GP Bahrain: i 5 temi del fine settimana

GP Bahrain: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

C'è una Ferrari che vince e convince, una Mercedes che si sorprende dei risultati ed una Red Bull che si interroga, al netto di qualche ritorno

21.03.2022 ( Aggiornata il 21.03.2022 12:42 )

E sono ancora qua

Sorrideva. Sorrideva Lewis e ne aveva ben donde. Non poteva di certo aspettarsi di finire sul podio una trasferta di Sakhir cominciata tra mille dubbi, tante incertezze e la paura, che nel box Mercedes era convinzione, di non avere la forza per lottare davanti. Ed è stata la realtà, anche se alla fine il premio alla tenacia c'è stato: un podio alla prima gara Hamilton non se lo immaginava di certo, da qui una soddisfazione assolutamente non nascosta prima di fare festa, con l'acqua di rose bahreinita, insieme a Leclerc, Sainz e Binotto. Questo perché Lewis è consapevole che un podio è ben più rispetto al reale potenziale della sua Mercedes in Bahrain: dovevano essere 18 punti in tutto, ed invece ne sono arrivati 27. Terzo e quarto anziché quinto e sesto: va bene così. Per Hammer, anche la soddisfazione di aver regolato George Russell: il classe 1998 sarà certamente uno dei piloti più talentuosi che avremo in futuro, ma intanto servirebbe un po' di calma per mettere Hamilton subito in difficoltà nel confronto interno. Soprattutto, in casa Mercedes il duello intestino è l'ultimo dei problemi: prima c'è da risolvere i molti che attanagliano la W13, per adesso solo una lontanissima parente delle otto sorelle precedenti, tutte iridate. Dall'esterno, c'è la curiosità di capire innanzitutto se la W13 sia un progetto “sbagliato” oppure solamente “acerbo”: sono due aggettivi che fanno tutta la differenza del mondo. “Sbagliato” significherebbe di fatto essere già fuori dalla lotta per il titolo, perché con il budget cap sarebbe impossibile rivedere i concetti base del progetto, senza dimenticare il tempo che ci vorrebbe per apportare una rivoluzione della macchina; “acerbo” invece significherebbe avere un progetto valido però ancora da scoprire, da approfondire, ma comunque con un potenziale nascosto. In Mercedes sperano sia la seconda ipotesi nel timore che invece non sia la prima; intanto si prendono il risultato, molto diverso dalle prestazioni, certamente deficitarie in Bahrain.

I campioni Costruttori in carica hanno vissuto un fine settimana tribolato, e la mancanza di competitività è partita con l'esigenza di giungere a compromessi nella definizione degli assetti: al venerdì il team ha provato due fondi diversi, con quello nuovo destinato a risolvere il porpoising; mancato l'obiettivo, la squadra ha dovuto correre con il vecchio fondo portato ai test lavorando sul set-up, aumentando l'altezza della monoposto a discapito della prestazione. Alzando la monoposto si è perso carico aerodinamico dal fondo vettura, e l'esigenza di recuperare deportanza ha imposto ai tecnici l'aumento dell'incidenza delle ali, perdendo velocità sul dritto: ecco perché Wolff, nonostante le W13 non fossero veloci sul rettilineo, non ha espresso particolari preoccupazioni per quanto riguarda la Pu. Tutti questi compromessi la Mercedes gli ha pagati dando ai piloti una macchina nervosa ed esigente sulle gomme: sia Lewis che George hanno sofferto di degrado, da qui le preoccupazioni maggiori sul passo gara che i piloti già avevano nelle FP2. Nei primi giri a gomma nuova, la Mercedes non si è comportata male: ma rispetto a Red Bull e Ferrari la gestione dei pneumatici era più critica, ed infatti con l'andare dei giri entrambe le W13 perdevano terreno. Tempo di analisi tra Brackley e Brixworth.

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