Pole di Hamilton, ma Vettel lo affianca in prima fila prospettando una partenza emozionante. Red Bull sottotono e gran debutto di Giovinazzi
Nell'iniziare a scrivere le note postqualifica di Melbourne, è forte il dubbio se privilegiare la prima fila della Ferrari oppure il notevolissimo debutto di Antonio Giovinazzi. Ma per il momento rispettiamo l'ordine dello schieramento di partenza e dunque iniziamo dalla pole position di Lewis Hamilton. In realtà al riguardo c'è poco da dire: il britannico della Mercedes si è confermato re delle qualifiche e con il suo crono ha stracciato i record precedenti, ovviamente grazie anche alle novità tecniche delle monoposto 2017. Distanziando il compagno di squadra di 0"293: tenendo presente che si tratta della prima gara di Valtteri Bottas con la Mercedes (e sempre considerando che Lewis è un mostro nell'attacco alle pole) consideriamo sensibile ma non umiliante questo distacco.
Ma veniamo a chi si è inserito in questo gap, conquistando la prima fila a 268 ms dal 1° e per 25 ms sul 3°: Sebastian Vettel ottiene il miglior risultato in qualifica da tempo per le Rosse, frutto oltretutto di un giro perfettibile, in quanto il tedesco ha ammesso di avere esagerato un poco in curva 1 e 9. Va bene così - e analizziamo più approfonditamente la questione dei distacchi nella rubrica "Nel mirino" - l'importante è aver verificato che la SF70H reagisce agli interventi (vedi i riscontri nell'ultima ora di prove libere) e dà fiducia ai piloti invitandoli a spingere, anche troppo magari. Ora vedremo se al buon comportamento in qualifica, punto debole delle stagioni precedenti, corrisponderà un altrettanto buon carattere in gara. E in questo senso anche il 4° posto in griglia di Kimi Raikkonen può risultare tutt'altro che deludente, nonostante il distacco sensibile in termini puramente cronometrici (+0"845). Confidiamo anche stavolta che il finlandese si dimostri più efficace in gara.
Del resto è ancor più staccato Max Verstappen, 5° a 1"3. Al di là dell'errore che ha tolto Daniel Ricciardo dai giochi in Q3 (ma già prima aveva fatto diverse sbavature) e quindi la feroce delusione per i tifosi australiani, le Red Bull sono apparse poco competitive in qualifica. L'impressione è che i motoristi Renault abbiano spremuto meno la PU ai fini dell'affidabilità in gara, ma è anche vero che nelle prove c'è stato un progressivo decremento rispetto agli altri, come se i tecnici avessero perso il filo dello sviluppo. Vedremo se recupereranno in gara, ma al momento non sembra facile.
La terza fila rappresenta invece una prestazione superlativa per la Haas e per Romain Grosjean, primo "degli altri" e peraltro unico fra questi con un distacco inferiore ai 2 secondi. Proprio tali distacchi generali devono far intendere come tutte le squadre stiano ancora cercando di capire bene il comportamento sia delle proprie monoposto, sia delle nuove gomme Pirelli. Non deve quindi scandalizzare più di tanto che Felipe Massa sia 7° a 2"2, con Carlos Sainz e Daniil Kvyat pochi centesimi dietro. Anzi, per la Toro Rosso è un ottimo inizio, l'aver messo entrambe le macchine in top ten. Attese alla controprova la Force India e la Renault, comunque all'11°, 12° e 14° posto con Sergio Perez, Nico Hulkenberg ed Esteban Ocon rispettivamente, mentre Jolyon Palmer ha avuto problemi. Fra loro si è inserito "di piede" Fernando Alonso: è parso evidente che il 13° posto vada assegnato al pilota, ma c'è la possibilità che la McLaren-Honda possa lottare per i punti se continua così, pur se l'incognita sulla distanza è grande ("Non abbiamo mai fatto più di 11 giri consecutivi nelle prove", ha ricordato Alonso).
Fra i vari problemi ed errori (e macchine poco competitive) di chi segue, evidenziamo il meraviglioso debutto di Antonio Giovinazzi. Il pilota di Martina Franca è stato chiamato improvvisamente a sostituire Pascal Wehrlein in mattinata (il tedesco ha capito che non ce l'avrebbe fatta ad affrontare la gara) e con solo 1 ora di prove libere sulle spalle ha affrontato le qualifiche in cui ha "rischiato" seriamente di sopravanzare il compagno di squadra. Solo un suo malaugurato errore in frenata nell'ultimo giro buono in Q1 ha permesso a Marcus Ericsson di sopravanzarlo (di 183 ms) e di accedere alle Q2, ma fino a poco prima la sua prestazione aveva del gigantesco, e resta comunque brillantissima date le premesse. Oltre ad avere la "storicità" di rivedere finalmente un pilota italiano in gara in Formula 1. E anche la piccola disattenzione in pitlane che ha causato una multa di 200 € per velocità eccessiva, è comunque meno costosa dell'errore dell'altro debuttante in Australia, Lance Stroll, che nelle ultime libere ha "piallato" la sua Williams contro i muretti. Dunque se a questo punto a Giovinazzi venisse a mancare il supporto da parte dei suoi connazionali (ogni riferimento ai possibili sponsor è "puramente voluto") sarebbe un peccato mortale!
GP d'Australia: la griglia di partenza
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