F1, orgoglio italiano: Jody, Gilles ed il trionfo a Monza 1979

F1, orgoglio italiano: Jody, Gilles ed il trionfo a Monza 1979

Riscopriamo la cavalcata Ferrari al Gran Premio d'Italia 1979, quello in cui Villeneuve non attaccò Scheckter per dare al Cavallino la matematica certezza dei due titoli

22.03.2020 ( Aggiornata il 22.03.2020 09:27 )

Dici Monza 1979 ed a qualcuno iniziano ad inumidirsi gli occhi, perché poche doppiette Ferrari hanno il sapore romanticamente profondo della nostalgia come quella. Una di quelle vittorie che piacevano tanto ad Enzo Ferrari, perché capaci di esaltare, più del singolo, il collettivo ed il lavoro di squadra della sua amata scuderia.

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Una grande stagione

Per la Ferrari il 1979 è una stagione da incorniciare, nata però non sotto i migliori auspici. Nel 1978 infatti la Lotus, con il mitico modello 79, ha letteralmente sbaragliato la concorrenza con il suo effetto suolo, soluzione capace di far scuola. Tutti dunque si mettono a copiare la "Black Beauty", perché è chiaro sin da subito che la F1 debba andare in quella direzione. Ovviamente ci va anche la Ferrari, che però deve tener conto del suo potentissimo ma ingombrante V12, che impedisce uno sfruttamento totale delle minigonne. Forghieri e compagni però non demordono e sfornano la 312 T4, la più costante tra le monoposto di quella stagione: mentre Chapman si spinge troppo oltre cannando completamente il progetto 80 (in quel caso, Colin fu più sregolatezza che genio), la Ligier parte bene con due vittorie ma non regge il confronto lungo tutto il campionato, mentre la Williams vince ben 5 delle ultime 7 gare non riuscendo però a recuperare il distacco accusato nella prima parte di stagione. Così la Ferrari, che può contare come detto su un gran motore e su delle gomme Michelin ottimali, sfrutta come può il concetto di wing-car dimostrandosi comunque affidabile e veloce, presentandosi a Monza con la possibilità di chiudere i giochi nei titoli Piloti e Costruttori dopo 4 vittorie nei precedenti 12 Gp e tanti buoni piazzamenti.

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Trionfo a Monza con la complicità di Gilles

Al Gran Premio d'Italia dunque Jody Scheckter ha il match point, ma tra i suoi avversari c'è anche il compagno di squadra Gilles Villeneuve oltre a Jacques Laffitte (Ligier), mentre il complicato sistema di punteggio di allora (campionato diviso in due blocchi, nel primo 7 Gp e nel secondo 8: valgono i migliori quattro risultati di ciascuno dei due "blocchi") mette già fuori gioco la Williams di Alan Jones. Le qualifiche sono appannaggio delle Renault con Jabouille e Arnoux, con Jody terzo e Gilles quinto. Alla domenica però la musica è diversa e le Rosse vanno subito all'attacco, con il sudafricano che si prende immediatamente il comando seguito da Arnoux e dal canadese. Renè non ci sta e si riprende la vetta nel corso della seconda tornata, dovendo però lasciare campo libero alle 312 T4 dopo 12 giri per un problema al motore. Le cose per la Ferrari si mettono bene e si fanno grandiose al giro 42, quando Laffitte, terzo, va ko. Tra Scheckter ed il titolo teoricamente c'è solo Villeneuve, che in uno dei suoi momenti di più struggente umanità non attacca il compagno facendogli da scudiero ed accompagnandolo verso la vittoria di gara e titolo. Una corsa entrata nella storia sia per il risultato sportivo (una doppietta Ferrari a Monza che consente al Cavallino di vincere entrambi i titoli!) sia per il gran gesto di Gilles, nobile verso il compagno ed amico Scheckter, in uno degli episodi che più di altri hanno fatto diffondere in Italia la Febbre Villeneuve.

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