Rossi ed il futuro in 4 ruote: dai rally al richiamo GT della Ferrari

Rossi ed il futuro in 4 ruote: dai rally al richiamo GT della Ferrari

Il pilota di Tavullia, che si ritirerà dal Motomondiale alla fine di quest'anno, ha espresso il desiderio di continuare a correre in automobile, ed anche se non ha ancora deciso dove e come non gli mancheranno certo le opportunità

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06.08.2021 ( Aggiornata il 06.08.2021 11:02 )

Il Motomondiale perde uno dei più grandi, forse il migliore di tutti, mentre l'automobilismo potrebbe guadagnarci un pilota della domenica, uno che qualunque scelta farà sarà sempre seguito, tifato, stimato ed apprezzato. Valentino Rossi, nel giorno dell'annuncio ufficiale del suo ritiro al termine della stagione 2021, ha detto due cose importanti: che non correrà più in moto, appunto, ma che vorrebbe continuare a farlo con le quattro ruote.

Pilota per tutta la vita

Jacques Villeneuve una volta disse che un pilota resta pilota per tutta la vita, anche se fa una gara l'anno. Ecco, Rossi ha detto più o meno la stessa cosa, sebbene abbia palesato il desiderio di raddoppiare le ruote rispetto a quello che da novembre in poi diverrà il suo passato. Ma per sentire ancora l'adrenalina addosso, per assaporare ancora la sfida del cronometro e del ruota a ruota, il pilota di Tavullia potrebbe semplicemente cambiare, e passare da un manubrio ad un volante: non sarebbe certo la stessa cosa, ma non sarebbe neanche una scelta di comodo per passare il tempo; lo ha chiarito lui stesso dicendo "Solo divertimento? Quando decidi di correre, non può essere tutto e solo divertimento..."
 
E quindi che farà, da grande, Valentino Rossi? Con le macchine ha dimostrato di saperci fare, questo è poco ma sicuro. Ed anche se a 42 anni (43 a febbraio) si deve comunque fare i conti con l'età, niente impedisce di pensare che il numero 46 potrà vivere una seconda parte di carriera agonistica molto meno appariscente ma comunque intensa e divertente. La sensazione è che per adesso Valentino non abbia ancora la forza di staccarsi del tutto dal mondo del Motomondiale, un ambiente verso il quale il richiamo sarà sempre forte, e che lo vedrà probabilmente molto spesso in circuito in qualità di team manager, a dirigere e far crescere la sua squadra ed i suoi piloti, magari anche nelle vesti di tutor di quei giovani piloti che da lui potranno solo che imparare. Ma non starà in corsia box a guardare gli altri, qualche domenica se la prenderà per se stesso e sarà in pista con casco e tuta.
 

Rossi e le 4 ruote: i precedenti

A questo punto resta solo da chiedersi dove, domanda alla quale al momento neanche lui sa rispondere. Di certo non correrà in monoposto, tanti motivi a partire dall'età suggeriscono sia meglio starsene al chiuso di un abitacolo. Per cui le GT potrebbero essere una categoria adatta a lui, nella quale si è già cimentato con il fedele Alessio "Uccio" Salucci ed il fratello Luca Marini nella 12 Ore del Golfo del dicembre 2019. Con le GT Rossi potrebbe continuare a battere l'asfalto e restare attaccato a quell'idea di fare sportellate con sorpassi e controsorpassi che sono stati il sale della sua carriera. Ecco perché le GT al momento sembrano essere un indirizzo più gradito (ma sono solo ipotesi) rispetto ai rally, dove peraltro Rossi ha saputo esaltarsi: vanta tre partecipazioni mondiali tra le WRC (ritirato in Gran Bretagna 2002, 11° in Nuova Zelanda 2006 e 12° in Gran Bretagna 2008: niente male considerando che oggi vanno a punti i primi dieci) ed una mitragliata di apparizioni al Rally di Monza, vinto in sette occasioni. Passi che il rally brianzolo è più uno show, ma significa comunque avere ottime capacità. Sempre nell'ambito rallystico, la Dakar può esercitare un richiamo ad un'esperienza che solo là, nel deserto, si può fare. La saggezza per affrontarla nella giusta maniera c'è, parliamo comunque di un pilota che con le auto ha corso varie volte, senza dimenticare i tanti test a bordo di una Formula 1: si è dilettato in più di un'occasione con la Ferrari e si è tolto pure la soddisfazione di girare con la Mercedes di Lewis Hamilton.
 

E se fosse Rossi e la Rossa?

Già, la Ferrari. L'affetto reciproco non è mai scomparso, con Valentino mai indifferente al fascino della Rossa e lei pronta a ricambiare l'affetto di un mito assoluto dello sport italiano. Potrebbero trovarsi insieme, questi due? Un programma GT insieme, magari con un tentativo alla 24 Ore di Le Mans, smuoverebbe interesse ed attenzioni per una collaborazione che non passerebbe inosservata, così come un ennesimo test su una F1. Da solo in pista o, perché no, in qualche esibizione in centro città: il pubblico sarebbe felice e Valentino potrebbe ritrovare lo sfizio di una F1, anche se non sempre necessariamente sui tracciati. E se invece facesse l' "apripista" tipo Leclerc con la 375 a Silverstone? Pure quello sarebbe un modo di mettersi alla guida di mezzi unici e storici, un'esperienza sicuramente da fare per chi non sa stare senza volante. Se tutto fosse inserito in un rapporto di collaborazione completa tra impegno GT e presenza su auto storiche sarebbe sicuramente qualcosa con cui Rossi eviterebbe di ritrovarsi con le mani in mano. Improbabile forse, ma stuzzicante. 
 

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