L'editoriale del Direttore: Quando la F.1 diventa un gran Masicomio

L'editoriale del Direttore: Quando la F.1 diventa un gran Masicomio

La F.1 ha bisogno di duelli come quello tra Hamilton e Verstappen, senza essere viziato o addirittura falsato da decisioni che hanno il solo potere di far indispettire

Andrea Cordovani

07.12.2021 15:35

E ora a voi due, cari Lewis Hamilton e Max Verstappen. Abu Dhabi e il suo finale da cuore in gola vi attende per il round decisivo. Il conclusivo combattimento di un Mondiale esplosivo dopo il quale solo uno rimarrà in piedi. Una sfida senza domani. Vince il titolo chi si piazza davanti all’altro. Entrambi a quota 369,5 punti l’inglese e l’olandese di presentano sulla pista di Yas Marina per un ultimo duello senza appelli e si spera anche senza code velenose. È quello che tutti si attendono dopo un Gp sulla pista di Jeddah completamente da fuori di testa. La prima volta dell’Arabia Saudita nel Circus ha finito con l’innescare un’overdose di polemiche. Soprattutto ha messo in luce l’inadeguatezza di una direzione gara che ha avuto il magico effetto di scontentare tutti quanti.

Sul banco degli imputati (e non è la prima volta quest’anno) finisce Michael Masi, il 42enne australiano che tiene in mano i destini del Gp dalla sua cabina di regia. Nel momento decisivo della stagione il comportamento dell’arbitro del Mondiale è stato irritante, senza polso, molto discutibile. Mai all’altezza della situazione. A far deflagrare le polemiche c’è stata una bandiera rossa che nelle prime battute di gara ha finito per danneggiare tutti quelli che avevano approfittato della safety car per effettuare il pit stop. Una red flag esibita dopo il botto di Mick Schumacher per ripristinare barriere che poi non sono state ripristinate. Una decisione che ha innescato discussioni e contrattazioni via radio lontane da ogni logica. Degne di un mercato rionale.

Finito più volte nel mirino quest’anno con la farsa del Gp di Spa a fare da punto di non ritorno, Masi ha finito per far esacerbare gli animi, chiarendo in maniera definitiva di avere delle carenze e non di essere all’altezza del ruolo che riveste, del compito che svolge e della responsabilità che un direttore di gara deve avere per dirigere un Gp così fondamentale nell’economia di una stagione. Un Gp malgestito, pieno zeppo di punti controversi con un finale avvelenato e figlio di una direzione di gara viziata da mancanza di autorità e autorevolezza. La cosa peggiore per regolare spiriti bollenti e con una posta in gioco così importante.

Il Mondiale lo sta perdendo il cosiddetto direttore di corsa

Così questo Mondiale 2021 di straordinaria bellezza si sposta ora ad Abu Dhabi con un bel carico di polemiche da portarsi sulle spalle al termine di una stagione esplosa con un duello clamoroso che domenica prossima non farà prigionieri. "È la gara più pazza che io ricordi", ha esultato Hamilton. Una vittoria incredibile quella di Lewis a Jeddah dentro a un Gp che ha mostrato un Verstappen sempre oltre il limite. Nel momento topico di un’annata che resterà un racconto indelebile nella storia della F.1, Max non è riuscito ad assestare il colpo vincente. Prima l’errore in qualifica, con la botta a muro che ha stoppato una corsa alla pole condotta con troppa esuberanza. Poi una gara non limpida, sempre alla ricerca del corpo a corpo quasif osse una sfida da saloon.

"Questa non è più Formula Uno", ha detto intervistato a fine gara. Per la gioia di chi ama le perizie da assicurazione a dividere c’è la tamponata di Hamilton a Verstappen che ha gettato ulteriore benzina sul fuoco di una gara scappata di mano a chi è chiamato a dirigerla. Adesso con Lewis e Max che a pari punti si giocano il Mondiale e una Mercedes che ha allungato sulla Red Bull nella corsa al titolo Costruttori resta davanti a noi l’ultima recita. Speriamo che non diventi una commedia e che i protagonisti continuino a rimanere i piloti.

La F.1 ha bisogno di duelli come questo, senza essere viziato o addirittura falsato da decisioni che hanno il solo potere di far indispettire. Tutti quanti. Per uno spettacolo come questo c’è bisogno di pugno di ferro e certezze delle regole, di arbitri severi magiusti, di uomini che non si facciano sfuggire il gioco di mano.

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