GP Bahrain, i 5 temi del fine settimana

Lotte di quartiere

Se vuoi parlare di Ferrari nel GP del Bahrain, o parli della scaramuccia in partenza dei piloti oppure c'è ben poco da dire. Un Vettel che si lamenta di un'aggressività a suo dire non necessaria da parte del compagno, quest'ultimo che risponde che lo spazio c'era. E Binotto a calmare gli animi ma aggiungendo una considerazione che, se si è in grado di mettere da parte la vena polemica, è il vero fulcro del fine settimana ferrarista: “Non ci aspettavamo queste difficoltà. Abbiamo sofferto le condizioni ambientali e dell'asfalto, che saranno le stesse”. L'allarme rosso è tutto qui. Un allarme non sorprendente, almeno per chi non si era fatto troppe illusioni sulla trasferta nel Golfo Persico. Era una pista con lunghi rettilinei, con curve da trazione e dall'asfalto abrasivo: normale che una macchina senza cavalli, con bassisima efficienza aerodinamica, con poca trazione e molto esigente sulle gomme potesse andare in crisi. E' andata male, anche peggio del previsto secondo Maranello, ma non c'è di che stupirsi. La Ferrari non è stata in grado di tenere il ritmo degli altri, ma neanche di... se stessa: nel 2019, la Rossa ha girato ben 1”271 più rapida in qualifica. E con lei rispetto alla scorsa stagione (circa 20 mesi fa, perché l'anno scorso in Bahrain si è corso ad inizio primavera) hanno peggiorato solo Alfa Romeo ed Haas, proprio le altre due motorizzate Ferrari. Di speranze meglio averne poche anche per il prossimo fine settimana, sebbene la configurazione della pista diversa imporrà un assetto diverso, rivisto in alcuni aspetti ed in particolare sulle ali, che verranno ulteriormente scaricate. Proveranno ad inventarsi qualcosa, a Maranello, ma di miracoli meglio non parlare.

La cronaca della gara

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