Il presidente uscente ha commentato gli episodi avvenuti quest'anno, di confronto-scontro tra squadre e direzione gara. Serve un cambiamento nell'immediato futuro e Todt riconosce un eccesso di permissività riconosciuta ai team
È anzitutto una questione di ruoli, da rispettare e da svolgere seguendo una linea che sia una, ferma, chiara a tutti. Squadre, direttore di gara, commissari, troppe volte quest'anno si è assistito - perché elementi del confronto resi pubblici ad arte dalla Formula 1, in una "trasparenza" delle comunicazioni in realtà funzionale a spettacolarizzare ulteriormente quanto avvenuto in pista - a un mescolarsi di voci, pressioni, su piani che dovrebbero restare su piani separati.
L'ultima cerimonia di premiazione da presidente della FIA ha visto Jean Todt parlare dei ruoli, delle responsabilità e del rispetto che va riconosciuto a chi rappresenta la Federazione in pista.
"Leggevo su L'Equipe che il presidente della squadra del Lione è stato squalificato per 10 giornate, perché ha parlato male dell'arbitro. Forse noi siamo stati troppo permissivi", le parole di Jean Todt da Parigi.
"Sento che è importante si instauri un dialogo tra organo di governo, squadre, piloti, detentore dei diritti commerciali, però non deve andare contro di noi".
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Sui momenti più caldi dello scontro tra Hamilton e Verstappen ma non solo, visti episodi con protagonisti altri piloti, si è assistito a una certa quota di discrezionalità esercitata dalla direzione gara, nel giudicare degli eventi. Vale ricordare come questa direzione sia stata imboccata invocando un principio, quello del "lasciamoli correre", che inevitabilmente apre a un'interpretazione che sia un po' meno restrittiva di quel che prescrive un regolamento peraltro già con ampie zone di discrezionalità.
Forse, varrebbe la pena rivedere un intero metro di giudizio e limitare modi e tempi di un confronto tra "arbitro e giocatori" che, quando è finito in mondovisione, non ha prodotto certo la migliore delle immagini della F1.
"Guardavo la gara e ho visto Max - in un modo che è del comportamento umano - dopo la prima curva, quando Lewis l'ha superato, dire 'sono perseguitato'. Voglio dire, non lo è lui come nessuno, è una percezione. Nella foga del momento hai delle emozioni, dall'altra parte c'è un direttore di gara, ci sono i commissari, c'è un'organizzazione. Se siamo perfetti? Non lo siamo.
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Ho suggerito che venisse fatta una completa revisione per verificare cosa va migliorato alla luce di ciò che è successo, non solo ad Abu Dhabi ma in tutto l'anno", ha aggiunto Todt.
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