GP Abu Dhabi: i 5 temi del fine settimana

GP Abu Dhabi: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

E' stato il fine settimana degli addii e degli arrivederci, a cominciare da Sebastian Vettel e Sergio Perez. Ma anche la pista ha detto cose interessanti, con la Red Bull al top e la McLaren di nuovo terza nel Costruttori

14.12.2020 ( Aggiornata il 14.12.2020 10:19 )

Harakiri nel Golfo Persico


Peggio di così, proprio non poteva andare. Dopo Istanbul a Maranello c'era un pizzico di fiducia in più, per finire in maniera dignitosa questo mondiale. Il podio tra i Costruttori era molto, molto difficile, considerando soprattutto le caratteristiche delle piste. Ma, probabilmente, nessuno si sarebbe aspettato una catastrofe del genere: appena un punto negli ultimi tre Gp. Un finale disastroso per una stagione disastrosa. Era dal 1980 che la Rossa non finiva fuori dalle prime cinque posizioni nel campionato a squadre. Anzi, se si toglie quel 1980, con il 10° posto tra i Costruttori, la sesta piazza tra i team rappresenta il peggior risultato di sempre: il Cavallino, da quando esiste la classifica dedicata alle squadre (anno 1958), è arrivato 6° solo nel 1962, nel 1969 e nel 1973. Si aggiunge questo 2020, con tre podi e zero vittorie (è la terza volta in sette stagioni di era ibrida che a Maranello restano a secco), per una delle stagioni più difficili di sempre. Tutti i limiti si sono rivisti anche ad Abu Dhabi, una pista che, a parte il parco tematico dedicato, non ha mai sorriso alla Ferrari. Venerdì la Rossa si era presentata in pista molto molto scarica, tanto che Leclerc riusciva a tenere testa nel primo ed anche nel secondo settore, salvo perdere tutto nel terzo. Allora in Ferrari si è pensato di caricare di più la vettura, proprio per le esigenze dell'ultimo tratto di pista, laddove contano trazione e precisione all'avantreno. Situazione migliorata lì, ma peggiorata sul dritto: ed infatti ieri, Leclerc non è riuscito a passare nemmeno Kimi Raikkonen, che ha lo stesso motore e, in teoria, un telaio peggiore. Poi, i difetti della Ferrari 2020, mica finiscono qui: ci si è messa anche la strategia a complicare le cose, con un muretto che ha scelto, sbagliando, di non approfittare della safety car per fermarsi ai box. Chiariamo: ci stava, farlo con Sebastian Vettel. Il tedesco, insieme a Ricciardo, Perez e Magnussen era uno de pochi ad essere partito con le dure, ed infatti, tolto Perez che era già finito ko, chiamando proprio lui in causa la vettura di sicurezza, anche Daniel e Kevin non si sono fermati. Era il 10° giro, ne mancavano altri 45 e non avrebbe avuto senso cambiare le gomme, dal momento che la media e tantomeno la morbida davano garanzia di poter arrivare alla fine con una sola sosta. Il Cavallino non aveva niente da perdere, e se fosse arrivata un'altra neutralizzazione più avanti, Vettel avrebbe avuto una carta pesante da giocare. Piuttosto, è stata la strategia con Leclerc a non convincere: primo perché, con la media, si sapeva che Charles non sarebbe andato tanto lontano; secondo, perché non differenziare? Lo si fa, di solito, quando c'è ben poco da perdere. L'azzardo non ha pagato e così i piloti, sul traguardo, sono pure riusciti a peggiorare la loro posizione di partenza: scattavano 12° e 13°, hanno chiuso 13° e 14°. Una notizia positiva di ieri? Sì, questa: menomale che il 2020 è finito.

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