Lewis ha adottato la condotta di gara "suggerita" dal team principal Red Bull alla vigilia del week end: «Non ha fatto nulla di male, Mercedes doveva aspettarselo»
Ha "seguito" i consigli di Christian Horner, Lewis Hamilton. Non che avesse grandi alternative a disposizione, per sperare in una conclusione del Gran Premio di Abu Dhabi e del mondiale favorevole. Gara corsa con l'attenzione tutta rivolta alle sue spalle, gestire il distacco per provare a far avvicinare Verstappen e Vettel a Rosberg, nella speranza che lo sopravanzassero entrambi. Toto Wolff si è espresso sul comportamento di Hamilton e il rifiuto di uniformarsi alle istruzioni impartite dai box: «Ha anteposto i propri interessi a quelli del team», la sintesi.
Il timore era quello di perdere la gara, a dire di Wolff. Evenienza remota, a meno di un incidente tra Lewis e Nico. Commenta la guida di Hamilton anche Horner: «Sappiamo come a Toto piaccia controllare gran parte delle cose nel paddock, inclusi i piloti delle altre scuderie», commenta. «Non c'era da aspettarsi niente di diverso, stavano correndo per il mondiale, il titolo piloti. C'erano solo due ragazzi a confronto e sulla stessa macchina. Non sarebbe stato sufficiente a Lewis vincere. Ha corso una gara tattica senza commettere alcunché di sporco, niente contro le regole. Non è corretto criticarlo per come ha guidato».
Una realtà che in fondo era evidente anche in Mercedes, secondo Horner: «Nico è meritatamente campione del mondo, ma è da ingenui pensare che ci sarebbe stato un approccio diverso con quella che era la posta in gioco. Hamilton ha vinto la gara andando più piano possibile, è come una partita di calcio in cui una squadra deve proteggersi dall'avversario, tergiversando e impedendo di prendere la palla».
Commenti ai quali sommare l'analisi delle diverse strategie adottate per Verstappen e Ricciardo. L'opzione di una sola sosta non è mai stata sul tavolo per Daniel, assicura Horner: sia per lo spiattellamento dell'anteriore sinistra al primo giro, che per la velocità espressa da Vettel dopo il primo pit-stop e il desiderio di non perdere la posizione.
Diverso scenario con Verstappen, agevolato dal ritmo contenuto imposto da Hamilton. «Sembrava che a Rosberg fosse stato detto di non avvicinarsi a Max e, così facendo, ha reso sempre più fattibile la possibilità di fare una sola sosta. Lewis non sembrava voler andar via, lo stava aspettando, è stato straordinario che Max sia riuscito a fare 21 giri sulle supersoft, da lì in poi la singola sosta è rientrata assolutamente nei piani», analizza Horner. Uno stint molto lungo, se si pensa che Vettel e gli altri piloti che hanno utilizzato le supersoft nel finale, quindi con macchina decisamente più leggera e scarica di carburante, non abbiano optato per uno stint più lungo di 19 giri.
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