Ma Sainz pensa a Leclerc o al suo futuro? A sé stesso

Ma Sainz pensa a Leclerc o al suo futuro? A sé stesso© Getty Images

La Ferrari SF-24 sarà pure apparsa deficitaria al confronto con la Red Bull RB20, ma Carlos ha segnato il primo punto: salvare il bilancio rosso

Fulvio Solms

04.03.2024 09:30

Meno male che è successo tutto a Leclerc, siamo stati fortunati ad assistere il suo strenuo combattimento di lotta libera con i freni, mentre Sainz filava liscio verso il podio. Meno male perché a parti invertite – Leclerc subito dietro alle Red Bull e Sainz quarto dopo una corsa tormentata – avrebbe innescato dietrologie e sospetti: lo vedi?, lo boicottano perché andrà via, e nessuno a Maranello vuole che stia davanti al compagno. Non è andata così e ogni possibile accusa di favoritismo rimane oggi disinnescata; anche se questa consolazione è proprio piccina, al cospetto di un inizio di Mondiale che avevamo immaginato po’ diverso.

Però non c’è niente da fare: sarà impossibile guardare al confronto interno tra i piloti della Ferrari, ma anche tra quelli della Mercedes, senza leggere tutto nell’ottica della clamorosa operazione di mercato che nel 2025 porterà Hamilton a Maranello. Intanto, per quanto paradossale, la narrazione del Bahrain ha visto il capitano della Ferrari – si potrà dire adesso, o no? Non vorremo mica fingere che i due di Maranello operino sullo stesso piano – soffrire in maniera indicibile, e a tratti perdere la trebisonda. Muretto a Leclerc: "La situazione dei freni è stabile". Leclerc a muretto: "Con stabile intendi che vanno sempre di m**da, giusto?" Mortificato Xavi Marcos: "Sì". E ancora, dopo che il suo ingegnere di pista gli aveva dato indicazioni per variare la distribuzione e l’intensità della frenata: "Non penso che dobbiamo preoccuparci di come guido, ma piuttosto che vado da ogni ca**o di parte ogni volta che premo il pedale del freno". Gli fumavano le gomme e le orecchie, a Charles.

Prim’ancora c’era anche stata la paura di non poter finire la gara per questa storia dei freni capricciosi e freddi, con conseguente sbilanciamento della Rossa verso destra. Sul capitolo tecnico Ferrari e Brembo hanno immediatamente avviato un’inchiesta con l’intenzione di vederci chiaro nel giro di pochi giorni, in tempo per l’imminente ritorno in pista in Arabia Saudita. Bisogna girare pagina perché il vero Mondiale di Charles deve ancora incominciare, per quanto un quarto posto sia sempre meglio di un calcio sui denti.

Sull’altro piatto della bilancia c’è Smooth Operator, che ha goduto di brutto per com’è andato il suo inizio della fine. S’è rimproverato la partenza imperfetta che lo ha reso vulnerabile all’attacco di Perez, ma poi ha fatto tutto per bene sfruttando una SF-24 immune dai capricci: ha superato Charles (giro 11) che già aveva dovuto subire i sorpassi di Russell (giro 3) e Perez (giro 7), si è ritrovato dietro dopo la prima serie di pit stop ma lo ha riattaccato al giro 16 con gusto e al giro 17 con profitto, tornandogli davanti. Immediatamente dopo, giro 18, ha superato Russell piazzandosi in terza posizione, un podio virtuale dal quale non s’è più schiodato. Al giro 44 di 57 s’è appollaiato come un rapace dietro Perez e ha chiesto al muretto: "Sapete quando la hard diventerà più veloce della soft?" Carlos aveva mescola dura da nove giri, Checo mescola soffice da otto: lecito chiederselo. E il muretto ferrarista ha sottovalutato la capacità del messicano di far durare le coperture: "Più o meno ora", è stata la risposta. Ma non sarebbe successo. Alla fine il bilancio di giornata Ferrari l’ha messo in sicurezza lui, salendo sul podio. Benzina per il suo orgoglio e le sue motivazioni, in vista dei prossimi mesi che potrebbero vederlo protagonista di un mercato pronto a scatenarsi...

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