Il passaggio di consegne tra Bortoleto e Bottas in Sauber, futura Audi, pone fine a 36 stagioni consecutive con almeno una bandiera della Finlandia in griglia, riportando in Brasile sulle scene: storia e tradizioni di due popoli così lontani ma così importanti nella storia della F1
Più diversi non potrebbero essere, finlandesi e brasiliani. Tra i due Paesi c'è una lontananza geografica ampissima ed una differenza abissale in termini di usi, costumi, indole e tradizioni. Abituati al bianco delle neve gli uni, innamorati del sole e del mare gli altri, avendone in abbondanza. Meteo e clima che si ripercuotono, lasciano il segno anche sugli animi: in Finlandia i silenzi e le distanze ti fanno crescere con un animo più introverso, più freddo, pure più pacato; sulle spiagge del Brasile, di San Paolo o Rio che sia, per forza di cose è tutta una festa, è bermuda e magliette a maniche corte quasi tutto l'anno.
C'è dunque un mondo di differenza, tra finlandesi e brasiliani. Un mondo fatto di abitudini e culture diverse, che trova in qualche modo un punto di contatto nelle corse. In nessuna delle due nazioni, Finlandia o Brasile che sia, quello dei motori è lo sport nazionale e nemmeno il più seguito: in Finlandia vanno prevalentemente di hockey, in Brasile, ca va sans dire, rispondono dando i colpi al pallone praticamente ovunque, spiagge, strada o campetti che siano. Eppure, questi due Paesi hanno un'importanza nel mondo delle corse grande così, perché si intendono, ed amano, anche i motori.
In qualche modo dispiace che non ci sia posto per entrambi, se è vero che l'arrivo di Gabriel Bortoleto, che riporta il Brasile in griglia di partenza, va a chiudere 36 anni consecutivi di Finlandia in Formula 1, dal momento che il posto che prende è quello di Valtteri Bottas, ultimo della specie finlandese. A meno che Valtteri non prenda parte ad un GP l'anno prossimo in qualità di sostituto, il 2025 sarà il primo anno dal 1988 senza un flying finn in griglia di partenza. L'ultimo GP in assoluto senza un finlandese al via, invece, risale a Budapest 1994: in quell'occasione Mika Hakkinen, pilota McLaren, dovette lasciare il posto a Philippe Alliot per squalifica. Ci sarebbe poi il caso del GP Francia 2001, ufficialmente anche quello senza finlandesi al via: quella volta Hakkinen era regolarmente in griglia, ma non riuscì ad avviarsi per il ko della trasmissione. I brasiliani, al contrario, sono in attesa del nuovo Messia da un po' di tempo: dopo aver salutato Felipe Massa alla fine del 2017, si sono potuti consolare con la precoce apparizione di Pietro Fittipaldi ai GP Sakhir e Abu Dhabi 2020, sulla Haas, in sostituzione di Romain Grosjean: Felipe Drugovich, invece, non è mai andato oltre quattro impegni nelle libere 1.
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Sono un po' fuoco e ghiaccio, brasiliani e finlandesi. Ma siccome non c'è una ricetta unica per vincere, ecco che sia la freddezza dei flying finns sia il ritmo di samba brasiliano ha portato risultati, eccome, alle rispettive bandiere. La tradizione brasiliana è cominciata molto prima, a Monza 1951, con Chico Landi primo brasiliano a prendere il via ad un GP di F1; i finlandesi, invece, hanno dovuto attendere il 1974, con Leo Kinnunen al via al GP Svezia, per salutare un connazionale pilota di F1. Da allora, entrambe hanno fatto numeri da capogiro: hanno vinto gare, titoli e dato lustro ad una tradizione bellissima. Il Brasile ha avuto 33 piloti, la Finlandia solo 9: tutte e tre però vantano tre campioni del mondo (Fittipaldi, Piquet e Senna il Brasile, Keke Rosberg, Hakkinen e Raikkonen la Finlandia), con i brasiliani che di titoli ne hanno portati a casa 8 contro i 4 dei finlandesi. Le vittorie in gara, invece, sono 101 per il Brasile e 57 per la Finlandia. Per non farsi mancare proprio nulla, il Brasile ha avuto addirittura due costruttori con licenza brasiliana: la Copersucar e la Fittipaldi, due facce della stessa medaglia, entrambe di Wilson Fittipaldi, fratello di Emerson.
Nella storia ci sono cartoline indelebili di finlandesi e brasiliani insieme. Emerson Fittipaldi, ad esempio, corse proprio con Keke Rosberg come compagno di squadra nella scuderia del fratello, la Fittipaldi: Keke è stato l'ultimo compagno di "Emmo" nel 1980, ultima stagione in F1 del brasiliano. Per l'anno dopo, al posto di "Fitti" arrivò un connazionale, Chico Serra: con Rosberg, un'altra coppia composta da un brasiliano ed un finlandese. Nel 1993, invece, le stesse bandiere capeggiavano nel garage della McLaren: licenziato Michael Andretti, per le ultime tre gare Mika Hakkinen fu messo in macchina al fianco di Senna. Meno famosa la coppia composta da Mika Salo (finlandese) e Pedro Diniz (brasiliano): i due hanno condiviso il box nel 1998 alla Arrows e fatto altrettanto nel 2000 alla Sauber. La coppia più iconica, tuttavia, è quella dal 2007 al 2009 in Ferrari, con Felipe Massa e Kimi Raikkonen: tre titoli in tre anni, con Kimi campione nel 2007 e la Ferrari iridata nel 2007 e nel 2008, per l'ultimo titolo Costruttori Ferrari. Massa, poi, avrà modo di condividere il box con un altro finlanese, Valtteri Bottas, alla Williams (dal 2014 al 2016); prima di Felipe, Valtteri ebbe un altro brasiliano, Pastor Maldonado, come compagno di squadra nel 2013.
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Insomma, Finlandia e Brasile saranno pure due mondi separati e lontani, ma una strada l'hanno sempre trovata. Ora che torna il Brasile, ed è proprio il caso di dire "bentornato", è anche giusto dire "arrivederci, Finlandia". Chissà che, tra i prossimi rallisti, non torni a nascere qualche "formulista" dalle parti dei ghiacciai.
Il Brasile in numeri
Piloti: 33
GP: 793
Vittorie: 101
Pole position: 126
Podi: 293
Giri veloci: 88
Titoli: 8 (2 Fittipaldi, 3 Piquet, 3 Senna)
La Finlandia in numeri
Piloti: 9
GP: 741
Vittorie: 57
Pole position: 70
Podi: 245
Giri veloci: 95
Titoli: 4 (1 Keke Rosberg, 2 Mika Hakkinen, 1 Kimi Raikkonen)
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