L'impero Red Bull è davvero sotto attacco? Ferrari e McLaren iniziano a crederci, mentre la RB20 potrebbe avere qualche grattacapo pure a Montréal, pista comunque meno critica rispetto a Montecarlo. Il tutto mentre il mercato piloti entra pienamente nel vivo
Teoricamente no, almeno questo è ciò che si aspetta la Pirelli. Poi è chiaro che l'ultima parola spetterà alla pista, con i tecnici della casa milanese che sin dalle prime due sessioni del venerdì saranno chiamati a raccogliere e poi confrontare i dati per stabilire se effettivamente il nuovo asfalto abbia portato o meno grandi cambiamenti al tracciato semi-permanente di Montréal. L'asfalto è stato rifatto e pure i cordoli sono nuovi, ma entrambi dovrebbero garantire le stesse caratteristiche delle edizioni passate, senza grandi stravolgimenti. Dal nuovo asfalto canadese ci si attende che possa mantenere basse le sue caratteristiche a livello di rugosità, riproponendo il team dell'aderenza ridotta (anche per questo vanno in pista le tre mescole più morbide, C3, C4 e C5) ed insieme ad essa quella dell'elevata evoluzione tra una sessione e l’altra della pista, utilizzata nel corso dell'anno solo dai cittadini a piedi oppure in bicicletta.
L'evoluzione della pista è come sempre un tema caro agli ingegneri, perché bisogna saper prevedere come il tracciato muta a livello di grip e usura da sessione a sessione per finire alla gara, dove possono coesistere le strategie a doppia o singola sosta, a maggior ragione perché il Canada ha storicamente visto un utilizzo della safety car molto elevato, fattore che può essere determinante.
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