Il ventennale dell'ultimo urrà iridato di Michael Schumacher

La stagione 2004 vede il Kaiser staccare al top del top tutti i big della Formula 1, raggiungendo il suo storico settimo titolo Mondiale, che è anche quello finale nel ciclo vincente con la Ferrari

21.08.2024 12:52

LA VIGILIA DELLA F.1

A suon di vincere, la Ferrari e Schumacher sembrano diventati delle comparse. Perché nell’inverno si parla tanto di tutti, ma paradossalmente si parla poco di loro, dei campioni in carica. Forse perché dopo nove titoli nelle ultime cinque stagioni hanno stufato, forse perché dopo un 2003 sudato fino in fondo c’è la sensazione che il ciclo sia veramente destinato ad esaurirsi. Gli avversari, del resto, ci sono: McLaren, Williams, Renault e pure BAR sono nomi che meritano rispetto alla vigilia, per storia e stato di forma. La McLaren, dopo aver corso il 2003 con un modello di ripiego (la Mp4-17D) al posto del progetto inizialmente pensato (la Mp4-18) e nonostante questo aver lottato per il titolo fino in fondo, è convinta di farsi trovare pronta con la Mp4-19, la macchina che, con i dovuti accorgimenti, dovrebbe riprendere l’eredità spirituale della vettura che non corse mai. A Grove, a casa Williams, si chiedono se con due piloti diversi la FW25 del 2003 sarebbe potuta essere da mondiale: il 10 cilindri BMW è forse il migliore del lotto, e pure la macchina, tra meccanica ed aerodinamica, si è comportata stupendamente. Nel dubbio, e per non lasciare niente al caso, nella scuderia di Sir Frank non stanno con le mani in mano e sfornano la FW26, il “tricheco”: originale ed avveniristico il muso concepito da Antonia Terza, aerodinamica italiana che sotto la direzione tecnica di Patrick Head si è presa tutte le copertine a partire dal 5 gennaio, giorno di presentazione della vettura. E poi c’è la Renault, che schiera un Jarno Trulli nel pieno della maturità agonistica accanto ad un giovane di belle speranze, tale Fernando Alonso: nel 2003 i francesi hanno vinto una gara e Flavio Briatore già cova sogni di gloria. Con le settimane, infine, si ritaglia uno spazio pure la BAR motorizzata Honda di Jenson Button e Takuma Sato: dopo un 2003 di buoni piazzamenti, nei test in vista del campionato 2004 la 006 pare essere nata bene.

LA VIGILIA DELLA FERRARI

A Maranello, invece, sanno di essere sotto attacco. E non solo per la spiacevole situazione che vede la Ferrari costretta alle vie legali contro due suoi ex dipendenti passati alla Toyota, rei di aver portato via materiale di proprietà intellettuale del team: i due saranno imputati senza coinvolgimenti da parte della casa nipponica. Il 2003 è stato archiviato con due titoli ma anche qualche polemica relativa alle gomme: da Monza in poi i gommati Michelin (McLaren e Williams su tutti) hanno avuto a disposizione gomme sulle quali i francesi sono dovuti intervenire dopo le proteste Ferrari ed il quadro tecnico è leggermente cambiato. C’è chi sostiene che quell’intervento sia stato decisivo per far prendere al titolo la strada di Maranello, e chi vince con annessa polemica deve essere perfettamente consapevole che l’anno dopo avrà ancora più pressione. A Maranello lo sanno, ma evidentemente non ci fanno neanche troppo caso: sono abituati e per questo pronti a rispondere, perché con un presidente come Montezemolo e con un capo squadra come Jean Todt guai a farsi beccare con la tensione un filo allentata. Pure Schumi, del resto, è uno esigente: pubblicamente ha sempre difeso la squadra, ma dietro le quinte ha sempre preteso il massimo, proprio perché era lui il primo a dare il massimo. Anche questo ha contribuito a creare un clima speciale nel box: Michael ha ogni volta indicato i meccanici come i veri eroi, e loro in cambio lo hanno adorato. Schumi è stato lo spirito guida capace di mettere l’asticella sempre un po’ più in là: così, nonostante una mitragliata di successi, in squadra non ce n’è uno che prenda sottogamba la prossima sfida.

QUEL TEST RIVELATORE

Il lavoro, insomma, procede come se la Ferrari avesse tutto da dimostrare. Lo stimolo, oltre che dalle figure chiave, è dato anche dalle voci sulla concorrenza che abbiamo già elencato: la sensazione diffusa è che si faranno trovare tutti pronti e che il campionato 2004 sarà ancora più difficile di quello precedente. Proprio per questo, non c’è tempo da perdere: la macchina, progetto 655 battezzato F2004 in piena continuità con gli ultimi anni, viene presentato il 26 gennaio e quattro giorni dopo è già in pista a macinare chilometri. E’ in una Fiorano ancora infreddolita che la Ferrari capisce di aver fatto un buon lavoro (nel corso dell’anno la F2004 metterà a segno con Schumi un astronomico 55”999, ad oggi ancora record della pista di casa della Ferrari), ma è soprattutto ad Imola che diventa chiaro, agli uomini del Cavallino Rampante, di avere il mondiale in pugno. In pista, la F2004 si dimostra addirittura un secondo più veloce rispetto alle simulazioni: c’è un abisso, insomma, tra i dati della galleria e la realtà dell’asfalto. Ed è un abisso che spaventa Jean Todt, che corre dal direttore tecnico Ross Brawn mezzo impaurito e gli chiede: "Ross, che sta succedendo? Qualcosa non va. Questa macchina va troppo forte. Dimmi che non stiamo infrangendo il regolamento". E Ross, serafico, gli risponde: "Abbiamo verificato innumerevoli volte, Jean. Puoi stare tranquillo, siamo dentro le regole". La nuova Rossa va talmente forte...

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