Verstappen e la Red Bull sono imprendibili, mentre la Mercedes si interroga su come provare a reagire. In una giornata in cui fioccano le penalità, applausi a Russell ed Alonso
Che ci crediate o no, in un'ora, 23 minuti, 54 secondi e 543 millesimi di gara ci sono state ben dieci penalizzazioni. Due ciascuno a Perez e Tsunoda, una per Norris, Giovinazzi, Stroll, Raikkonen, Latifi e Mazepin, con gli ultimi tre puniti dopo la corsa. Un'attività intensa per i commissari di gara che ha fatto discutere: nel caso di Tsunoda (per due volte è entrato ai box tagliando la linea bianca), Giovinazzi (sorpasso in regime di safety car), Stroll (eccesso di velocità in pit-lane), Raikkonen (colpa sua l'incidente finale con Vettel), Latifi (non aver rispettato la doppia bandiera gialla esposta per l'incidente di Kimi e Seb) e Mazepin (stesso motivo di Latifi) le punizioni sono state chiare e inevitabili, ma diverso è stato il caso di Norris e Perez. Lando è stato penalizzato per aver accompagnato fuori in curva 4 il messicano, un episodio avvenuto senza contatto tra i due: la direzione di gara ha scelto di punire l'inglese perché non ha concesso spazio. Quando poi nella stessa curva Perez si è ritrovato al posto di Norris con Leclerc all'esterno, la manovra è stato simile ma le due vetture si sono toccate, per cui penalizzato Norris è stato impossibile non fare altrettanto con Perez. Il quale si è ripetuto poco più avanti, sempre con Leclerc, in uscita di curva 6. In tutti e tre i casi, la motivazione è stata il non aver lasciato spazio a chi attaccava all'esterno. Con questo criterio, si rischia una penalià per ogni volta che qualcuno affonda un attacco all'esterno, perché l' “accompagnamento” verso i limiti esterni della pista è una manovra tipica di chi sta difendendo la posizione all'interno. Anche Horner ha assolto Norris, giusto per dare un'idea di come sia stata vista la penalità data alla McLaren.
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