GP Russia: il fine settimana a Sochi in 5 punti

Lando, dal risultato alla poesia

Per un attimo facciamo finta di non essere a Sochi. Mettiamo Lando Norris sotto l'acqua, con le slick ed in una pista di quelle storiche, quella che preferite. Sarebbe stata una cartolina d'altri tempi, un inno al coraggio di una sfida ormai persa ma sempre da applaudire, per la voglia di provarci ed il desiderio di farcela. Far passare Lando Norris da pollo in questo momento è fin troppo facile, ma Lando non lo merita per la consistenza di un fine settimana eccezionale, perfetto fino alla decisione, sbagliata, di non rientrare. Ha chiesto troppo a se stesso sognando la prima vittoria, un traguardo talmente ambito che forse in quel momento gli ha tolto lucidità, impedenogli di riflettere nel modo più logico possibile. Certo, non poteva sapere che poche curve dopo l'ingresso dei box si stava scatenando il nubifragio, ed in questo forse il team, nonostante Lando poco pacatamente avesse zittito l'ingegnere di pista, avrebbe dovuto essere più fermo, più deciso nel comunicare al suo pilota che nella parte centrale del circuito la pista fosse ormai bagnatissima. Dal muretto invece un ordine perentorio non arriva mai: prima gli dicono “pista molto scivolosa in curva 10”, poi “che ne pensi delle intermedie?”, e infine “Hamilton si è fermato”. In questa comunicazione manca l'imposizione da parte della squadra, anche se è facile parlare dopo: il pilota era convinto, evidentemente il team ha voluto lasciare a lui l'ultimissima parola. Lando ci ha provato, prima di rendersi conto che la pista era da “full wet", come ha detto lui stesso una volta capito, probabilmente, che il sogno della prima vittoria se ne era andato quando aveva scelto di non cambiare gomme. Ma quell'immagine di Lando che su pista bagnata prova a darci dentro con le slick, ce la porteremo dietro: ha buttato un risultato, e che risultato, ma si è comunque meritato un applauso.

Seidl: "Non abbiamo scavalcato Norris nella decisione"

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