GP Belgio: i top e flop della mini gara a Spa

GP Belgio: i top e flop della mini gara a Spa© Getty Images

I top e flop tornano anche stavolta, in una maniera semi-seria che racconta del GP più breve della storia tra veri meriti come quello di Russell in qualifica, decisioni rivedibili e la particolare situazione di Nikita Mazepin

30.08.2021 ( Aggiornata il 30.08.2021 17:40 )

FLOP

Sergio Perez

Alla fine della fiera, è stato l'unico a fare la figura del pollo. Ha messo a muro a Les Combes la sua RB16B nei minuti precedenti al via, quando le macchine escono dai box per schierarsi in griglia. Un errore costato il 7° posto, con relativi 3 punti dovuti al punteggio dimezzato. Poca roba, ma comunque meglio di niente per una Red Bull che anziché a -7 si sarebbe ritrovata a -4 nel Costruttori (siamo 310,5 a 303,5). Non il modo migliore di festeggiare il rinnovo annunciato nella giornata di venerdì, grazie al quale il messicano resterà a Milton Keynes anche nel 2022. Dopo l'errore i meccanici avevano fatto il miracolo di riparare la monoposto e di rimandarlo in pista, ma non è servito a niente.

Domenicali e le esigenza commerciali

Michael Masi

Non era in una posizione facile, ma è riuscito a far perdere la faccia alla Federazione in una domenica in cui non sono affatto piaciuti i modi. Non correre, vista l'acqua che c'era, è stata la scelta giusta: il senso del rischio e del pericolo è cambiato, e per quanto i “Cavalieri del rischio” un giorno erano abituati a correre in certe situazioni, oggi non è più così. Le macchine sono cambiate, sono più sicure ma anche incredibilmente più prestazionali, e non si accetta più il fatalismo tipico delle corse. Dopo il botto di Norris in qualifica, Masi non se l'è sentita di dare il via a quella che sarebbe stata una corrida. Solo che ha voluto a tutti i costi validare l'evento, quando invece le condizioni gli avrebbero permesso di fermarsi molto prima: è la farsa delle tre ore di attesa per due giri che non è piaciuta. Punto primo: se il meteo dice che grosso modo non migliora, che aspetti a fare? “C'era una finestra”, ha risposto lui, ma questa finestra di tregua dal maltempo non si è proprio vista. La gara la si sarebbe potuta cancellare molto prima, ma dal momento che mandi i piloti in pista (alle 15 come alle 18 passate), tanto valeva provare a fare qualche giro in più, provare a “pulire” la pista e dimostrare che, effettivamente, per correre non ce n'era. Ma fare quei due giri, giusto per convalidare la corsa e poi chiamare tutti dentro, proprio no. Le altre domande in sospeso riguardano l'orario del via: perché non anticipare o, piuttosto, posticipare al lunedì? In questo caso, ci sono risposte semplici ed immediate: non si può anticipare perché il protocollo del fine settimana è rigido (ci sono anche le categorie di contorno), in più ci sono accordi commerciali con le tv che devono essere avvisate per tempo. Posticipare al lunedì, invece, è impossibile non solo da un punto di vista logistico (ci sono voli e alberghi già prenotati da parte di tutti), ma anche dal punto di vista del personale: i commissari in pista sono tutti volontari che al lunedì devono andarsi a guadagnare il pane, e lo stesso vale per la disposizione delle forze dell'ordine che regolano l'accesso all'evento in circuito. Infine, non è piaciuto neanche il modo in cui Masi ha aggirato il limite di tempo per lo svolgimento della gara: lo svolgimento del GP limitato a tre ore è stato inserito proprio per evitare casi simili, casi di interminabile attesa, ma Masi lo ha tranquillamente aggirato e viene da chiedersi come mai se lo sia potuto permettere con tanta facilità. Tanto valeva non mettere proprio quella regola, se poi basta un niente per bypassarla.

Zak Brown e le regole da rivedere

Regolamento

Nel regolamento dell'attuale Formula 1 c'è una norma che in casi come questo diventa “il” male: quella del parco chiuso. Si parla tanto di sicurezza, e poi si obbligano le squadre a non poter mettere a punto le vetture in caso di gara bagnata. Non tutti avevano preparato un assetto da bagnato prima delle qualifiche, perché qualcuno aveva detto che ci sarebbe stata la possibilità di schiarite per la corsa di domenica, con almeno una parte di gara sull'asciutto. Probabilmente, data la scarsa visibilità, neanche un assetto appositamente preparato per condizioni così difficili avrebbe aiutato, ma almeno avrebbe permesso ai piloti di effettuare qualche giro in più dietro la safety car con macchine un minimo più prevedibili nelle reazioni, e magari qualcuno si sarebbe spinto a dire che si poteva comunque provare. E poi c'è la regola dei punti assegnati: il punteggio è stato dimezzato ma comunque assegnato, applicando il regolamento alla lettera. Ma anche in questo caso, pare assurdo che non ci sia una postilla che preveda la non assegnazione in casi così estremi. Per il futuro si potrebbe studiare un limite minimo aumentato per garantire il solo punteggio dimezzato, o comunque partorire qualcosa che impedisca di assegnare punti se il 100% della gara viene disputato interamente dietro la safety car. Una volta di più, la F1 si è scoperta vittima del suo stesso garbuglio di leggi.

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