GP Abu Dhabi, l'anteprima: Lewis e Max, a voi

GP Abu Dhabi, l'anteprima: Lewis e Max, a voi© Getty Images

Dopo nove mesi di battaglie eccoci qui, all'atto finale e decisivo di un mondiale che ha già fatto storia ancor prima di conoscere il nome del vincitore, che arriverà su una pista rinnovata e di difficile interpretazione sui favoriti alla vigilia

09.12.2021 ( Aggiornata il 09.12.2021 10:10 )

E alla fine ci siamo arrivati. L'ultima, decisiva bandiera a scacchi si avvicina giorno dopo giorno, ora dopo ora. Arriverà a sventolare nella notte di Abu Dhabi per decretare il vincitore di un mondiale emozionante, combattuto, incredibilmente acceso. Constatare che 21 GP sono serviti "solo" per rimettere tutto in parità strappa un sorriso, fa capire una volta di più a che razza di campionato abbiamo appena assistito. Un mondiale lunghissimo, spesso indecifrabile, sempre pronto a ribaltare il pronostico o, quantomeno, a rimettere sempre le cose sulla linea di un equilibrio totale.

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Due titoli in ballo: non accadeva dal 2008

La percezione sembra quasi quella di un mondiale che sarà deciso dagli uomini più che dalla tecnica. Perché non saranno solo Lewis Hamilton e Max Verstappen ad essere chiamati all'ultimo, durissimo sforzo della stagione, ma anche tutti gli uomini del muretto e del box, in un weekend in cui è vietato sbagliare. Con un livello di tensione probabilmente mai così alto, servirà tenere saldi i nervi. Ma siccome il GP di Abu Dhabi è diventato una finalissima senza appello, un ruolo chiave in un contesto comunque complicato resta alle vetture, alle due regine di questa stagione: la Mercedes W12 e la Red Bull RB16B. Entrambe chiamate ad una prova superlativa sul rinnovato circuito di Abu Dhabi. E' la prima volta dal debutto in calendario nel 2009 che la pista viene modificata, una scelta dettata dall'esigenza di facilitare i sorpassi su un tracciato troppe volte soporifero. Sembra quasi un altro scherzo del destino, quello di vedere una Abu Dhabi nuova proprio nell'anno in cui a Yas Marina ci si gioca tutto, ma proprio tutto: perché per quanto la Mercedes ne abbia già una buona fetta in tasca, la tappa negli Emirati Arabi assegnerà anche il titolo Costruttori oltre a quello Piloti. Con una Red Bull consapevole, se non rassegnata, che a Yas Marina le possibilità sono poche, e che forse è meglio pensare ad aiutare Verstappen piuttosto che a fare conti su un alloro a squadre che arriverà solo in caso di totale debacle da parte della Mercedes. Sebbene rispetto alla lotta iridata riservata ai piloti quella a squadre ha una favorita chiara e definitiva, comunque l'aver tenute aperte entrambe le classifiche quest'anno fino all'ultima gara è un altro merito del mondiale 2021. Erano addirittura 13 anni, ovvero dal 2008, che la F1 non si presentava alla tappa conclusiva con ancora due titoli da assegnare. Quel giorno la Ferrari colse il suo 16° e per adesso ultimo titolo Costruttori, mentre Lewis Hamilton si fregiò del primo campionato del mondo della carriera.

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Come è cambiato il circuito di Yas Marina

Ma nello specifico, come è cambiato il tracciato di Yas Marina? Gli interventi come detto sono stati effettuati in funzione dello spettacolo, nella speranza di favorire di più le lotte in pista. Su un tracciato in cui sarebbe stato difficile fare pronostici a prescindere (la Mercedes vi ha sempre dominato eccetto l'anno scorso, quando Max chiuse vincendo la stagione 2020), le modifiche rendono ancora più complicato fare previsioni. Sul vecchio layout, che offriva molte più curve lente e da trazione, forse sarebbe stato giusto mettere la RB16B un pizzico davanti alla W12, mentre adesso ogni ipotesi sembra fuori luogo, tanto sarà l'imprevedibilità. I lavori hanno riguardato tutti i settori: nel primo è stata tolta la vecchia chicane delle curve 5-6 a favore di un tratto rettilineo verso il tornantino che immette nel lungo rettilineo; nel secondo il vecchio complesso di curva 11-12-13 e poi della 14 è stato modificato ed unificato a favore di un'unica curva leggermente sopraelevata; nel terzo invece il disegno è rimasto inalterato ma tutte le curve sono state "addolcite", rese cioè meno spigolose nel tentativo di velocizzare tutto il tratto, per cui l'ormai famigerato terzo settore di Abu Dhabi, dove trazione e precisione inserimento esaltavano i progetti ben riusciti da quelli deficitari, è diventato un settore molto meno esigente da questo punto di vista. Il risultato di questi accorgimento è stato un circuito ridotto di 273 metri (motivo per cui i giri di gara passeranno da 55 a 58) e con tempi sul giro stimati inferiori di circa 14-15 secondi rispetto a quelli della passata edizione. In generale dunque la percorrenza è più veloce, con ripercussione sugli assetti: interessati soprattutto il gruppo sospensivo e le altezze da terra, che non devono più affrontare pieghe critiche a 90°, mentre rispetto al passato verranno sollecitati più i pneumatici anteriori rispetto a quelli posteriori, con questi ultimi meno stressati in trazione. Tuttavia, la Pirelli ha proseguito sulla stessa linea del 2020, portando in pista le tre mescole più morbide di quelle a disposizione, ovvero C3, C4 e C5. In termini di usure e degrado infatti la casa milanese non si aspetta eccessivi stravolgimenti, con una gara ancora improntata sull'unica sosta nonostante come detto la distribuzione degli sforzi tra asse anteriore e posteriore cambierà. C'è però un aspetto che Pirelli teme, ed è quello dei cordoli: a Yas Marina è stata inserita in curva 5 e curva 9 una tipologia di cordoli scalinati come quelli di Losail, che qualche preoccupazione hanno dato, con varie forature e rotture sui telai (Mazepin e Leclerc). Un elemento di incertezza maggiore che non dovrà essere sottovalutato. Sul fronte aerodinamico e motoristico invece non ci dovrebbero essere molte sorprese, anche se il nuovo disegno, più veloce e con meno frenate, potrebbe indurre le squadre a scaricare leggermente le ali, mentre per quanto riguarda le Pu cambierà la modalità di ricarica: con frenate molto meno violente ci sarà una minor opportunità di ricaricare le batterie, per cui la distribuzione dell'energia sul giro dovrebbe essere rivista.

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Un'era al tramonto

Ultima gara è sempre sinonimo di addio per qualcuno e arrivederci per altri. Quest'anno non fa eccezione, con tante situazioni pronte a cambiare: per Bottas e Russell sarà la loro ultima gara con le rispettive squadre, per Kimi Raikkonen sarà l'ultima in assoluto prima di godersi una bella pensione sulle colline svizzere. Sarà l'ultima, triste apparizione di Antonio Giovinazzi in F1 prima di tuffarsi nel mondo elettrico della Formula E, ed in generazione sarà l'ultimo GP di questa generazione di monoposto introdotta nel 2017 prima di lasciare il posto alle nuove vetture della rivoluzione regolamentare del 2022. In generale, data la continuità di regolamenti, sarà l'ultima tappa di un biennio molto intenso, con 39 GP disputati in meno di un anno e mezzo.

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La sfida è qui

In un altro contesto, con un'altra situazione di classifica, ci sarebbe stato molto più spazio per queste riflessioni. Ci sarebbe stato un sapore di arrivederci, le pacche sulla spalla tipiche dell'ultimo giorno di scuola. Ma quest'anno no, non può essere così. Perché c'è un trono da conquistare, una corona da indossare, una lotta da concludere. Sapere che uno tra Hamilton e Verstappen chiuderà il mondiale senza titolo è un qualcosa che fa gridare allo scandalo, all'ingiustizia. Artefici di un campionato bellissimo, entrambi meriterebbero un riconoscimento che però è previsto vada ad uno soltanto, con buona pace dello sconfitto. Una finale secca ansiogena, ad alto tasso emotivo. Per loro che corrono, per noi che guardiamo. Nella consapevolezza di aver vissuto la storia in diretta, sicuri che quanto visto finora lo andremo a raccontare negli anni. Perché forse è così, solo il tempo darà la dimensione di ciò che è stato. E lo diciamo ancora prima di sapere come andrà a finire, senza conoscere cosa ci riserveranno le notti di Abu Dhabi. Non importa sapere come saranno le nuove macchine, le nuove regole, le nuove gare. La sfida è qui. Totale, ammaliante, profonda. Il futuro può attendere.

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