ford) &ndash; Petty - 267; 9. Jimmie Johnson (Chevy) &ndash; Hendrick - 267; 10. Matt Kenseth (Toyota) &ndash; Gibbs - 267.  Il campionato: 1. Gordon 394; 2. Kenseth 379; 3. Kyle Busch 373; 4. Earnhardt 368; 5. Edwards 367.         

Solo 2&deg; Harvick penalizzato dalla gestione dei box. Gordon leader anche in campionato

11 risultati per 'gordon'

L'editoriale del Direttore: Fred&Gordon, che colpi!